«La Calabria sta diventando un’importante area strategica per i collegamenti fra i Paesi del bacino Mediterraneo e le regioni del Nord Europa (…). La disponibilità di localizzare nuove aree industriali attrezzate è favorita dalle amministrazioni locali, dalla disponibilità di forza lavoro giovane, flessibile e altamente qualificata (..) e dall’elevato regime di aiuti alle imprese».
È l’introduzione del sito promozionale Investinsud patrocinato dalla presidenza del Consiglio.
Folclore e natura prendono grande spazio, così come le informazioni sui bandi e le aree strategiche.
In tutto il sito – comprensibilmente – manca un dato.
Fondamentale.
Al 2011 il numero di aziende a capitale estero presenti in tutta la regione dei Bronzi di Riace arriva a 22 (Dati Ice, Politecnico Milano).
Di cui con sede tra Reggio e Cosenza solo 19.
Totale dei lavoratori impiegati poco più di 1.600.
Numeri bassi che non hanno nulla a che vedere con la crisi.
Nel 2005 erano 20 con circa 1.400 dipendenti.
Nello stesso periodo in Lombardia si potevano contare 4.196 aziende a capitale straniero con oltre 400mila persone impiegate.
Sei anni prima 4.183, mentre nel 2008 erano arrivate a 4.335.
In Calabria il rapporto Ide/Pil non supera generalmente lo 0,02%, nel caso della Lombardia si arriva al 3,2%.
Un valore, quest’ultimo, in linea rispetto alla Francia e doppio rispetto alla Spagna.
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