patt
Forumer storico
Borse: è solo un rally estivo o qualcosa di più? Le prospettive nel breve
Con la seduta odierna si è interrotto il movimento di recupero dei mercati azionari internazionali che sono tornati a perdere terreno, a partire dal Giappone con un calo di quasi un punto, passando per l’Europa dove le flessioni sono state decisamente più contenute, fino ad arrivare agli Stati Uniti dove gli indici mostrano un ribasso comunque non particolarmente significativo, considerando che il Nasdaq Composite si muove ad un passo dalla parità.
Il ritorno del segno meno in Borsa, per quanto almeno fino ad ora non abbia provocato alcun danno, induce inevitabilmente a porsi degli interrogativi sul recente movimento dei mercati e soprattutto sulle probabilità di un’effettiva prosecuzione o meno del rimbalzo in atto.
Nelle ultime giornata abbiamo assistito a delle prove di forza da parte degli indici azionari che si sono mossi comunque lungo la via dei rialzi, nonostante alcune cattive notizie. Basti pensare alle trimestrali di Fannie Mae e di Freddie Mac o allo scontro tra Russia e Georgia che in altri momenti avrebbero sicuramente provocato reazioni molto negative in Borsa.
Questo però non è accaduto e secondo gli esperti di MPS Capital Services, un comportamento simile da parte del mercato, rappresenta un chiaro segnale di come almeno nel breve termine gli operatori stiano riequilibrando i loro portafogli, riducendo il sottopeso precedentemente assegnato all’azionario. Gli analisti però ritengono che ci sono segnali altrettanto chiari che indicano come tale atteggiamento sia destinato a durare solo per qualche settimana, a giudicare dall’andamento in controtendenza dei mercati dei Paesi emergenti, sia sul fronte azionario che su quello obbligazionario.
Il rialzo sperimentato nelle ultime giornate in Borsa potrebbe dunque configurarsi come il classico rally d’agosto, reso più agevole anche dal minor numero di operatori presenti sul mercato, che favorisce un’amplificazione dei movimenti tanto al rialzo quanto al ribasso.
Indubbiamente la risalita dei listini è stata favorita dalla pesante flessione dei prezzi del petrolio che hanno perso quasi 35 dollari dai massimi storici. E un aiuto è arrivato anche dal netto recupero del dollaro nei confronti della moneta unica, il cui rapporto di cambio è sceso in area 1,49.
Tutto sta a vedere quanto questo scenario sia destinato a sopravvivere nel breve o se piuttosto si assisterà ad una rinnovata debolezza del biglietto, con conseguente ripresa delle quotazioni del greggio e un calo dei mercati azionari.
Del resto le prospettive per i mesi a venire non sono certo delle migliori, tanto che alcuni analisti ritengono che la seconda parte dell’anno sarà ancora peggiore per l’economia a stelle e strisce, con un indebolimento più marcato rispetto all’andamento mediocre dei primi sei mesi del 2008. Gli esperti di American Express ritengono che la congiuntura americana sia destinata ad indebolirsi ulteriormente nei prossimi mesi. A fare da eco a queste dichiarazioni sono i colleghi di Goldman Sachs i quali si aspettano una nuova decelerazione della crescita, mettendo in guardia dal fatto che sta aumentando considerevolmente il rischio di una ripercussione negativa negli Stati Uniti della debolezza della domanda internazionale.
Previsioni che non lasciano certo ben sperare neanche per il futuro a breve dell’azionario che inevitabilmente continuerà ad essere condizionato dalle indicazioni macro e societarie che continueranno a giungere nel corso delle prossime settimane.
Già la seduta di domani ad esempio sarà piuttosto impegnativa sul fronte macroeconomico americano, visto che in agenda troviamo i prezzi import-export che a luglio, con riferimento ai primi, dovrebbero mostrare una crescita dell’1%, in frenata però rispetto al 2,6% del mese precedente.
Per le vendite al dettaglio si prevede un incremento dello 0,2% in confronto allo 0,01% precedente, mentre al netto della componente auto si stima una variazione positiva dello 0,5%, in rallentamento rispetto allo 0,8% dell’ultima lettura. Infine per le scorte delle imprese si scommette su una crescita dello 0,4% dallo 0,3% precedente.
Altrettanto importante sarà la seduta di giovedì quando si conoscerà il dato sull’inflazione che a luglio dovrebbe mostrare un progresso dello 0,4%, in frenata rispetto all’1,1% della lettura precedente. Il dato “core”, al netto cioè delle componenti più volatili quali alimentari ed energia, è prevista una variazione positiva dello 0,2% dallo 0,3% di giugno.
Per le nuove richieste di sussidi di disoccupazione invece le previsioni parlano di un calo a 425mila unità dalle 455mila dell’ultima ottava.
La settimana si chiuderà infine con l’indice Empire State Manufacturing di agosto, visto a -3 punti dai -4,9 di giugno, mentre per i flussi netti di capitali esteri denominati in dollari è atteso un saldo positivo di 70 miliardi di dollari dopo la flessione di 2,5 miliardi di maggio.
In calendario anche la produzione industriale che dovrebbe calare dello 0,1% rispetto alla crescita dello 0,5% precedente, mentre per la capacità di utilizzo degli impianti si prevede un frazionale ribasso dal 79,9% al 79,8%. La giornata si chiuderà con il dato preliminare della fiducia Michigan di agosto, visto a 62 punti dai 61,2 di luglio.
Sempre sull’opposta sponda dell’Atlantico non mancheranno alcuni spunti dal mondo societario, visto che domani si conosceranno i risultati del secondo trimestre di Brocade Communications che per non deludere le attese dovrà centrare l’obiettivo di un utile per azione di 0,14 dollari.
Il giorno dopo l’attenzione si sposterà su Wal-Mart da cui si attende un eps di 0,84 dollari.
Sul mercato domestico, domani si guarderà ai titoli del settore petrolifero sulla scia del calo dei prezzi poco al di sopra dei 113 dollari al barile e in vista del report sulle scorte Usa che sarà diffuso dal Dipartimento dell’energia statunitense nel pomeriggio.
Tra le società a piccola e media capitalizzazione segnaliamo invece ERG nel giorno in cui presenterà i risultati del secondo trimestre e dei primi sei mesi dell’anno.
Alla prova dei conti saranno chiamati il giorno successivo Pierrel e Biancamano, mentre venerdì prossimo Piazza Affari rimarrà chiusa per via della festività del Ferragosto.
Con la seduta odierna si è interrotto il movimento di recupero dei mercati azionari internazionali che sono tornati a perdere terreno, a partire dal Giappone con un calo di quasi un punto, passando per l’Europa dove le flessioni sono state decisamente più contenute, fino ad arrivare agli Stati Uniti dove gli indici mostrano un ribasso comunque non particolarmente significativo, considerando che il Nasdaq Composite si muove ad un passo dalla parità.
Il ritorno del segno meno in Borsa, per quanto almeno fino ad ora non abbia provocato alcun danno, induce inevitabilmente a porsi degli interrogativi sul recente movimento dei mercati e soprattutto sulle probabilità di un’effettiva prosecuzione o meno del rimbalzo in atto.
Nelle ultime giornata abbiamo assistito a delle prove di forza da parte degli indici azionari che si sono mossi comunque lungo la via dei rialzi, nonostante alcune cattive notizie. Basti pensare alle trimestrali di Fannie Mae e di Freddie Mac o allo scontro tra Russia e Georgia che in altri momenti avrebbero sicuramente provocato reazioni molto negative in Borsa.
Questo però non è accaduto e secondo gli esperti di MPS Capital Services, un comportamento simile da parte del mercato, rappresenta un chiaro segnale di come almeno nel breve termine gli operatori stiano riequilibrando i loro portafogli, riducendo il sottopeso precedentemente assegnato all’azionario. Gli analisti però ritengono che ci sono segnali altrettanto chiari che indicano come tale atteggiamento sia destinato a durare solo per qualche settimana, a giudicare dall’andamento in controtendenza dei mercati dei Paesi emergenti, sia sul fronte azionario che su quello obbligazionario.

Il rialzo sperimentato nelle ultime giornate in Borsa potrebbe dunque configurarsi come il classico rally d’agosto, reso più agevole anche dal minor numero di operatori presenti sul mercato, che favorisce un’amplificazione dei movimenti tanto al rialzo quanto al ribasso.

Indubbiamente la risalita dei listini è stata favorita dalla pesante flessione dei prezzi del petrolio che hanno perso quasi 35 dollari dai massimi storici. E un aiuto è arrivato anche dal netto recupero del dollaro nei confronti della moneta unica, il cui rapporto di cambio è sceso in area 1,49.
Tutto sta a vedere quanto questo scenario sia destinato a sopravvivere nel breve o se piuttosto si assisterà ad una rinnovata debolezza del biglietto, con conseguente ripresa delle quotazioni del greggio e un calo dei mercati azionari.
Del resto le prospettive per i mesi a venire non sono certo delle migliori, tanto che alcuni analisti ritengono che la seconda parte dell’anno sarà ancora peggiore per l’economia a stelle e strisce, con un indebolimento più marcato rispetto all’andamento mediocre dei primi sei mesi del 2008. Gli esperti di American Express ritengono che la congiuntura americana sia destinata ad indebolirsi ulteriormente nei prossimi mesi. A fare da eco a queste dichiarazioni sono i colleghi di Goldman Sachs i quali si aspettano una nuova decelerazione della crescita, mettendo in guardia dal fatto che sta aumentando considerevolmente il rischio di una ripercussione negativa negli Stati Uniti della debolezza della domanda internazionale.
Previsioni che non lasciano certo ben sperare neanche per il futuro a breve dell’azionario che inevitabilmente continuerà ad essere condizionato dalle indicazioni macro e societarie che continueranno a giungere nel corso delle prossime settimane.
Già la seduta di domani ad esempio sarà piuttosto impegnativa sul fronte macroeconomico americano, visto che in agenda troviamo i prezzi import-export che a luglio, con riferimento ai primi, dovrebbero mostrare una crescita dell’1%, in frenata però rispetto al 2,6% del mese precedente.
Per le vendite al dettaglio si prevede un incremento dello 0,2% in confronto allo 0,01% precedente, mentre al netto della componente auto si stima una variazione positiva dello 0,5%, in rallentamento rispetto allo 0,8% dell’ultima lettura. Infine per le scorte delle imprese si scommette su una crescita dello 0,4% dallo 0,3% precedente.
Altrettanto importante sarà la seduta di giovedì quando si conoscerà il dato sull’inflazione che a luglio dovrebbe mostrare un progresso dello 0,4%, in frenata rispetto all’1,1% della lettura precedente. Il dato “core”, al netto cioè delle componenti più volatili quali alimentari ed energia, è prevista una variazione positiva dello 0,2% dallo 0,3% di giugno.
Per le nuove richieste di sussidi di disoccupazione invece le previsioni parlano di un calo a 425mila unità dalle 455mila dell’ultima ottava.
La settimana si chiuderà infine con l’indice Empire State Manufacturing di agosto, visto a -3 punti dai -4,9 di giugno, mentre per i flussi netti di capitali esteri denominati in dollari è atteso un saldo positivo di 70 miliardi di dollari dopo la flessione di 2,5 miliardi di maggio.
In calendario anche la produzione industriale che dovrebbe calare dello 0,1% rispetto alla crescita dello 0,5% precedente, mentre per la capacità di utilizzo degli impianti si prevede un frazionale ribasso dal 79,9% al 79,8%. La giornata si chiuderà con il dato preliminare della fiducia Michigan di agosto, visto a 62 punti dai 61,2 di luglio.

Sempre sull’opposta sponda dell’Atlantico non mancheranno alcuni spunti dal mondo societario, visto che domani si conosceranno i risultati del secondo trimestre di Brocade Communications che per non deludere le attese dovrà centrare l’obiettivo di un utile per azione di 0,14 dollari.
Il giorno dopo l’attenzione si sposterà su Wal-Mart da cui si attende un eps di 0,84 dollari.
Sul mercato domestico, domani si guarderà ai titoli del settore petrolifero sulla scia del calo dei prezzi poco al di sopra dei 113 dollari al barile e in vista del report sulle scorte Usa che sarà diffuso dal Dipartimento dell’energia statunitense nel pomeriggio.
Tra le società a piccola e media capitalizzazione segnaliamo invece ERG nel giorno in cui presenterà i risultati del secondo trimestre e dei primi sei mesi dell’anno.
Alla prova dei conti saranno chiamati il giorno successivo Pierrel e Biancamano, mentre venerdì prossimo Piazza Affari rimarrà chiusa per via della festività del Ferragosto.