Ammanetta l'amante e perde le chiavi di CRISTIANA LODI
Lei ha 33 anni e adora i giochi ad alta tensione erotica. Si fa ammanettare al letto dall'amante, che perde le chiavi. Lui va a comprare le tenaglie per liberarla, ma intanto rincasa il marito. Il genio malefico che punisce l'infedeltà ha colpito a Treviso centro. Sotto le lenzuola d'organza di una moglie annoiata. Trentatrè anni, frangetta rossa, caviglia sottile, curve in abbondanza. La Mercedes parcheggiata nel cortile di casa, le chiavi ancora inserite nel cruscotto e il borsone con dentro la tuta per la palestra abbandonato sul sedile. L'auto è nuova di pacca. Uscita dalla concessionaria giusto una settimana fa, nel giorno del quarto anniversario di matrimonio. È metallizzata, grigia come il marito dell'avvenente signora. Faccia sbiavida, cravatta firmata a righine gialle, lui è il vice del vice alla Cassa di Risparmio della città. Il lavoro a sei minuti da casa, pedalando senza fretta. La calvizie galoppante a 36 anni non ancora compiuti. E l'improvvida idea di scambiare il turno in banca, un giovedì pomeriggio, con il collega Rossi. Senza avvertire a casa, per giunta. Pure Boccaccio versione 2004, farebbe fatica a mettere insieme una novella come questa. Anche se il ragioniere pallido e cornuto ha fatto tornare alla memoria dei trevigiani "Signore e Signori", il film di Pietro Germi, girato proprio in città. Una pellicola più che mai attuale visto che il tradimento, da queste parti, oltre a essere un vizio è anche la causa del 90 per cento dei divorzi. Un insulto alla morale, da lavare nell'aula del Tribunale. Basta frugare tra i faldoni impolverati e buttare un occhio sulle pagine delle cause di separazione in corso, per capire cosa succede all'ombra dei bastioni. Lei, la bella rossa con il fisico palestrato e la mutanda elettrica, un pomeriggio in cui piove, telefona all'amante. Lo invita per un gioco ad alta tensione erotica. Lui, una guardia giurata che dovrà montare al lavoro per il turno notturno, non si fa aspettare. In un quarto d'ora è a casa dell'amata. I due si trasferiscono nella sala giochi. La scenografia è sadomaso. Lei, nuda, si lascia ammanettare alla spalliera. Preda di ogni lussuria. Lui si destreggia con fantasia. Ancora un po' e vestito da Batman potrebbe anche decidere di lanciarsi dal comò. Ma il bello, si fa trevigiano delle razioni corna per dire, deve ancora venire. Un'ora scarsa e la tempesta ormonale finisce. È il momento di liberare la signora. Ma non ci sono le chiavi. Sparite, dimenticate chissà in quale angolo. La prigioniera infedele si divincola e protesta. Tutto inutile. È panico. Batman si toglie il mantello e con la testa fra le mani cerca di farsi venire un'idea. «Le tenaglie! Ecco la soluzione », dice vittorioso. E corre alla ferramenta più vicina per l'acquisto. La fedifraga nuda, intanto, aspetta immobile il tronchesino. I minuti passano, ma sembrano secoli. Di colpo si sentono girare le chiavi nella toppa. Inutile illudersi però: non sono quelle per aprire le manette. A far ruotare il mazzo è il marito ragioniere, che ha anticipato il rientro e già messo la bici nel box. Ancora una scena sadomaso, con lei prigioniera che sussurra: «Ti aspettavo, amore!». Il ragioniere ci sarebbe anche cascato. Se Batman l'intempestivo non si fosse presentato con le tenaglie in mano. Scontato il finale: delirio, separazione, divorzio.