Situazione Ucraina

Poveretto. Che pena. Ma qualcuno darà retta a questi coglioni ?

"Il 3 novembre la Russia invaderà l'Europa e ci sarà la terza guerra mondiale":
queste le parole decisamente allarmanti pronunciate dall’ex vice comandante supremo alleato in Europa della NATO,
il generale britannico Richard Shirreff, in un video diffuso dall'emittente televisiva la7.

Continua dunque imperterrita la narrazione dell'imminente invasione russa dell'Europa,
il pezzo forte dello storytelling odierno della NATO e dell'Unione Europea.

Finora gli zelanti pretoriani del discorso a senso unico, politicamente e geopoliticamente corretto,
si erano limitati a parlare vagamente di imminente invasione russa dell'Europa:
adesso si spingono oltre, e addirittura prevedono il giorno esatto, quasi come se si trattasse di un'eclissi solare.

Nella previsione, manca solo l'ora esatta, in effetti...

Non abbiamo naturalmente alcun argomento per dire se la previsione del generale britannico sia vera o falsa.

Quel che possiamo dire con ragionevole certezza è, però, che essa
si inscrive perfettamente nel quadro ideologico e nella cornice cognitiva (ampiamente propagandistica) dell'odierno Occidente,
anzi dell'uccidente liberal-atlantista, che di tutto sta facendo per provocare la Russia e per propiziare l'incipit del conflitto,
salvo poi fingere che sia la Russia stessa a voler invadere l'Europa.

E non possiamo neppure nascondere di essere attraversati dal sottile sospetto
che dietro questo modus operandi si nasconda la longa manus di Washington,
forse pronta a mandare avanti in avanscoperta il suo alleato sciocco, cioè l'Unione Europea,
per poi poter intervenire attivamente con bombe umanitarie e missili democratici,
una volta che la miccia della guerra sia stata innescata.

Ipotesi interpretative le nostre, certo; ipotesi che tuttavia riteniamo degne di essere seriamente prese in considerazione.
Questo è un mago. Avrà una sfera magica 🤣
 
Che brava la commissione europea
ALTRI SOLDI (NOSTRI, NON RUSSI) NELLA FORNACE DELL'UCRAINA
Proseguono gli esercizi di ingegneria finanziaria. In corso da anni, con esiti modesti. Ora ci riprovano per l'ennesima volta.

Fonte: Reuters, via Ora Basta

Il prestito di “riparazioni” dell’UE per l’Ucraina potrebbe raggiungere i 130 miliardi di euro, secondo i funzionari

- La Commissione Europea propone un prestito di “riparazioni” per l’Ucraina fino a 130 miliardi di euro, utilizzando i saldi in contanti derivati da asset russi congelati in Occidente dopo l’invasione del 2022, con l’importo finale da determinare in base alla valutazione del FMI sulle necessità finanziarie ucraine per il 2026-2027.

- Annunciato il 10 settembre da Ursula von der Leyen, il prestito finanzierà lo sforzo bellico di Kiev e sarà rimborsato solo con le riparazioni russe previste da un futuro accordo di pace, con il rischio condiviso tra UE e, potenzialmente, altri paesi G7.

- Dei 210 miliardi di euro di asset russi in Europa, 175 miliardi in Euroclear sono ora liquidi; l’UE intende prima estinguere un prestito G7 da 45 miliardi, lasciando circa 130 miliardi per il nuovo strumento, evitando la confisca diretta per rispettare le restrizioni legali.

Cinque citazioni chiave

1. I funzionari stimano un prestito fino a 130 miliardi di euro: “Il prestito di ‘riparazioni’ dell’Unione Europea per l’Ucraina potrebbe arrivare fino a 130 miliardi di euro, hanno dichiarato funzionari vicini ai negoziati, con la dimensione da finalizzare dopo la valutazione del Fondo Monetario Internazionale sui bisogni di finanziamento dell’Ucraina per il 2026 e il 2027.”

2. Il rimborso del prestito dipende dalle riparazioni russe: “Il prestito, destinato a sostenere Kiev nel finanziare il suo sforzo bellico, sarà rimborsato dall’Ucraina solo quando riceverà riparazioni dalla Russia in un accordo di pace. Il rischio sarà assunto collettivamente dai paesi europei e, potenzialmente, da alcuni altri membri del G7,” ha detto von der Leyen.

3. Gli asset russi in Euroclear sono la base del prestito: “La maggior parte dei circa 210 miliardi di euro di asset russi detenuti in Europa si trova nel deposito centrale di titoli belga Euroclear. I funzionari hanno indicato che 175 miliardi di euro di questi asset sono ora maturati e convertiti in contanti, che potrebbero costituire la base per il nuovo prestito.”

4. L’UE prevede di saldare prima il debito G7: “I funzionari hanno precisato che, prima di procedere con il prestito di riparazioni, l’UE intende rimborsare il prestito G7 da 45 miliardi di euro concordato lo scorso anno. Ciò lascerebbe circa 130 miliardi di euro del saldo in contanti disponibili per il nuovo strumento, hanno riferito tre funzionari vicini alle discussioni.”

5. La Commissione evita la confisca diretta degli asset: “La Commissione sta sviluppando un meccanismo per utilizzare gli asset russi congelati senza confiscarli – una linea invalicabile per molti governi UE e la Banca Centrale Europea. È probabile che il meccanismo del prestito di riparazioni preveda un veicolo a scopo speciale, a cui il contante russo immobilizzato in Euroclear potrebbe essere trasferito in cambio di obbligazioni zero-coupon emesse dalla Commissione Europea, con garanzie dei governi UE e, potenzialmente, del G7.”


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Ahahahahahah

Il ministro Poulsen ha parlato apertamente​

di un’azione “sistematica” e “ibrida”,​

riconducibile a un “attore professionista”,​

escludendo poi collegamenti immediati con Mosca:​

“Non ci sono prove che la Russia sia dietro l’incursione dei droni”,​

ha dichiarato, aggiungendo che i velivoli “non provengono da molto lontano”​

 
Non è un caso che Mosca abbia scelto Pokrovsk come bersaglio.

Il centro urbano è un nodo strategico che connette le principali roccaforti ucraine nella regione: Kramatorsk, Sloviansk, Kostyantynivka e Druzhkivka.

La perdita – o anche solo l’isolamento operativo – di questa città
rischia di trasformare l’intero fronte orientale in una nuova Bakhmut,
con Kiev incapace di mantenere il controllo delle sue ultime linee fortificate.

Le evacuazioni di massa da almeno 14 centri abitati della regione di Donetsk
confermano che l’Ucraina teme una sacca imminente.

Lo stesso Zelensky, in apparente affanno, ha minimizzato l’accaduto parlando di “infiltrazioni leggere” di sabotatori,
ma non ha convinto né la stampa internazionale né i suoi stessi generali.

Il comandante in capo Syrskyi, sempre più in difficoltà politica,
ha ordinato il dispiegamento del 3° Corpo Azov,
ma le forze disponibili sono insufficienti e, soprattutto, senza retrovie fortificate.

Si combatte su un terreno ormai privo di profondità strategica.
 
Nel campo ucraino, la situazione appare drammatica.

Le forze armate ucraine operano con organici ridotti, brigate al 30% della forza e munizioni razionate.

Le diserzioni hanno ormai superato quota 400.000 dall’inizio della guerra.

E mentre l’economia di guerra russa tiene, quella ucraina sopravvive solo grazie agli aiuti occidentali.

Ma anche questi vacillano: Trump, pur fornendo garanzie di sicurezza,
ha escluso l’ingresso di Kiev nella NATO e richiesto all’Europa
un esborso di 100 miliardi di dollari per le forniture belliche.

Un “prezzo della protezione” che Bruxelles fatica a giustificare davanti a un’opinione pubblica stanca e divisa.
 
Nel campo ucraino, la situazione appare drammatica.

Le forze armate ucraine operano con organici ridotti, brigate al 30% della forza e munizioni razionate.

Le diserzioni hanno ormai superato quota 400.000 dall’inizio della guerra.

E mentre l’economia di guerra russa tiene, quella ucraina sopravvive solo grazie agli aiuti occidentali.

Ma anche questi vacillano: Trump, pur fornendo garanzie di sicurezza,
ha escluso l’ingresso di Kiev nella NATO e richiesto all’Europa
un esborso di 100 miliardi di dollari per le forniture belliche.

Un “prezzo della protezione” che Bruxelles fatica a giustificare davanti a un’opinione pubblica stanca e divisa.
Quindi hanno vinto?
Quando la festa della vittoria con annessa parata?
 

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