SPECIALE E' CHI ASCOLTA LE TUE PAURE E LE TRASFORMA IN CORAGGIO

DANY1969

Forumer storico
:)
Poi ci sono Premier che si vantano di aver trasformato le promesse in realtà e i fiaschi in gloriose vittorie (purtroppo a trasformare l'acqua in vino ci aveva già pensato qualcun'altro:confused:) :-o:wall:
Non per vantarmi... ma anche oggi non ho ucciso nessuno... nonostante la domenica ne avesse tutte le prospettive :smokin:... ma, come scritto nell'altro 3d, sovrappensiero è un posto bellissimo...e in ogni caso qualsiasi posto va bene se non c'è mia suocera :up::D
Oggi ho deciso di darvi qualche ripetizione... mettetevi comodi :-o:melo::daisy:

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Siamo fatti così .......ma non siamo tutti uguali.

Le politiche per l’occupazione giovanile del governo Renzi? Funzionano.
Per avere conferma chiedete al 28enne Pier Francesco Boschi, fratello minore del ministro delle riforme Maria Elena Boschi, assunto in una coop rossa di Ravenna.
A darne notizia è Il Fatto quotidiano che ricorda con l’occasione la carriera fortunata di un altro fratello della Boschi, Emanuele Boschi, 33 anni.
Appena laureato, nel 2007, era stato assunto in Banca Etruria.
Dopo lo scandalo e il commissariamento della Banca con la rimozione di papà Boschi, Emanuele è andato a lavorare, come ricorda il sito Formiche, «nello studio legale di Umberto Tombari, dove all’epoca lavorava Francesco Bonifazi, suo ex fidanzato, oggi un “renziano” di ferro e tesoriere del Pd, ancora molto amico di Maria Elena.
Non uno studio legale qualsiasi, ma il più importante di Firenze in tema di diritto societario».
 
Polemiche e divisioni a Roma. L’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) certo non ha mancato di sfilare dal Colosseo a Porta San Paolo, ma anche quest’anno era assente la Brigata Ebraica e l’Associazione nazionale ex deportati nei campi di sterminio (Aned). Per protesta – hanno spiegato – contro la presenza nel corteo di centri sociali e associazioni filo-palestinesi, considerate anti-israeliane se non antisemite. Lo scorso anno il corteo ufficiale venne annullato. Nel 2014 filo palestinesi e giovani della Comunità ebraica vennero alle mani. “In questa città è venuta a mancare la possibilità di celebrare la festa del 25 aprile nei modi e nelle forme che questo anniversario meriterebbe”, ha scritto la Comunità in una nota.
 
Ma il caso più clamoroso accade alla Scala di Milano, dove la dedica di una sala all’Anpi da parte del soprintendente suscita le ire funeste di altri partigiani. Lo riporta il Giornale. “Un «affezionato scaligero» milanese, Carlo Guidi, ha firmato una lettera aperta al sovrintendente del Teatro alla Scala, Alexander Pereira, per esprimere il suo dissenso (e sembra di capire di molti altri frequentatori del Piermarini). Un atto offensivo, dice chiaro e tondo. “Avere concesso all’Anpi, l’autorizzazione ad aprire all’interno del teatro una sezione «che si prefigge di promuovere e tutelare i valori della Costituzione». Di per sé, obiettivo nobilissimo. Ma – si chiede il firmatario della lettera, «nipote di partigiano e ugualmente nipote di un combattente della Repubblica sociale» – perché non limitarsi a un richiamo alla Resistenza da parte del Teatro alla Scala (dedicare per esempio una sala a un grande partigiano o promuovere un concerto per l’anniversario della Liberazione) e invece arrivare a coinvolgere l’istituzione scaligera in un sodalizio con un’associazione «che non rappresenta affatto tutti i partigiani d’Italia, ma solo una parte?», riporta nell’articolo Luigi Mascheoni. Si spiega ancora meglio: «Da sempre l’Anpi è stata la succursale partitica del mito della Resistenza, ovvero quanto di più lontano dalla Liberazione: l’ha trasformata in un valore di partito e non di tutti gli italiani». «Trovo assai grave – è la conclusione della lettera- che un’associazione come l’Anpi, ancora purtroppo non del tutto scevra da logiche di partito e di contrapposizione ideologica, abbia messo un piede nel tempio sacro della musica milanese».
 
Altra polemica a Corsico. L’amministrazione comunale che è nella mani della Lega inizialmente non avrebbe voluto dare la parola all’Anpi, per evitare “l’eccesso di retorica resistenziale”. Poi è tornato a più miti consigli e ha infatti scritto una lettera al presidente del corpo musicale chiedendo che alla cerimonia fossero eseguiti “esclusivamente” La leggenda del Piave, Valsesia, La ritirata, 33, Sventola il tricolore, la bandiera dei tre colori, inni unificanti e non divisivi. Quindi non Bella ciao. Il Pd cittadino ha promesso che la canterà ugualmente. Bel clima si respirerà, visto che si preparano a una contromanifestazione.
 
Diverso il caso di Portoferraio, dove per la prima volta dopo tantissimi anni il Comune ha deciso di non organizzare alcuna manifestazione ufficiale per il 25 aprile, un giorno che per una città rosso fuoco come Portoferraio ha sempre avuto un valore particolare. Eppure il 2016 passerà alla storia come l’anno in cui l’amministrazione di Portoferraio si limiterà a presenziare alla cerimonia organizzata altrove, a Campo nell’Elba, inviando il gonfalone del Comune e il comandante della polizia municipale per rappresentanza. Lo aveva anticipato il Tirreno. Quante storie, spiega il sindaco Mario Ferrari che prova a spegnere le polemiche. «Non è vero che non facciamo niente – racconta – saremo presenti alla cerimonia di Campo con il nostro gonfalone. Si parla tanto di unioni dei Comuni, non vedo la necessità di fare polemica se per una volta festeggiamo la ricorrenza in un altro paese, è un modo di celebrare il 25 aprile anche con gli altri Comuni. ». Ma la spiegazione fornita dal sindaco non si limita a questo. «Gli stessi che protestano oggi non hanno sottolineato l’impegno del Comune quando, per la prima volta, abbiamo commemorato il 19 marzo con una cerimonia religiosa i cittadini morti sotto le bombe degli Alleati – spiega Ferrari, che poi ricorda la celebrazione dello scorso anno – E non dimentico come l’anno passato il mio discorso fu criticato perché non feci riferimento ai partigiani e alla Resistenza, quando le stesse associazioni partigiane furono le prime a saltare la cerimonia». Parole che stanno facendo infuriare gli antifascisti in servizio permanente effettivo. Anche qui, un 25 aprile pieno di veleni.
 

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