Indici Italia SO ESATTAMENTE COSA STATE PENSANDO iN QUESTO MOMENTO.... (2 lettori)

Amartya

Cazzari alla gogn@
non capite un quazzo neanche di musica:
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=1qUPABDSXHk]YouTube - Sanremo 72-Delirium[/ame]
 

Amartya

Cazzari alla gogn@
ora che voglio fare qualche operazione...scommetto che ricomincia il massacro al lavoro...e dovrò chiuderle in aticipo...
che palle....
 

L'Incompreso

L'Aquila nel cuore
Se il rialzo dei prezzi del petrolio si manifesta solo per breve tempo, l'impatto sulla crescita economica è generalmente impercettibile, in quanto le eventuali ripercussioni sono assorbibili con varie misure come il ricorso alle scorte o a coperture finanziarie. Lo scenario è però diverso se l'aumento dura più a lungo e deve essere trasferito sui prezzi. Questo «travaso» pone meno problemi se la congiuntura è favorevole, le singole imprese vantano una forte dominanza sul mercato e gli aumenti dei prezzi non incidono sulla domanda; esso risulta tuttavia più difficoltoso in presenza di clienti sensibili ai prezzi o di impegni d'acquisto a lungo termine, circostanza che comporta la riduzione dei margini lordi di commercianti e produttori.
Se il prezzo dell'oro nero aumenta in modo prolungato, nel medio e lungo periodo aumenta anche l'entità dei trasferimenti di prezzo. Il rincaro del greggio si ripercuote sui prezzi dei beni e il potere d'acquisto diminuisce; di conseguenza, il gioco di domanda e offerta si adegua al nuovo contesto.
Nei singoli settori distinguiamo tra due tipi di vulnerabilità al rialzo dei prezzi petroliferi: a breve e a medio-lungo termine. A breve termine sono colpiti i settori con un consumo energetico comparativamente elevato e che in prevalenza stipulano quindi contratti di fornitura a lungo termine. Sull'altro fronte, i settori colpiti da medio a lungo termine producono soprattutto beni di consumo durevoli e subiscono le ripercussioni del caro-petrolio in quanto i consumatori posticipano l'acquisto di un bene di consumo o addirittura vi rinunciano completamente. La maggior parte di questi comparti è fortemente orientata all'export. Se la pressione sui margini perdura e gli operatori di mercato prevedono che i prezzi del greggio rimarranno alti, oltre al consumo saranno penalizzati anche gli investimenti.

L'ascesa dei prezzi petroliferi si ripercuote direttamente sui settori legati ai trasporti come la logistica e l'aviazione. Quest'ultima è particolarmente esposta poiché il fabbisogno di carburante grava in misura rilevante, anche fino al 25 per cento, sui costi d'esercizio. Inoltre, la concorrenza fra le compagnie aeree impedisce di «scaricare» completamente i costi sui biglietti.
La situazione è poco rosea anche per la fabbricazione di macchine, un comparto con un elevato fabbisogno di energia: il rialzo dei prezzi, infatti, condiziona pure la congiuntura di altri paesi zavorrando la domanda di beni svizzeri destinati all'export.
A medio e lungo termine sono colpiti anche altri settori orientati all'export come l'industria alimentare o tessile.
Il rincaro del greggio non risparmia nemmeno il settore alberghiero e della ristorazione: direttamente con l'aumento della bolletta del riscaldamento, indirettamente con la flessione dei turisti esteri penalizzati dal rallentamento della congiuntura nel loro paese e quindi meno propensi a viaggiare.
Gli ostacoli non mancano nemmeno per l'industria chimica e delle materie plastiche nonché per l'elettrotecnica, segmenti che lavorano con prodotti intermedi i cui costi dipendono dal prezzo del petrolio.
Meno esposte sono le banche e le assicurazioni: le ripercussioni sono contenute e riconducibili all'indebolimento della congiuntura globale o a cedimenti sui mercati finanziari.
 

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