Con questi dati dovremmo volare.
Verso la Bancarotta: Torna alla Consueta Discesa l'Industria Italiana - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato
Partiamo dalla notizia
da Istat:
Fatturato e ordinativi dell’industria
A dicembre il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, registra una diminuzione dell’1,6% rispetto a novembre (-1,7% sul mercato interno e -1,4% su quello estero).
Nella media del 2015 il fatturato segna un aumento dello 0,2%, sintesi di una flessione sul mercato interno (-0,2%) e di un incremento su quello estero (+1,2%).
Negli ultimi tre mesi, l’indice complessivo registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti (-0,3% per il fatturato interno e +0,6% per quello estero). Sulla flessione trimestrale pesa la dinamica negativa delle vendite di prodotti energetici, al netto dei quali il fatturato risulta, complessivamente, in crescita (+0,5%).
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di dicembre 2014), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 3,0%, con un calo del 2,7% sul mercato interno e del 3,2% su quello estero.
A dicembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano flessioni congiunturali per l’energia (-4,6%), per i beni strumentali (-2,2%), per i beni intermedi (-1,2%) e per i beni di consumo (-0,7%).
L’indice grezzo del fatturato cresce, in termini tendenziali, dello 0,2%: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente interna dei beni strumentali.
L’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+10,5%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-17,2%).
Gli ordinativi totali segnano una diminuzione congiunturale del 2,8%, sintesi di una flessione del 4,8% degli ordinativi interni e di un aumento dello 0,2% di quelli esteri.
Nel confronto con il mese di dicembre 2014, l’indice grezzo degli ordinativi aumenta dell’1,5%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di prodotti di elettronica, mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-15,4%).
Bene come volevasi dimostrare dopo un rimbalzino del gatto morto durato neppure un anno tornano i segni meno, e per vostra informazione vorrei che osservaste cosa è successo in termini comparati negli ultimi 25 anni all’Italia
Dobbiamo tornare agli anni 70 per osservare livelli come quelli di oggi.
Credo che questa volta sarà diverso, nel senso che nella nuova forte crisi finanziaria e economica che l’Italia si appresta ad affrontare non ci sarà spazio per calciare il barattolo.
Siate consapevoli e siate preparati.
Un’ultima cosa, le agenzie di rating guardano ad un solo fattore per giudicare la sostenibilità del debito italiano, ovvero la capacità del governo di “fare quanto è necessario” per pagare interessi e capitali.
Mi spiego meglio: posto che
il debito italaino ( e non solo) è impagabile per via ordinaria, e posto che gli italiani hanno il patrimonio personale per coprire, ciò che conta è che in carica ci sia un governo in grado di togliere agli uni (gli Italiani) per dare agli altri (i creditori) in maniera stabile e credibile.
Quindi la politica conta eccome, l’attuale governo garantisce a sufficenza i creditori…. domani chissà.