Macroeconomia Usa-Europa strategie di investimento

prospettive settimanali

ecco le ultime....

Dopo quattro aumenti moderati consecutivi, nel secondo​
trimestre il PIL nell'Eurozona ha registrato una stagnazione.​
Con un secondo calo trimestrale consecutivo l'economia​
dell'Italia è ricaduta in recessione. La Francia non si è mossa,​
così come nel primo trimestre. Anche la Germania ha registrato​
un calo del -0.2% qoq, ma non a causa di ostacoli​
strutturali alla crescita, come nei due paesi prima citati, ma​
dopo un solido +0.7% all'inizio dell'anno soprattutto a causa​
di fattori tecnici. L'unico faro tra i grandi paesi membri è la​
Spagna che ha mostrato un forte aumento dello 0.6% e che​
si trova attualmente su un soddisfacente percorso di crescita​
con un miglioramento relativamente forte della competitività.​
Il consolidamento originariamente sperato della ripresa non​
si è quindi verificato, almeno non fino a metà anno. Come​
già accennato per la Germania, in parte i deboli dati del PIL​
dell'Eurozona dovrebbero tuttavia essere stati negativamente​
influenzati da una correzione tecnica. Questa stima è​
condivisa anche dalla BCE nella sua ultima valutazione della​
situazione. Oltre all'attenuazione della domanda dell'economia​
mondiale dalla fine dell'anno scorso, anche il mite​
tempo invernale e gli effetti dei giorni di ponte hanno frenato​
la dinamica industriale nel trimestre primaverile. Anche i​
dati commerciali della Svizzera mostrano una sensibile correzione​
al ribasso nel 2° trimestre. Nel complesso, nonostante​
l'aumento della volatilità finora gli indicatori della fiducia​
nell'Eurozona segnalano una moderata dinamica di crescita​
positiva nel secondo semestre. Una maggiore conferma al​
riguardo sarà fornita giovedì prossimo dagli indici provvisori​
dei responsabili degli acquisti per la Francia, la Germania e​
l'Eurozona per agosto. A quel punto si potrebbe cominciare​
a capire quanto l'inasprimento delle sanzioni contro e della​
Russia influenzi la reale attività delle imprese europee. Oltre​
ai paesi vicini dell'Europa orientale che esportano in Russia​
fino a un quinto dei loro prodotti, tra i grandi paesi europei
la Germania ha la quota di esportazioni più elevata con «soltanto​
» il 3.3%.​
Negli Stati Uniti, la prossima settimana saranno comunicati​
soprattutto i dati sul mercato immobiliare. Dopo l'avvallamento​
invernale, negli ultimi mesi la fiducia e i fatturati nel​
settore immobiliare hanno mostrato di nuovo un rialzo. La​
ripresa rimane tuttavia sempre indietro rispetto ai massimi​
ciclici dell'anno scorso. Anche l'attività edilizia indicata per​
gli immobili a uso abitativo ha un andamento laterale con​
oscillazioni già da alcuni trimestri. Dall'inizio della discussione​
sul tapering nello scorso maggio e dal connesso aumento​
dei tassi, il percorso di ripresa inizialmente forte sul mercato​
immobiliare statunitense ha perso molto slancio. A differenza​
del 2013, nel primo semestre 2014 l'edilizia non ha più​
fornito alcun significativo contributo alla crescita del PIL​
statunitense. Anche questo è un motivo per la nostra previsione​
invariata di un'accettabile ma non esuberante ripresa​
negli Stati Uniti nel resto dell'anno. Anche i moderati fatturati​
della vendita al dettaglio pubblicati questa settimana vanno​
in questa direzione.​
La maggiore avversione al rischio fa scendere i rendimenti​
dei porti sicuri​
Anche se ultimamente i dati congiunturali globali non sono​
stati necessariamente negativi, le previsioni più ottimistiche​
sui mercati non sono state soddisfatte, soprattutto per l'Eurozona.​
Con il contemporaneo aumento dei problemi geopolitici​
la volatilità è di nuovo aumentata. Finora non in modo​
preoccupante, ma in modo sensibile da un livello molto​
basso. In questo ambito, la domanda di investimenti sicuri​
ha ricevuto di nuovo una spinta. Oltre ai rendimenti dei titoli​
di stato svizzeri e tedeschi, anche i tassi per i titoli di stato​
statunitensi sono notevolmente diminuiti, sebbene finora la​
stima su un graduale avvicinamento di un aumento dei tassi​
da parte della Fed non sia cambiata. Tuttavia, finora i corsi​
delle obbligazioni della periferia dell'Eurozona hanno ottenuto​
un ottimo risultato in questo contesto. Sebbene il sovraprezzo​
rispetto ai rendimenti tedeschi sia aumentato, non vi​
è stata alcun'inversione della ripida tendenza ribassista dei​
livelli dei rendimenti degli ultimi due anni
:Dm
 
petrolio

qui ..non fanno vacanza...:D:D:D:D:D:D

prezzo del petrolio di natura
provvisoria
Nonostante l'aumento della violenza in Siria, Libia e Iraq e
degli attacchi aerei cominciati da poco contro i ribelli ribasso del IS, il
prezzo per il petrolio si trova in una tendenza ribassista.
Come avevamo già previsto nelle Prospettive settimanali del
20 giugno, finora i focolai di conflitto geopolitici non hanno
determinato alcun inasprimento del commercio mondiale del
petrolio e neppure una nuova crisi petrolifera. Anzi, il tipo di
petrolio Brent, determinante per l'Europa, ha registrato questa
settimana addirittura un minimo degli ultimi 9 mesi di
poco superiore a USD 103 al barile. Questo è sorprendente
in quanto durante precedenti aumenti della violenza nel
Vicino Oriente i prezzi del petrolio si erano impennati; per
esempio all'inizio della prima guerra con l'Iraq nel 1990 o
con l'avvio delle operazioni belliche contro l'Iraq nel 2003.
Vulnerabile prezzo del Brent durante le ultime guerre con
l'Iraq (indicizzato, 100 = inizio delle rispettive operazioni belliche
Spiegabile solo in modo insufficiente
Contrariamente a questi precedenti modelli, nonostante gli
attuali disordini si può almeno capire un movimento laterale,
poiché in considerazione del forte aumento dell'approvvigionamento
autonomo del petrolio del Nord America, dovuto
al fracking, e a causa delle elevate scorte gli operatori di
mercato ritengono bassi i problemi di approvvigionamento. Il
ribasso del prezzo del petrolio, iniziato a metà giugno e che
continua da allora, alla fine non è completamente spiegabile
e fino a un certo punto dovrebbe dipendere da un comportamento
irrazionale sui mercati. La prevista diminuzione della
dinamica congiunturale in Cina e l'interruzione della ripresa
economica in Europa dovrebbero aver avuto un effetto sensibile
sul prezzo del petrolio. Anche il dollaro è aumentato notevolmente
rispetto all'euro, il che rende piu' caro il petrolio per gli investitori
al di fuori dell'area usd e frena
rispettivamente la domanda. Di conseguenza, gli investitori
speculativi hanno diminuito sensibilmente le loro posizioni
long, con ulteriore rafforzamento della pressione sul prezzo
del petrolio.
Il rafforzamento del dollaro statunitense spiega in parte il calo del prezzo
del petrolio
A nostro avviso, il forte calo del prezzo non è comunque
sufficientemente giustificabile da questi andamenti e prevediamo
che il prezzo del petrolio nel resto dell'anno recupererà
nuovamente terreno. Per il momento, il prezzo del Brent
dovrebbe continuare a scendere leggermente – i deboli dati
congiunturali dell'Eurozone lasciano sotto pressione il prezzo
del petrolio così come il rapporto AIE pubblicato questa
settimana, nel quale le previsioni per la domanda mondiale
di petrolio per questo e il prossimo anno sono state riviste al
ribasso. ll potenziale ribassista dovrebbe però essere molto
limitato. Infatti, da un lato prevediamo sempre che l'economia
in Europa continuerà la sua lenta ripresa e dall'altro lato
l'OPEC non accetterà alcun prezzo che rimanga per molto
tempo sensibilmente inferiore ai USD 100 al barile (vedi
Focus:
Fracking: Considerazioni di natura economica sulla

nuova tecnica di estrazione).
Qualora il prezzo del petrolio

rimanesse notevolmente al di sotto di questa soglia, dovrebbe
essere solo una questione di tempo prima che il cartello
reagisca con una diminuzione della quantità estratta e quindi
con una scarsità dell'offerta. E infine il perdurare e l'inasprimento
della crisi tra la Russia e l'Occidente aumenta il rischio
di una limitazione delle forniture di petrolio russe all'Europa,
il che con l'avvicinarsi dell'autunno dovrebbe essere sempre
più riflesso nei prezzi.
In questo contesto manteniamo la nostra previsione a 12
mesi di USD 110 al barile e riteniamo l'attuale situazione una
buona occasione per incrementare l'esposizione di petrolio

m:mmmm::mmmm::mmmm::mmmm::mmmm::mmmm::mmmm::mmmm::mmmm::mmmm::mmmm:
 
x la prox sett

buon wwwweee.............
La Fed prepara lentamente i mercati a un aumento dei
tassi
La pubblicazione dell'ultimo verbale della riunione della Banca​
centrale americana ha mostrato che il primo aumento dei​
tassi di riferimento dal 2004 si sta lentamente avvicinando.​
Come già accennato da Janet Yellen, l'aumento dei tassi​
potrebbe avvenire prima di quanto previsto dai mercati, se la​
situazione sul mercato del lavoro dovesse continuare a migliorare​
notevolmente. Tuttavia, questa volta mancava l'aggiunta​
che sarebbe possibile anche un intervento sui tassi in​
un secondo momento, qualora i progressi sul mercato del​
lavoro si interrompessero. C'erano inoltre per la prima volta​
informazioni più precise su come la Banca centrale in futuro​
gestirà i Federal Funds Rate; infatti a causa dell'elevata liquidità​
eccedente questo non si può più attuare facilmente con​
le tradizionali operazioni di mercato aperto. In questo ambito,​
un ruolo di controllo deve essere svolto tra l'altro dal​
tasso di riserva, con il quale la Fed dal 2008 remunera le​
riserve in eccesso delle banche commerciali. La Fed sta quindi​
preparando lentamente i mercati all'aumento dei tassi. Nel​
complesso, il verbale della riunione è stato un po' «più aggressivo​
» del previsto e ora sarà interessante vedere se Yellen​
lo confermerà nel suo imminente discorso alla conferenza​
di Jackson Hole oppure se relativizzerà di nuovo. Si prevede​
piuttosto l'ultima ipotesi e quindi la pubblicazione del​
verbale della riunione ha determinato solo una limitata reazione​
del mercato. In base ai dati fondamentali vediamo​
sempre confermato il nostro scenario di base di un primo​
aumento dei tassi a giugno 2015. La prossima settimana, la​
seconda stima per il PIL statunitense nel 2° semestre e gli​
ordinativi in entrata nell'industria dovrebbero confermare la​
buona dinamica congiunturale e rafforzare le aspettative di​
un aumento dei tassi nel primo semestre 2015.​
Eurozona ancora con poco slancio​
Dopo il presunto superamento del confine dei veicoli militari
russi e la loro distruzione da parte dell'esercito ucraino, per il
momento la temuta escalation nel conflitto tra i due stati
non si è verificata. L'iniziativa di mediazione avviata dalla
Germania e la notizia che la prossima settimana ci sarà presumibilmente
un incontro personale dei due Presidenti hanno
calmato un po' i mercati finanziari che hanno rivolto la
loro attenzione di nuovo sui dati macroeconomici. Complessivamente,
gli indici provvisori dei responsabili degli acquisti
per la Germania, la Francia e l'Eurozona non indicano ancora
un miglioramento dell'attività reale dopo il debole secondo
trimestre. La prossima settimana anche gli indici della fiducia
delle imprese dovrebbero registrare leggere flessioni.
Oltre alla crisi ucraina, anche problemi strutturali frenano la
dinamica congiunturale (vedi pagina 2).
I negativi dati immobiliari in Cina dovrebbero persistere
Anche in Cina, l'indice provvisorio dei responsabili degli acquisti
per l'industria manifatturiera ha registrato un calo e
ora minaccia di scendere di nuovo sotto l'importante soglia
di 50. Finora, i dati congiunturali nel 3° trimestre sono stati
più deboli rispetto al trimestre precedente; soprattutto il
mercato immobiliare ha fatto notizia. La dinamica negativa
dei prezzi delle case si è accentuata a luglio e nelle 70 città
più grandi il calo è già stato di quasi l'1% rispetto al mese
precedente. Su base annuale è risultato quindi solo un aumento
del 2.5%. Non esistono statistiche ufficiali al riguardo,
ma diverse stime fanno pensare che gli appartamenti
sfitti indicano sempre notevoli squilibri. Prevediamo pertanto
che per il momento i cali dei prezzi mensili persisteranno e
contribuiranno a far sì che l'obiettivo di crescita del PIL del
7.5% per poco non sarà raggiunto.
In Svizzera, la prossima settimana sarà pubblicato il barometro
congiunturale KOF. I dati complessivamente deludenti
degli indicatori anticipatori europei fanno prevedere per
agosto un leggero calo. I recenti dati delle esportazioni svizzere
per luglio mostrano tuttavia anche che le esportazioni
verso i principali mercati di sbocco europei, soprattutto verso
la Germania, hanno un andamento sempre solido
:mmmm: m

 
aggiornamento





Freno nell'Eurozona
La ripresa nell'Eurozona si è interrotta in primavera. Le sorprese
negative sono giunte soprattutto dalle tre grandi economie.
Nessuna ha fornito un contributo positivo alla crescita.
La «solida» Germania ha registrato una flessione perfino
dello 0.2% qoq. Nel confronto con i due trimestri precedenti
meno vulnerabili alle oscillazioni, confronto che ha uniformato
anche gli effetti dovuti alle condizioni atmosferiche, il PIL
tedesco nei primi due trimestri del 2014 è riuscito tuttavia ad
aumentare mediamente di un accettabile 0.3% qoq. La
Francia, invece, ha segnato il passo e l'economia dell'Italia è
ricaduta nel primo semestre in una leggera recessione. Ciò
riflette la persistente debolezza della crescita nei due paesi le
cui riforme procedono lentamente.
Il nuovo Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha
potuto comunicare nel frattempo un successo per quanto
riguarda la riforma istituzionale del Senato, che in futuro
dovrebbe facilitare l'iter legislativo. E anche una modifica
della legge elettorale per avere rapporti di maggioranza più
stabili sembra finalmente attuabile. Quanto alle riforme economiche
strutturali, il bilancio degli ultimi anni è tuttavia
piuttosto modesto, nonostante le numerose misure e gli
annunci ancora più numerosi. I diversi indici di competitività
mostrano un miglioramento in alcuni settori. Ma un grande
passo in avanti non è riuscito. L'eccessiva regolamentazione
praticamente non è diminuita, l'imposizione fiscale rimane a
un elevatissimo livello, la fiducia nella politica non è migliorata
e gli investimenti infrastrutturali (inclusa l'istruzione) non
sono stati esclusi dalle misure di risparmio. Anche la flessibilità
sul mercato del lavoro rimane relativamente bassa, nonostante
alcuni adeguamenti
Inoltre, finora il maggiore margine di negoziazione riconosciuto
ai partner sociali in seguito alle riforme viene poco
sfruttato. La cooperazione tra i partner sociali, un sinonimo
di successo in Germania e anche in Svizzera, è sempre insufficiente
(vedi primo grafico). Vediamo un quadro molto simile
anche in Francia, sotto il governo poco ispirato di Hollande.
Pertanto la competitività dei prezzi dell'economia italiana e
francese, misurata sui costi unitari del lavoro, è ulteriormente
peggiorata dall'inizio della crisi rispetto per esempio alla
Spagna (vedi grafico). E la tendenza ribassista sul mercato
del lavoro continua.
Come la Spagna, anche gli altri paesi che hanno fatto ricorso
al piano di salvataggio europeo e che sono stati costretti a
severi tagli mostrano sempre maggiori progressi anche se da
un basso livello. In queste economie nazionali anche le prospettive
per il futuro si presentano sempre migliori rispetto ai
grandi paesi in cui le riforme procedono lentamente. Questo
è evidenziato dagli indicatori della fiducia che per la Francia
e l'Italia non segnalano quasi alcuna crescita per il corrente
trimestre. Inoltre, l'incertezza di nuovo in aumento, soprattutto
a causa del conflitto ucraino, ha fatti salire il livello dei
rischi di ribasso per il secondo semestre. Anche in Germania,
la cui crescita poggia su una solida congiuntura interna, le
aspettative delle imprese e i piani d'investimento sono stati
frenati. Di conseguenza è aumentata la probabilità che neppure
la nostra ormai già da molto prudente previsione del
PIL dell'1.0% per il 2014 possa essere raggiunta.​
buongiorno, buona settimana :) m​

 
buongiorno...

Ripido aumento dell'indebitamento​
Per un lungo periodo di tempo in molti paesi industrializzati​
la strada dell'indebitamento è andata solo in​
una direzione: verso l'alto. Negli ultimi anni al centro​
dell'attenzione vi era soprattutto il debito pubblico,​
gonfiato a causa degli enormi pacchetti di aiuto per​
stabilizzare la congiuntura e soprattutto per salvare il​
settore finanziario. Contemporaneamente le spese​
previdenziali sono aumentate enormemente e le entrate​
statali sono crollate. Nel complesso un mix esplosivo.​
L'Irlanda ha subito il peggior crollo fiscale​

Qui, nel 2006, è stata ottenuta un'eccedenza del bilancio​
statale del 3% del PIL, non da ultimo a causa​
del boom del settore immobiliare. Nel 2010, notevolmente​
penalizzato dalla ricapitalizzazione del settore​
bancario, questo paese ha invece registrato un deficit​
record di oltre il -30% del PIL. Nello stesso periodo, la​
quota del debito si è impennata, passando dal bassissimo​
24% ad attualmente oltre il 120% del PIL. La​
Svizzera, invece, è stato uno dei pochi paesi che è​
riuscito a ridurre la quota del debito rispetto al livello​
precedente la crisi.​
Per poter diminuire di nuovo in futuro le eccessive​
quote del debito statale, oltre alla riduzione dei deficit​
di bilancio è necessaria una ripresa duratura della congiuntura.​
Un fattore chiave in questo caso è un mercato​
dei crediti funzionante sia sul lato dell'offerta sia su​
quello della domanda.​
Drastiche penalizzazioni per il settore bancario​
Sul lato dell'offerta, ossia del settore bancario e del​
mercato dei capitali, nel frattempo è di nuovo notevolmente​
migliorata soprattutto la situazione negli​
Stati Uniti, nel confronto internazionale. Per contro, la​
ripresa del sistema bancario nei paesi dell'Eurozona​
interessati dalla crisi del debito fa fatica a tenere il​
passo. Ciò dipende da un lato dal fatto che nell'Europa​

continentale la quota delle banche nei finanziamenti di​
capitale di terzi delle imprese è tradizionalmente molto​
più elevata rispetto a quella dei paesi anglosassoni. Di​
conseguenza i bilanci delle banche negli Stati Uniti​
prima dell'inizio della crisi erano molto meno penalizzati​

In secondo luogo, a differenza degli Stati Uniti, l'Eurozona​
è stata doppiamente colpita dalla crisi del debito​
scoppiata in Grecia alla fine del 2009 dopo la crisi​
subprime. La crisi subprime è partita dal mercato immobiliare​
statunitense ma, a causa dell'elevatissimo​
impegno delle banche europee nei titoli di debito cartolarizzati​
statunitensi, è stata almeno altrettanto penalizzante​
per il settore finanziario europeo.​
Gli sforzi nell'Eurozona sono tuttavia enormi per rimettere​
in piedi in modo duraturo entro il prossimo anno il​
settore bancario dopo il doppio shock e per riconquistare​
la fiducia, principalmente con la creazione di​
un'Unione bancaria. Questa si basa essenzialmente su​
una vigilanza bancaria comune, sulla possibilità di​
sostenere le banche che presentano problemi di liquidità​
provvisori in casi estremi anche direttamente con​
aiuti del fondo di salvataggio MES e sul meccanismo di​
liquidazione delle banche (Single Resolution Mechanism)​
con un sistema di responsabilità ben definito.​
Prima dell'assunzione della vigilanza bancaria per le​
maggiori 130 banche circa da parte della BCE, i bilanci​
delle banche vengono ora sottoposti a un approfondito​
controllo di qualità (Asset Quality Review). In questo​
ambito vengono utilizzati per la prima volta standard​
unitari per la valutazione dei valori patrimoniali e delle​
garanzie nonché per un'adeguata prevenzione dei​
rischi delle banche. Inoltre, sulla base della nuova valutazione​
di bilancio, viene effettuato uno stress test. La​
pubblicazione dei risultati prima dell'assunzione della​
vigilanza da parte della BCE è prevista per metà ottobre.​
A quel punto le banche devono coprire eventuali​
lacune di capitale. Misure preventive di capitale sono​
già riscontrabili su larga scala. Dopo che in passato gli​
stress test effettuati dall'Autorità bancaria europea​
(ABE) erano stati a dir poco scarsamente convincenti,​
questa volta la BCE annuncia una procedura più severa​
per non perdere l'ultima opportunità di creare fiducia​
nel settore bancario europeo. I dettagli sullo stress test​
pubblicati mostrano criteri ancora più severi, nonostante​
le due fasi di recessione consecutive degli ultimi​
anni, con un forte aumento simulato dei tassi a lungo​
termine e con forti correzioni dei corsi azionari nonché​
dei prezzi immobiliari in uno scenario di stress . In questo modo si intende evitare gli errori​
commessi in Giappone, dove un continuo rinvio della​
sistemazione dei bilanci delle banche ha limitato notevolmente​
la concessione di crediti all'economia per un​
periodo molto lungo di 15 anni.​

A differenza del settore bancario, che viene analizzato​
in modo approfondito, l'altrettanto importante lato​
della domanda, ossia il fabbisogno di credito del settore​
non finanziario privato, viene preso meno in considerazione​
dall'opinione pubblica. Nella seguente analisi​
esaminiamo perciò in modo dettagliato l'andamento​
e la situazione del debito nelle imprese non finanziarie​
e nelle famiglie in un confronto internazionale per​
trarre delle conclusioni sulla sostenibilità degli attuali​
livelli del debito nei singoli paesi.​
I progressi di produttività non giustificano il​
boom del debito …​
Prima di dedicarci maggiormente ai dati del debito, è​
opportuno uno sguardo generale al funzionamento del​
modello di crescita «lubrificato» dal capitale di terzi. A​
prescindere dall'andamento demografico, sul lungo​
periodo il potenziale di crescita di un'economia nazionale​
viene stabilito dal progresso della produttività.​
Anche la concessione di crediti genera ulteriore reddito​
e creazione di valore. Tuttavia, le spese effettuate in​
questo modo devono essere rimborsate in futuro e​
diminuiscono quindi il reddito disponibile. La crescita​
può quindi essere influenzata positivamente in modo​
duraturo solo se i crediti vengono utilizzati con successo​
per investimenti che fanno aumentare la produttività.​
Non vi rientra un eccessivo finanziamento di crediti​
del settore privato, come è avvenuto principalmente​
prima della crisi finanziaria. Non sono neppure opportuni​
per esempio gli investimenti infrastrutturali in​
complessi residenziali per vacanze vuoti o per complessi​
di uffici o per aeroporti regionali sovradimensionati.​
In teoria il volume di credito per l'economia nazionale​
non dovrebbe superare a lungo termine il progresso​
della produttività. Se la concessione di crediti supera​
notevolmente la crescita del PIL nominale per un lungo​
periodo, aumenta la probabilità di una crisi finanziaria​
e di una successiva correzione​
1, come si è riscontrato

ultimamente in modo impressionante. I dati di credito​
a lungo termine per gli Stati Uniti dimostrano il drastico​
processo di adeguamento sulla scia della «Grande​

Depressione» ). Dal minimo della quota​
del debito dell'economia nazionale alla fine della Seconda​
Guerra Mondiale la tendenza, con fluttuazioni,​
è stata tuttavia sempre al rialzo. Soprattutto il grado​
d'indebitamento delle famiglie è ancora nettamente​
superiore ai punti massimi del passato, nonostante la​
riduzione del debito in seguito alla crisi subprime.​

In molti paesi il debito privato è aumentato ancora in​
misura molto più forte rispetto agli Stati Uniti . In testa è di nuovo l'Irlanda, con un drastico​
aumento del debito delle imprese. Anche la Svizzera​
mostra una quota del debito relativamente elevata,​
alimentata invece dalle famiglie. In Italia la quota nel​
settore privato è invece stranamente molto inferiore​
rispetto a quella dello stato​

… ma i fattori strutturali in parte sì​
Uno sguardo soltanto al puro rapporto debito / PIL​
non è tuttavia sufficiente per riscontrare possibili tendenze​
d'indebitamento. Sebbene, come sopra descritto,​
la situazione del debito in linea puramente teorica​
dovrebbe orientarsi al percorso della crescita, le variazioni​
strutturali possono aumentare enormemente il​
grado d'indebitamento «sostenibile» di un'economia.​
Se per esempio, con l'incremento del livello di sviluppo,​
il benessere di un paese migliora, l'aumento del​
reddito familiare consente a una percentuale maggiore​
della popolazione l'accesso al credito. Lo stesso vale​
per l'efficienza dei sistemi delle assicurazioni sociali.​
Migliore è la copertura contro i rischi sociali, minore la​
necessità del «risparmio di sicurezza» e quindi maggiore​
la possibilità di maggiori spese per consumi e
investimenti......
continua.....
 
Ultima modifica:
Questa è anche una priorità della politica​
economica cinese per ridurre l'elevatissima quota di​
risparmio privato di oltre il 30% del reddito familiare​
disponibile e stimolare la domanda interna. In confronto,​
in Svizzera la quota di risparmio ammonta al 13%​
circa. Inoltre, le innovazioni finanziarie possono fornire​
in parte un'offerta di credito costantemente più elevata​
e un migliore accesso al capitale di terzi tramite una​
maggiore efficienza e ampiezza dell'offerta d'intermediazione​
finanziaria.​
La tendenza ribassista dei tassi aumenta la sostenibilità​
Inoltre la tendenza ribassista a lungo termine dei tassi​
(«Great moderation») svolge un ruolo importante per​
lo sviluppo della sostenibilità del debito. Dall'irrigidimento​
della politica monetaria da parte della Fed,​
sotto la guida di Paul Volcker all'inizio degli anni Ottanta,​
per contrastare gli elevati tassi d'inflazione in​
seguito alle crisi dei prezzi del petrolio, la tendenza dei​
tassi a lungo termine a livello mondiale è rivolta verso​
il basso. Nei paesi della periferia dell'Eurozona che​
allora riportavano alti tassi questo effetto è stato particolarmente​
forte con l'introduzione della moneta unica​
e di una politica monetaria unitaria indipendente. In​
Spagna i tassi ipotecari sono diminuiti per esempio da​
oltre il 15% all'inizio degli anni Novanta a meno del​
4% a metà dell'ultimo decennio . Pertanto,​
la sostenibilità dei finanziamenti immobiliari è​
addirittura ulteriormente migliorata per un lungo periodo​
nonostante il fortissimo incremento dei prezzi​
immobiliari. La tendenza si è invertita solo con il ciclo​
di aumento dei tassi della BCE prima della crisi finanziaria.​

Vi sono quindi alcuni fondati motivi per cui la tendenza​
rialzista a lungo termine della quota d'indebitamento​
non debba significare necessariamente un indebitamento​
eccessivo. Sembra tuttavia anche difficilmente​
immaginabile che un ulteriore duraturo e ripido aumento​
delle quote d'indebitamento in un'economia​
sviluppata sia sostenibile. Non è quindi possibile proseguire​
semplicemente la tendenza. Non si può neppure​
prevedere che il ritorno delle quote d'indebitamento​
alla loro tendenza dopo il forte rialzo rappresenti una​
correzione duratura. Questo è ancora più vero, dal​


momento che nel frattempo è stato probabilmente​
raggiunto il punto minimo del livello dei tassi.​
Per formulare affermazioni sull'«adeguatezza» dell'indebitamento​
privato nei singoli paesi, è necessario uno​
sguardo alle strutture e alle condizioni nazionali del​
mercato del credito dei singoli settori.​
Le famiglie si indebitano principalmente per l'acquisto​
di una casa​
Esaminiamo innanzitutto le famiglie. Il loro indebitamento​
si basa soprattutto sui finanziamenti immobiliari.​
La quota dei crediti al consumo è relativamente​
bassa nella maggior parte dei paesi, con eccezione di​
quelli anglosassoni. Negli Stati Uniti, le famiglie finanziano​
a credito una notevole parte delle loro spese per​
i consumi . La diffusissima cartolarizzazione​
dei crediti per autovetture e per gli studi svolge​
un ruolo di supporto.​

Nel decennio precedente la crisi finanziaria, i crediti al​
consumo avevano registrato un andamento ampiamente​
in linea con il PIL. Qui non c'è alcuna indicazione​
di un aumento eccessivo, neppure negli Stati Uniti,​
dove, tuttavia, durante il boom immobiliare il volume​
dei cosiddetti «Home Equity Loans» è notevolmente​
aumentato . Questi crediti sono ipoteche​
aumentate che vengono utilizzate per il finanziamento​
dei beni di consumo. Nonostante l'elevata quota dei​
crediti al consumo, la quota d'indebitamento complessivo​
delle famiglie negli Stati Uniti rimane inferiore alla​
media . In Svizzera, la quota dei crediti al​
consumo è particolarmente bassa . Per​
contro, assieme ai Paesi Bassi, la quota dei debiti ipotecari​
mostra un livello altissimo.​
L'eccessivo aumento dell'indebitamento delle famiglie​
in alcuni paesi va quindi attribuito complessivamente ai​
finanziamenti immobiliari diretti e in parte indiretti.​

Livello d'indebitamento distorto dalla politica​
Il grado d'indebitamento ipotecario viene influenzato​
essenzialmente dalle condizioni quadro nazionali normative​
e fiscali. Sono due i fattori principali. In primo​
luogo il peso politico della promozione dell'edilizia​
residenziale. A causa della forte differenza dell'impegno​
del settore pubblico nell'edilizia popolare, dovuto​
alle forti differenze nel diritto di locazione e quindi allo​
stimolo a mettere a disposizione appartamenti in affitto​
nonché alla differente promozione dell'acquisto di​
proprietà, le quote dei proprietari variano notevolmente​
a livello internazionale . Maggiore è la​
quota dei proprietari, maggiore è tendenzialmente​
anche la domanda di finanziamenti ipotecari da parte​
delle famiglie. Di conseguenza, un elevato livello del​
debito nelle famiglie spagnole non dovrebbe sorprendere.​
Tuttavia, la relazione non è necessariamente tale.​
Infatti per esempio l'Italia mostra una bassa quota​
d'indebitamento delle famiglie nonostante un'elevata​
quota di proprietari. In Svizzera, come prima già citato,​
vale il contrario.​

Un classico caso di regolamentazioni distorte è stata​
anche la politica delle case di proprietà statunitense​
prima della crisi subprime. Questa politica è stata avviata​
già nel 1994 durante la presidenza Clinton con la​
riforma del «Community Reinvestment Act», che aumentava​
gli stimoli per le banche a concedere più​
crediti alle famiglie a basso reddito. I prezzi delle abitazioni​
e la quota di abitazioni di proprietà sono stati​
spinti al rialzo mediante la concessione di crediti a​
famiglie che non soddisfacevano gli usuali criter​

sostenibilità per l'acquisto di un'abitazione di proprietà.​
Di conseguenza la correzione della quota di abitazioni​
di proprietà negli Stati Uniti verso il livello precedente​
al boom avvenuta negli ultimi anni non ha sorpre​

In secondo luogo il trattamento fiscale dei patrimoni​
immobiliari può influenzare il livello delle ipoteche. La​
Svizzera ne è un ottimo esempio. A differenza della​
maggior parte degli altri paesi, qui il patrimonio immobiliare​
privato a uso proprio ha effetto sull'imposta​
sul reddito. Un valore locativo fittizio viene sommato al​
reddito imponibile. Come contropartita, i rispettivi​
pagamenti degli interessi ipotecari sono completamente​
deducibili. Questo sistema riduce sostanzialmente​
l'incentivo all'ammortamento dei debiti ipotecari.​
Anche nei Paesi Bassi la capacità di deduzione fiscale​
per gli interessi debitori ha frenato il rimborso dei debiti.​
Inoltre, la possibilità per le banche di concedere​
ipoteche sopra il valore di mercato degli immobili (valore​
d'anticipo > 100%) ha accelerato lo sviluppo. Nel​
frattempo, il governo olandese ha adottato misure per​
ridurre gli incentivi fuorvianti – soprattutto con una​
limitazione della capacità di deduzione sui tassi e con​
una massima entità dell'anticipo.​
Anche in Svizzera c'è stata una reazione per quanto​
riguarda l'anticipo. In primo luogo tramite autoregolamentazione​
le banche hanno reso più severi i requisiti​
minimi per i finanziamenti ipotecari. Da luglio 2012 è​
necessario almeno il 10% dei fondi propri che non​
derivi dall'avere del 2° pilastro. Inoltre, a giugno 2014​
è stato deciso che le nuove ipoteche devono essere​
ammortizzate in modo lineare ai due terzi del valore​
d'anticipo entro 15 anni e in questo caso per il valore​
d'anticipo vale in linea di massima il principio del valore​
minimo. In secondo luogo, in caso di inosservanza e​
di anticipi superiori all'80% del valore venale devono​
essere depositati maggiori fondi propri da parte della​
banca. La capacità di deduzione sui tassi rimane comunque​
ancora inalterata. L'anno scorso, nelle consultazioni​
con il FMI i funzionari svizzeri hanno fatto notare​
che ritengono modesto il supporto politico per​
quanto riguarda questo tema e che le riforme sembrano​
quindi improbabili. Il Consiglio federale ha dei dubbi​
anche per quanto riguarda le regole di sostenibilità​
concrete, per esempio un valore massimo per la quota​
dei tassi teorici sul reddito familiare,
 
Ultima modifica:
sostenibilità per l'acquisto di un'abitazione di proprietà.​
Di conseguenza la correzione della quota di abitazioni​
di proprietà negli Stati Uniti verso il livello precedente​
al boom avvenuta negli ultimi anni non ha sorpreso​

In secondo luogo il trattamento fiscale dei patrimoni​
immobiliari può influenzare il livello delle ipoteche. La​
Svizzera ne è un ottimo esempio. A differenza della​
maggior parte degli altri paesi, qui il patrimonio immobiliare​
privato a uso proprio ha effetto sull'imposta​
sul reddito. Un valore locativo fittizio viene sommato al​
reddito imponibile. Come contropartita, i rispettivi​
pagamenti degli interessi ipotecari sono completamente​
deducibili. Questo sistema riduce sostanzialmente​
l'incentivo all'ammortamento dei debiti ipotecari.​
Anche nei Paesi Bassi la capacità di deduzione fiscale​
per gli interessi debitori ha frenato il rimborso dei debiti.​
Inoltre, la possibilità per le banche di concedere​
ipoteche sopra il valore di mercato degli immobili (valore​
d'anticipo > 100%) ha accelerato lo sviluppo. Nel​
frattempo, il governo olandese ha adottato misure per​
ridurre gli incentivi fuorvianti – soprattutto con una​
limitazione della capacità di deduzione sui tassi e con​
una massima entità dell'anticipo.​
Anche in Svizzera c'è stata una reazione per quanto​
riguarda l'anticipo. In primo luogo tramite autoregolamentazione​
le banche hanno reso più severi i requisiti​
minimi per i finanziamenti ipotecari. Da luglio 2012 è​
necessario almeno il 10% dei fondi propri che non​
derivi dall'avere del 2° pilastro. Inoltre, a giugno 2014​
è stato deciso che le nuove ipoteche devono essere​
ammortizzate in modo lineare ai due terzi del valore​
d'anticipo entro 15 anni e in questo caso per il valore​
d'anticipo vale in linea di massima il principio del valore​
minimo. In secondo luogo, in caso di inosservanza e​
di anticipi superiori all'80% del valore venale devono​
essere depositati maggiori fondi propri da parte della​
banca. La capacità di deduzione sui tassi rimane comunque​
ancora inalterata. L'anno scorso, nelle consultazioni​
con il FMI i funzionari svizzeri hanno fatto notare​
che ritengono modesto il supporto politico per​
quanto riguarda questo tema e che le riforme sembrano​
quindi improbabili. Il Consiglio federale ha dei dubbi​
anche per quanto riguarda le regole di sostenibilità​
concrete, per esempio un valore massimo per la quota​
dei tassi teorici sul reddito familiare, che secondo analisi​
empiriche sono una delle misure macroprudenziali​
più efficaci per rallentare la dinamica del mercato immobiliare.​
Ciò limiterebbe troppo la libertà contrattuale​
personale​
2. Per contro, per esempio la Bank of England

ha deciso solo alla fine di giugno 2014 che le​
banche devono concedere solo limitatamente nuove​
ipoteche che superino di 4-5 volte il reddito familiare.​
Agli elevati volumi ipotecari «distorti» dagli incentivi​
politici in Svizzera e nei Paesi Bassi si contrappongono​
dall'altro lato patrimoni finanziari netti relativamente​
elevati (cfr. grafico 10), che sono dominati dai crediti​
pensionistici e dai crediti assicurativi privati. Il patrimonio​
serve tra l'altro al rimborso successivo del debito​
ipotecario. Questo cuscinetto finanziario relativizza​
naturalmente l'elevato indebitamento lordo. Tuttavia,​
è difficile valutare fino a che punto si può coprire in​
questo modo, in uno scenario avverso, il peggioramento​
della sostenibilità del debito. Infatti, questi​
valori patrimoniali non possono essere sempre utilizzati​
a breve termine per coprire i costi di finanziamento​

Valori di sostenibilità attualmente ampiamente​
«tollerabili»​
Per misurare l'«adeguatezza» dell'indebitamento calcoliamo​
alla fine i valori di sostenibilità per i finanziamenti​
ipotecari. In questo ambito si rileva la quota del​
reddito netto disponibile che una famiglia deve utilizzare​
per rimborsare un finanziamento ipotecario in​
linea con il mercato. Quanto maggiore è il valore,​
tanto maggiore è il rischio che il debitore, in caso di​
riduzione del reddito, di disoccupazione o di condizioni​
di finanziamento più sfavorevoli non sia più in grado di​
rimborsare i debiti. Secondo una semplice regola​
d'«oro» di finanziamento il servizio del debito non​
deve superare un terzo del reddito familiare. Confronti​
internazionali mostrano anche che oltre questo valore​
soglia la probabilità che i debitori abbiano difficoltà di​
pagamento aumenta sensibilmente​
3.

Confrontiamo ora i valori da noi calcolati per l'acquisto​
di un nuovo immobile in diversi scenari. Subito prima​
dello scoppio della crisi finanziaria nel 2008 – al punto​
massimo del boom dei prezzi delle abitazioni in diversi​
paesi industrializzati – i valori nella periferia dell'Euro-​

zona e in Gran Bretagna erano eccessivi ). Con la correzione parzialmente massiccia dei​
prezzi delle abitazioni, con gli ammortamenti dei crediti​
e l'allentamento della politica monetaria, la situazione​
si è normalizzata. Agli attuali interessi ipotecari, i​
valori di sostenibilità sono di nuovo a livelli accettabili,​
soprattutto negli Stati Uniti. In questa analisi, gli Stati​
Uniti a causa della forte concentrazione dei problemi​
di finanziamento nel segmento subprime possono​
essere considerati un caso particolare. Mediamente, i​
valori di sostenibilità non erano critici neppure al punto​
massimo del boom immobiliare, ma lo erano invece​
per le famiglie a reddito basso incoraggiate ad acquistare​
una casa.​
E anche nello scenario di un tasso d'interesse teorico​
del 5% (+1% d'importo forfetario per manutenzione;​
quindi di un debito complessivo del 6%), in media la​
regola d'«oro» di finanziamento negli ex paesi della​
bolla non viene attualmente più violata.​
Per contro, ultimamente in Gran Bretagna, con l'accelerazione​
dei prezzi delle case ulteriormente alimentata​
dalle sovvenzioni pubbliche, il valore soglia della regola​
d'«oro» di finanziamento è stato di nuovo raggiunto.​
Anche in Svizzera il valore per lo scenario dei tassi al​
5% sulla scia dei forti aumenti dei prezzi immobiliari​
degli ultimi anni è aumentato ai massimi livelli, il che di​
per sé fa presumere un rischio superiore. Tuttavia, il​
tasso d'interesse medio per finanziamenti ipotecari in​
Svizzera dalla metà degli anni Novanta è sempre chiaramente​
sotto la soglia del 5%, a differenza di tutti gli​
altri paesi osservati. Nella media degli ultimi 10 anni,​
gli acquirenti di immobili svizzeri hanno dovuto pagare​
un po' meno del 3.0% di tassi d'interesse, 1-2 punti​
percentuali in meno rispetto agli altri paesi. Il livello dei​
tassi storicamente strutturalmente più basso in Svizzera,​
basato principalmente sul contesto economico e​
politico stabile con solide finanze statali, dovrebbe​
rimanere invariato anche in futuro. E alle attuali condizioni​
ipotecarie medie, con il 20% non si può riscontrare​
alcun valore di sostenibilità superiore alla media o​
addirittura critico​

Come sopra descritto, i valori di sostenibilità per l'acquisto​
di una nuova abitazione possono variare rapidamente​
in caso di forti movimenti dei prezzi e di​
variazioni delle condizioni di finanziamento. Per l'onere​
dei finanziamenti ipotecari esistenti questo non vale​
invece nella stessa misura. Uno sguardo alla struttura​
delle ipoteche nei singoli paesi fornisce ulteriori informazioni​
importanti sull'«adeguatezza» dell'indebitamento​
delle famiglie. Recenti sondaggi forniscono dati​
per i valori mediani del debito ipotecario delle famiglie​
che hanno acceso un'ipoteca – quindi non distorti​
dalle quote di proprietari specifiche per paese o dalla​
quota dei beneficiari di un'ipoteca su tutte le famiglie.​
Rispetto ai dati per l'acquisto di una nuova casa, questa​
analisi fornisce essenzialmente importi ipotecari più​
bassi per finanziamento, a causa dell'ammortamento​
già effettuato.​
In questo calcolo diminuisce il valore di sostenibilità​
per tutti i paesi, ma in misura molto differente. Mentre​
i dati per i Paesi Bassi, l'Irlanda e gli Stati Uniti per​
quanto riguarda i nuovi acquisti mostrano solo cali​
modesti, per il Portogallo per esempio il valore di sostenibilità​
diminuisce a un terzo. Anche per la Svizzera​
calcoliamo sulla base dell'attuale tasso ipotecario medio​
un dimezzamento a un moderatissimo . E se si considera inoltre l'incentivo del​
sistema fiscale volto a un ammortamento minore in​
Svizzera, la situazione va ritenuta ancora migliore​

Elevata sensibilità ai tassi d'interesse nella periferia​
dell'Eurozona​
La rapidità con cui l'aumento dei tassi si ripercuote sul​
servizio del debito dei finanziamenti in corso dipende​
dal vincolo del tasso dei crediti ipotecari. Quanto​
maggiore è la quota dei tassi variabili, tanto più rapidamente​
gli aumenti dei tassi peggiorano la sostenibilità​
del portafoglio del finanziamento immobiliare. Le​
statistiche di credito nazionali mostrano per la Francia​
e la Germania una quota elevatissima di ipoteche con​
vincoli del tasso piuttosto lunghi ). Anche​
in Svizzera la quota di ipoteche con una durata​
residua del vincolo del tasso di oltre un anno è ancora​
molto elevata. In Italia è presente un mix equilibrato.​
Gli altri paesi dell'Eurozona interessati dalla crisi del​
debito mostrano invece una quota molto elevata di​
ipoteche a tasso variabile. Qui gli effetti a breve termine​
dell'aumento dei tassi sul servizio del debito delle​
famiglie dovrebbero risultare più forti.​

Questo è un fattore importante di cui la BCE terrà​
senz'altro conto nella decisione sull'inizio e sull'entità​
di una futura normalizzazione dei tassi. Tuttavia, attualmente​
un primo aumento dei tassi non è previsto​
prima del 2016. Gli effetti negativi di un rapido incremento​
dei tassi del mercato dei capitali sono comparsi​
l'anno scorso negli Stati Uniti. L'annuncio del «tapering​
» da parte dell'ex Presidente della Fed, Ben Bernanke,​
ha fatto salire i rendimenti dei titoli di stato​
statunitense e successivamente anche i tassi ipotecari a​
lungo termine. Il tasso d'interesse per le ipoteche fisse​
a 30 anni è aumentato in breve tempo dal 3.4% al​
4.6%. Poi si è riscontrata una forte correzione delle​
concessioni di nuove ipoteche, che ha frenato la ripresa​
sul mercato immobiliare​

Nel complesso, i dati sull'indebitamento delle famiglie​
mostrano che attualmente la sostenibilità nei paesi​
analizzati non evidenzia (più) valori eccessivi su larga​
scala. La situazione nei paesi della bolla si è in gran​
parte già normalizzata negli ultimi anni.​
Come descritto, in Svizzera i valori di sostenibilità non​
mostrano livelli critici, nonostante la forte crescita dei​
prezzi delle abitazioni negli ultimi anni. Fatta eccezione​
per l'improbabile scenario di tassi al 5%, i valori rimangono​
moderati, nonostante il maggiore indebitamento​
lordo dovuto al sistema. E se, come da noi​
previsto, la dinamica sul mercato svizzero delle abitazioni​
si indebolisce ulteriormente, i valori di sostenibilità​
non dovrebbero affatto raggiungere neppure in​
futuro livelli preoccupanti, come è avvenuto all'inizio.....
 
futuro livelli preoccupanti, come è avvenuto all'inizio​
degli anni Novanta – al punto massimo con un valore​
di sostenibilità per un nuovo acquisto di oltre il 90%.​
I crediti interni al Gruppo gonfiano l'indebitamento​
delle imprese​
Esaminiamo ora le imprese. Proprio come per le famiglie,​
nel settore delle imprese esiste una forte divergenza​
nelle quote di debito nazionale e nel loro andamento​
prima della crisi finanziaria.​
L'indebitamento delle imprese negli Stati Uniti non ha​
seguito il forte rialzo dell'indebitamento delle famiglie.​
Il rialzo prima della crisi finanziaria è stato molto più​
contenuto. Nel confronto internazionale la quota rimane​
moderata. Ciò vale anche per l'Italia, dove sia​
l'indebitamento delle famiglie sia quello delle imprese​
non finanziarie mostra un basso livello a differenza​
dello stato. Anche in Svizzera la quota del debito delle​
imprese non è eccessiva. Diversa è la situazione per la​
Spagna, il Portogallo e soprattutto di nuovo per l'Irlanda​

Il forte aumento dell'indebitamento lordo in alcuni​
paesi è tuttavia notevolmente distorto al rialzo. L'aumento​
delle relazioni internazionali nel settore delle​
imprese ha determinato, tramite un forte incremento​
dei crediti interni ai gruppi (Intra-company loans), un​
corrispondente incremento dell'indebitamento delle​
imprese non consolidato. Qui le strategie di elusione​
fiscale svolgono un ruolo importante. Nell'Eurozona la​
quota rilevata statisticamente dei crediti interni ai​
gruppi sul PIL è triplicata a oltre il 15% dal 1995. Nella​
maggior parte dei paesi interessati dalla crisi del debito,​
questo fattore ha avuto un effetto significativo​
sull'aumento dell'indebitamento delle imprese. I paesi​
apripista sono l'Irlanda e il Portogallo, con una quota​
di oltre il 25% del PIL . Ma anche in​
Spagna la quota è aumentata sensibilmente. Questi​
crediti hanno invece un'importanza minore in Italia.​
Depurate da questo effetto, le quote di debito consolidate​
per i paesi molto indebitati risultano già molto​
inferiori. Va inoltre considerato che i dati consolidati​
disponibili non sono depurati dagli «Intra-company​
loans» di società del gruppo o di società affiliate straniere.​
Pertanto l'«effettivo» livello del debito dovrebbe​
essere ancora molto più basso di quanto indicato dai​
dati lordi – soprattutto in Irlanda, dove la quota di​
gruppi multinazionali alla creazione di valore è particolarmente​
elevata. A causa della forte internazionalizzazione​
dell'economia, anche per la Svizzera la quota​
depurata dovrebbe essere sensibilmente inferiore rispetto​
al valore indicato senza gli «Intra-company​
loans» nazionali, pari a circa l'85%
I crediti immobiliari dominano anche l'indebitamento​
eccessivo delle imprese​
L'analisi del settore familiare ha mostrato una concentrazione​
dell'indebitamento nel settore immobiliare.​
Curiosamente anche il fortissimo aumento dell'indebitamento​
delle imprese nei paesi periferici dipende​
prevalentemente dal boom del mercato immobiliare.​
Se oltre alla relazione debito / PIL si considera il rapporto​
dei debiti con il valore del patrimonio complessivo​
o del totale di bilancio delle imprese non finanziarie,​
per i paesi molto indebitati risulta un quadro del​
tutto differente. In Portogallo, in Spagna e in Irlanda,​
nel periodo precedente la crisi, oltre all'indebitamento,​
anche la valutazione dei rispettivi patrimoni è aumentata​
molto più velocemente rispetto all'economia. Di​
conseguenza, è aumentato anche il livello delle «garanzie​
» delle imprese. L'andamento in Irlanda è stato​
di nuovo molto stupefacente. In tutti e tre i paesi​
l'eccessivo indebitamento si può spiegare quasi completamente​
con l'aumento dei valori patrimoniali
Questa escalation non si è riscontrata tuttavia in tutti i​
settori. A livello settoriale per questo si può trovare
come sopra già accennato, un chiaro fattore propulsivo​
principale, ossia il settore edilizio e l'economia immobiliare.​
Con la creazione della bolla dei prezzi immobiliari,​
i bilanci delle società in questi due settori si​
sono gonfiati in modo estremo, mentre l'andamento​
per esempio nell'industria manifatturiera è stato in​
linea con l'andamento del PIL. Questo è evidenziato​
dai dati settoriali disponibili per la Spagna ). Un modello analogo si è riscontrato anche per​
l'Irlanda e il Portogallo

 
L'eterogenea situazione dell'indebitamento determina​
inoltre livelli di sostenibilità molto differenti nei singoli​
settori. L'addebito degli interessi in percentuale del​
risultato d'esercizio lordo è aumentato in modo​
drammatico già a causa del ciclo di aumento dei tassi​
della BCE durante la fase di boom e dopo lo scoppio​
della bolla durante la doppia recessione seguita al​
crollo dei fatturati delle imprese edili nei paesi molto​
indebitati
Nell'industria manifatturiera, la sostenibilità ha avuto​
invece un andamento molto migliore nonostante la​
forte recessione, con valori analoghi come per esempio​
in Germania . Di conseguenza, in​
questo settore anche nei paesi molto indebitati non è​
necessaria alcuna correzione particolare in caso di una​
ripresa congiunturale duratura
Le banche devono sistemare definitivamente i​
vecchi oneri​
Negli ultimi anni, il settore finanziario in Spagna, in​
Portogallo e in Irlanda è stato ampiamente ristrutturato​
nell'ambito dei programmi di salvataggio. Nel frattempo,​
i crediti in sofferenza drasticamente aumentati​
sono stati considerati in gran parte nei bilanci delle​
banche e compensati con ampie ricapitalizzazioni del​
sistema bancario. Molto avanzato è il processo di riduzione​
del debito in Irlanda e in Spagna. Con la costituzione​
delle «Bad Banks» (NAMA rispettivamente Sareb),​
la riduzione dei portafogli crediti tossici ha registrato​
un'accelerazione. In entrambi i paesi il volume​
dei crediti bancari alle imprese del settore edile e​
dell'economia immobiliare si è dimezzato rispetto al​
punto massimo ). L'adeguamento a​
questo riguardo in Portogallo è meno avanzato. Tuttavia,​
là gli aumenti dei prezzi delle abitazioni prima della​
crisi sono stati molto meno esagerati. La sistemazione​
dei bilanci procede quindi in modo relativamente rapido​
nei paesi interessati dalla crisi, come negli Stati​
Uniti. Ciò è evidente anche da un confronto con il​
processo di adeguamento in Svizzera dopo lo scoppio​
della bolla immobiliare negli anni Novanta. Allora ci​
sono voluti 12 anni per dimezzare e stabilizzare definitivamente​
il volume dei crediti nel settore edile ). La correzione in Irlanda dovrebbe essere​
ora in gran parte completata. Infatti, secondo i calcoli​
della Banca centrale irlandese, anche il patrimonio​
immobiliare soggetto ai crediti si è quasi dimezzato dal​
2007 prima di salire di nuovo dalla fine del 2013. Attualmente,​
i prezzi delle abitazioni in Irlanda aumentano​
di nuovo sensibilmente rispetto all'anno precedente.​
Un nuovo forte ciclo di prezzi delle case nasconde​
però a medio termine il rischio di aumentare di nuovo​
a livelli critici i valori di sostenibilità relativamente più​
elevati. Ciò vale anche per la Gran Bretagna, dove il​
governo con il nuovo programma di promozione per​
l'acquisto della casa di proprietà «Help to buy» ha​
fatto ulteriormente salire i prezzi immobiliari. Nel primo​
semestre del 2014, in Spagna e in Portogallo invece​
è stato registrato ancora un ulteriore calo dei prezzi​
delle abitazioni rispetto all'esercizio preceden​

La rettifica dei bilanci delle banche nell'Eurozona, che​
è stata ulteriormente portata avanti quest'anno con​
l'introduzione dell'Unione bancaria, è un passo importante​
verso la normalizzazione del contesto dei crediti.​
Con bilanci sani le banche possono di nuovo aumentare​
la loro concessione di crediti in caso di una continuazione​
della ripresa congiunturale negli stati interessati​
dalla crisi. Anche le nuove operazioni mirate di​
rifinanziamento a lungo termine (TLTRO) della BCE​
dovrebbero fornire un certo supporto. Queste operazioni,​
in caso di un aumento del volume dei crediti alle​
società non finanziarie private, offrono alle banche​
commerciali condizioni di rifinanziamento a lungo​
termine molto vantaggiose. Nel frattempo, il miglioramento​
della situazione si riflette nei risultati sempre​
più positivi dei sondaggi tra le banche sulla concessione​
di crediti.​
A differenza dell'ampio riconoscimento e iscrizione a​
bilancio (rettifica di valore) dei rischi di credito maturati​
in passato nei bilanci bancari, un effetto frenante per​
una dinamica di credito in ripresa rimane invece la​
concreta liquidazione dei vecchi oneri per liberare di​
nuovo alla fine le risorse vincolate e permettere ai​
beneficiari del credito interessati una nuova partenza.​
Finora, nei paesi della bolla immobiliare si riscontra​
solo negli Stati Uniti un notevole progresso nella ristrutturazione​
definitiva dei crediti in sofferenza. In​
questo paese, la quota dei crediti in sofferenza sul​
volume complessivo dei crediti sta andando verso il​
livello precedente la crisi . Negli altri​
paesi, la quota è sempre a livelli elevati o ultimamente​
ancora in aumento.​
Una rapida regolamentazione dei vecchi oneri e soprattutto​
una ripresa congiunturale sostenibile sono​
ora determinanti per poter cogliere alla fine i frutti dei​
pesanti adeguamenti. Una chiara inversione di tendenza​
nelle insolvenze delle imprese e sul mercato del​
lavoro è la condizione affinché il fabbisogno di rettifica​
presso le banche e presso i beneficiari del credito non​
aumenti ancora ulteriormente, ma diminuisca gradualmente.​
Nello scenario di base di una moderata e​
costante ripresa congiunturale, la concessione di crediti​
nell'Eurozona dovrebbe di nuovo registrare una​
ripresa nel prossimo futuro. Non bisogna tuttavia​
aspettarsi un salto quantico nei nuovi crediti. Non vi​

sono incentivi della BCE in grado di cambiare molto​
questa situazione
m​

 
x la prx sett

buon weeeee.....

Lo sganciamento della dinamica congiunturale tra gli Stati​
Uniti e l'Eurozona è stato confermato dalle pubblicazioni dei​
dati di questa settimana. Mentre sull'altro lato dell'Atlantico la​
fiducia dei consumatori è ulteriormente salita e i solidi ordini in​
entrata indicano buone prospettive commerciali per l'industria​
statunitense, la fiducia delle imprese nei tre grandi paesi​
dell'Eurozona è di nuovo diminuita. L'importante indice​
tedesco Ifo sulla fiducia delle imprese è sceso per la quarta​
volta consecutiva e la componente delle aspettative –​
penalizzata dalla dinamica più debole nei paesi emergenti e​
dall'aumento dell'incertezza geopolitica – in agosto è scesa​
sotto il suo valore medio di lungo termine. Ciò dovrebbe​
riflettersi anche nei dati sugli ordinativi per l'industria tedesca​
della prossima settimana. Già nel secondo trimestre questi dati​
puntavano verso il basso e per i prossimi mesi non lasciano​
prevedere alcuna ripresa significativa della dinamica di​
produzione – con conseguenze anche per le prospettive di​
crescita della Svizzera .​
I dati economici divergenti hanno contraddistinto anche i​
recenti commenti dei principali banchieri centrali durante la​
conferenza annuale della Fed di Kansas City Fed a Jackson​
Hole. La situazione in continuo miglioramento sul mercato del​
lavoro statunitense, che dovrebbe essere confermata la​
settimana prossima dal rapporto sul mercato del lavoro di​
agosto, ha determinato una stima complessivamente un po'​
più ottimistica da parte di Janet Yellen. L'opposto si è intuito​
dal discorso del Presidente della BCE, Mario Draghi. In​
considerazione della congiuntura dell'Eurozona sempre labile​
ha avvertito che attualmente i rischi «di fare troppo poco»​
sono maggiori rispetto a quelli «di fare troppo». Si è inoltre​
mostrato preoccupato per il sensibile calo delle aspettative​
inflazionistiche sui mercati finanziari in agosto. Pertanto sono​
state alimentate le aspettative di un'aggiunta della BCE​
durante la riunione di giovedì prossimo. L'ulteriore calo dei​
dati sull'inflazione è stato tuttavia generato di recente in tutto​
il mondo dai minori prezzi delle materie prime. Ci sono inoltre​
molti indicatori che mostrano già i primi positivi effetti delle​
misure della BCE. Tra questi figurano i tassi d'interesse del​
mercato monetario, in calo dalla riduzione dei tassi di giugno.​
Per i depositi overnight le banche non devono pagare quasi​
più nulla. I rendimenti obbligazionari hanno raggiunto nuovi​
minimi record. Per il rifinanziamento a lungo termine, la​
Spagna deve pagare già di meno rispetto agli Stati Uniti. Per i​
titoli di stato irlandesi a due anni nel frattempo i rendimenti​
sono addirittura leggermente negativi. Ultimamente, le​
disposizioni per la concessione di crediti sono state rese meno​
severe dalle banche e i tassi per i crediti alle imprese in Spagna​
e in Italia sono sensibilmente diminuiti. Tutto questo senza che​
fosse iniziato l'ulteriore apporto di liquidità, annunciato dalla​
BCE, tramite mirate operazioni di rifinanziamento a lungo​
termine (TLTRO). La prima asta sarà tenuta il 18 settembre. Di​
conseguenza non prevediamo che giovedì prossimo la BCE​
diminuirà ancora i tassi o addirittura comincerà con consistenti​
acquisti di obbligazioni. In questo modo danneggerebbe​
addirittura le sue misure già intraprese. Per lo strumento​
«ultimativo», le previsioni congiunturali per l'Eurozona​
dovrebbero probabilmente peggiorare ulteriormente di molto​
e/o i tassi di mercato dovrebbero registrare una pressione​
rialzista. Ma ulteriori misure di stimolo a breve termine non​
possono essere escluse del tutto. A Jackson Hole Draghi ha​
spiegato anche che i preparativi per gli acquisti di ABS​
procedono velocemente e che dovrebbero contribuire a un​
ulteriore allentamento delle condizioni creditizie. Questa​
dichiarazione mostra che la BCE in questo settore vuole​
diventare attiva. L'entità sarà però limitata a causa del basso​
volume del mercato. La misura serve quindi più a una​
stabilizzazione del cambio e all'andamento del mercato per​
crediti cartolarizzati alle imprese che a una diffusa diminuzione​
dei livelli di rendimento (già molto bassi).​
In questo contesto, rispetto all'USD da maggio l'EUR ha perso​
più del 5%. Nelle ultime settimane l'EUR/CHF si è di nuovo​
avvicinato alla soglia minima del tasso di cambio. Il livello​
rimane però sopra la soglia di intervento della BNS, che​
secondo gli ultimi dati ha acquistato divise per l'ultima volta a​
settembre 2012. Finora, i dati settimanali per i depositi a vista​
presso la BNS, che sono un puntuale indicatore per acquisti di​
divise, rimangono stabili​
m:)

 

Users who are viewing this thread

Back
Alto