Situazione Ucraina


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La situazione a Pokrovsk si presenta oggi come una delle più critiche dell’intero fronte del Donbass.

Le fonti sul campo, anche interne all’esercito ucraino,
parlano di una città ormai ridotta a un semicerchio assediato,
con l’unico corridoio di rifornimento – largo non più di 1,5 chilometri
costantemente sotto il fuoco delle forze russe.

I reparti ucraini che tentano di sfondare a nord-ovest finiscono spesso nei campi minati
e sotto l’assalto dei droni FPV, arma divenuta simbolo della guerra tecnologica russa.

In queste condizioni, il controllo operativo del settore da parte di Kyiv è puramente nominale.
 
A conferma indiretta del collasso,
l’ex vice ministro della Difesa Vitaliy Deineha ha ammesso pubblicamente che
«abbiamo praticamente perso Pokrovsk».

Ha avvertito che, senza un ordine immediato di ritiro controllato,
Kiev rischia non solo la distruzione di reparti d’élite – paracadutisti e marines altamente motivati
ma la perdita definitiva della capacità di “tappare i buchi” sul fronte.

Dichiarazioni di tale portata non emergono per caso: sono il segno di una crisi sistemica di comando.
 
Le informazioni filtrate dai canali interni dell’esercito
mostrano un clima di crescente sfiducia tra i reparti e il comando supremo.

Le decisioni di Zelensky e del generale Oleksandr Syrskyi
appaiono dettate più dalla necessità politica di mostrare resistenza che da una valutazione tattica.

Quando la propaganda sostituisce l’analisi operativa, il fronte cede.

L’Ucraina rischia di perdere non solo una città, ma anche la fiducia dei propri soldati.
 
Se Pokrovsk dovesse cadere, l’effetto domino sul fronte orientale sarebbe immediato.

Le forze russe potrebbero proiettarsi verso Myrnohrad,
minacciando Kramatorsk e Sloviansk, ultime roccaforti ucraine nel Donetsk.

La perdita di Pokrovsk segnerebbe anche la rottura della catena logistica
che ancora alimenta le brigate ucraine più a est.

In termini operativi, sarebbe la fine della difesa lineare ucraina nel settore.


Dal punto di vista militare e strategico, Pokrovsk rappresenta un banco di prova decisivo.

La superiorità numerica, la disciplina tattica e l’adattamento tecnologico russo
stanno imponendo un nuovo equilibrio sul campo.

Kyiv, invece, continua a oscillare tra negazioni e dichiarazioni di circostanza.

Quando un esercito inizia a non credere più ai propri comandanti, il fronte è già compromesso.

A Pokrovsk, la realtà ha ormai superato la retorica.


E l’accerchiamento – negato fino all’ultimo – è divenuto un fatto compiuto.
 

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