carrodano ha scritto:
le considerazioni svolte sopra
erano tese a considerare
l'importaza di certe facoltà
umane
quali
l'intelletto e
la ragione.
distingere in categorie
persone ritenute
appartenenti a campi avversi
non è un metodo che mi appartiene
anzi
espressamente
ritengo che
intelletto e ragione siano facoltà
distribuite sotto vari
orizzonti e panorami.
intelletto e ragione ...
non sono filosofo
non sono neurologo
non sono teologo
non sono sociologo
e quindi mi ritengo scusabile e scusato se, dopo aver riflettuto un po', non riesco ad individuare sostanziali differenze fra intelletto e ragione ... sono entrambe facoltà che dovrebbero utilizzare la logica, l'esperienza
più che l'intuito, le emozioni
però intelletto effettivamente può apparire un termine più vago e più ampio, a ricomprendere oltre alla ragione pure i prodotti della parte destra del cervello, le emozioni appunto ...
talchè

taluni argomentano che la fede sia un prodotto pur sempre dell'intelletto, anche se ovviamente non della ragione
e su tale ambiguità gioca il famoso nonsense di Sant'Anzelmo ""credo ut intelligam""
che dagl'interessati viene riproposto come la necessità di una continua interazione dialettica fra la parte emozionale e quella razionale ... come se la parte razionale potesse prima o poi stancarsi di resistere e cedere all'irrazionale !! ... cessare cioè di essere razionale
beh ... in fondo è comprensibile che dopo aver creduto di utilizzare la razionalità per risolvere quesiti della massima importanza come la determinazione del sesso degli angeli molti abbiano sentito ... che dico, UDITOOO la ragione ... crashare
