mariougo
Forumer storico
....................................
Il prossimo anno negli USA l'inflazione potrebbe aumentare. Che questo sia positivo per l'oro dipende dal futuro corso della Fed. Se la Fed aumenta il tasso di riferimento più rapidamente di quanto atteso, ciò potrebbe avere un effetto negativo sul prezzo dell'oro. Vediamo confermato quindi il nostro posizionamento sottoponderato. Manteniamo anche il posizionamento sovraponderato risp. neutrale per le strategie alternative e gli investimenti immobiliari indiretti. Già da più di otto anni l'economia USA sta accelerando. Nel frattempo vi sono segnali che il punto massimo è stato superato, mentre l'inflazione USA non è ancora aumentata sensibilmente, il che tuttavia nel 2018 potrebbe avvenire con un certo ritardo. Di norma, i periodi inflazionistici sono favorevoli all'oro, poiché a differenza di altre classi d'investimento è immune da perdite di valore in caso di un forte rialzo dell'inflazione. Le quotazioni dell'oro si muovono da sei mesi tra USD 1'250.- e 1'350.- per oncia troy. Abbiamo analizzato la performance dell'oro in fasi di fine ciclo, che per definizione si presentano prima di una recessione. Dalla fine del cosiddetto sistema aureo all'inizio degli anni 1970 tali periodi si sono osservati sei volte: In tre periodi ci sono stati dei significativi mercati rialzisti per il metallo prezioso e negli altri tre il prezzo dell'oro si è mosso più o meno lateralmente. I periodi di forte guadagno del metallo prezioso evidenziano alcune similitudini. Sia all'inizio e alla fine degli anni 1970 sia prima della recente crisi finanziaria, i banchieri centrali USA sono stati prudenti con gli aumenti dei tassi. Hanno aumentato quindi i tassi di riferimento in misura minore rispetto a quanto, secondo la regola di Taylor, sarebbe stato opportuno. Questa mette in relazione i tassi di riferimento con l'inflazione e la disoccupazione e chiarisce quando la politica monetaria è troppo accomodante, troppo rigida o «corretta». Anche oggi sembra che la Fed sia piuttosto prudente con gli aumenti dei tassi. È tuttavia possibile che il nuovo Presidente, Jerome Powell, il prossimo anno aumenti i tassi più di quanto atteso dai mercati finanziari, il che potrebbe limitare il potenziale per i prezzi dell'oro. Contesto a favore del mantenimento del posizionamento Rimaniamo quindi sottoponderati nell'oro, mentre in considerazione di alcune incertezze che dureranno fino al 2018 – per esempio riguardo alle prossime nuove elezioni in Italia – per il momento manteniamo il posizionamento sovraponderato per le strategie alternative. Continuiamo a ritenere opportuna anche la quota neutrale per gli investimenti immobiliari indiretti, poiché il premio rispetto ai rendimenti obbligazionari rimane sempre relativamente attraente. Il rendimento complessivo dei fondi immobiliari, invece, è diminuito nettamente dal suo punto massimo all'inizio di agosto. Gli effetti frenanti dovrebbero essere stati generati soprattutto dall'offerta supplementare tramite aumenti di capitale e quotazioni dei fondi immobiliari, che vengono favoriti dal persistente stato di emergenza degli investimenti
Il prossimo anno negli USA l'inflazione potrebbe aumentare. Che questo sia positivo per l'oro dipende dal futuro corso della Fed. Se la Fed aumenta il tasso di riferimento più rapidamente di quanto atteso, ciò potrebbe avere un effetto negativo sul prezzo dell'oro. Vediamo confermato quindi il nostro posizionamento sottoponderato. Manteniamo anche il posizionamento sovraponderato risp. neutrale per le strategie alternative e gli investimenti immobiliari indiretti. Già da più di otto anni l'economia USA sta accelerando. Nel frattempo vi sono segnali che il punto massimo è stato superato, mentre l'inflazione USA non è ancora aumentata sensibilmente, il che tuttavia nel 2018 potrebbe avvenire con un certo ritardo. Di norma, i periodi inflazionistici sono favorevoli all'oro, poiché a differenza di altre classi d'investimento è immune da perdite di valore in caso di un forte rialzo dell'inflazione. Le quotazioni dell'oro si muovono da sei mesi tra USD 1'250.- e 1'350.- per oncia troy. Abbiamo analizzato la performance dell'oro in fasi di fine ciclo, che per definizione si presentano prima di una recessione. Dalla fine del cosiddetto sistema aureo all'inizio degli anni 1970 tali periodi si sono osservati sei volte: In tre periodi ci sono stati dei significativi mercati rialzisti per il metallo prezioso e negli altri tre il prezzo dell'oro si è mosso più o meno lateralmente. I periodi di forte guadagno del metallo prezioso evidenziano alcune similitudini. Sia all'inizio e alla fine degli anni 1970 sia prima della recente crisi finanziaria, i banchieri centrali USA sono stati prudenti con gli aumenti dei tassi. Hanno aumentato quindi i tassi di riferimento in misura minore rispetto a quanto, secondo la regola di Taylor, sarebbe stato opportuno. Questa mette in relazione i tassi di riferimento con l'inflazione e la disoccupazione e chiarisce quando la politica monetaria è troppo accomodante, troppo rigida o «corretta». Anche oggi sembra che la Fed sia piuttosto prudente con gli aumenti dei tassi. È tuttavia possibile che il nuovo Presidente, Jerome Powell, il prossimo anno aumenti i tassi più di quanto atteso dai mercati finanziari, il che potrebbe limitare il potenziale per i prezzi dell'oro. Contesto a favore del mantenimento del posizionamento Rimaniamo quindi sottoponderati nell'oro, mentre in considerazione di alcune incertezze che dureranno fino al 2018 – per esempio riguardo alle prossime nuove elezioni in Italia – per il momento manteniamo il posizionamento sovraponderato per le strategie alternative. Continuiamo a ritenere opportuna anche la quota neutrale per gli investimenti immobiliari indiretti, poiché il premio rispetto ai rendimenti obbligazionari rimane sempre relativamente attraente. Il rendimento complessivo dei fondi immobiliari, invece, è diminuito nettamente dal suo punto massimo all'inizio di agosto. Gli effetti frenanti dovrebbero essere stati generati soprattutto dall'offerta supplementare tramite aumenti di capitale e quotazioni dei fondi immobiliari, che vengono favoriti dal persistente stato di emergenza degli investimenti