Mi è venuta in mente una proposta di riforma fiscale (altro che flat tax!) che regalo a tutti i partiti e movimenti che vorranno farla propria.
Lasciamo stare le multinazionali, e occupiamoci dei normali cittadini contribuenti.
E' noto che in Italia i lavoratori dipendenti e i pensionati subiscono una ritenuta alla fonte, mentre le tasse degli autonomi vengono determinate al momento della dichiarazione dei redditi.
E' altrettanto noto che gli autonomi non dichiarano tutti i redditi, grazie anche alla "complicità" dei loro clienti (autonomi, dipendenti o pensionati che siano) che non gli chiedono scontrini o fatture in cambio, di solito, di uno "sconto" dell'IVA.
E poi ci tocca sentire gli autonomi che dicono "Ma se ci mettiamo anche noi a pagare le tasse, le aliquote non scenderanno: otterremo solo che lo Stato sprecherà più soldi".
Perfetto.
Chiedo solo l'equiparazione: che lo stesso ragionamento possano farlo tutti.
Ovvero:
- i datori di lavoro possono dedurre dai propri costi gli stipendi dei loro dipendenti, e versare i loro contributi a Fondi Pensione, MA
- sparisce l'obbligo di ritenuta alla fonte
- sparisce l'obbligo di comunicazione di quanto pagato tramite 770
- è consentito il pagamento delle retribuzioni / pensioni (dell'INPS) in contanti.
In pratica lo Stato, se vorrà fare pagare le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, avrà a disposizione gli stessi strumenti che ha con gli autonomi.
La proposta supera pienamente i vincoli costituzionali (anzi: è incostituzionale l'attuale apartheid fiscale).
Articolo 3 della Costituzione:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.