T-Bond,T-Note,Bund&others-Quel gran pezzo del Bernakka(v

gastronomo ha scritto:
Fleursdumal ha scritto:
che bel gruppetto :D occhio che stanno arrivando dei maori belli grossi che vogliono farvi il chiulo :eek: :lol: :P

Non è che porti un pò sfiga :( ?

Come si è presentato il neozelandese ha rotto ... zio bon se non porta jella !!! :eek: :eek: :eek: :eek:


... e vabbè noo siamo guerrieri e ce lo scaliamo al ribasso . :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: ... vediamo se non la spuntiamo. :cool:
 
fine della melina pemmia sullo spmib-merd
e ripresa della salita verso le stelle :V

2 possibilità

''il botto''
vendo call 37000 03/06 +745
compro 2 call 37500 03/06 +400 spesa circa 50punti MIBO

''mò t'aspietto''
acq call e put 37500 04/06 +850 +650 = spendo 1500punti MIBO
( ma non è da fare così .... vabbè, ho fretta)
 
uèèèèè poi non dite che detto i pezzi a GZ :P

L'operazione Del Mese: Vendi Dollaro Neozelandese

gz



9 March 2006 18:33

io guardo le valute periferiche come indicatore tipo real brasiliano, Rand sudafricano, Dollaro Neozelandese, WON coreano.

Il Dollaro Neozelandese rendeva quasi il 7% quando il dollaro USA rendeva il 2% e i giapponesi si sono impilati tutti sui bonds neozelandesi e ora stanno smobilizzando perchè la NZ sta quasi in recessione e ormai taglia i tassi mentre gli USA li stanno portando al 5%

Il Dollaro Neozelandese può franare ancora da 65 centesimi a 55 contro Dollaro, uno che ha le p... questo mese dovrebbe puntare tutto qui sopra

Ed è un paese che ha un deficit estero maggiore degli USA in %, Idem Inghilterra e Australia. L'eurozona non ha deficit estero ma per un fondo pensione giapponese conta solo fare il bilancio entro aprile con un rendimento. Può essere semplicemente che sta per partire un treno del genere su tutto


http://www.cobraf.com/forumf/cool_r_show.asp?topic_id=3842&reply_id=60087
 
nessuna reazione , solo una leggera scivolata controllata sotto 110,5



Treasuries stay lower amid mixed demand in auction


NEW YORK, March 9 (Reuters) - U.S. Treasury debt prices held at lower levels on Thursday after an $8 billion reopened auction of 10-year notes drew decent overall demand but poor indirect bidding.

The notes were sold at a high yield of 4.760 percent and drew bids for 2.87 times the amount on offer, above the 2.43 average in 2005's four 10-year note auction reopenings.

Indirect bidders, which include customers of primary dealers and foreign central banks, snagged just $435.14 million, or 5.4 percent of the deal, well below the 15.43 percent average of last year's four 10-year note auction reopenings.

Existing 10-year notes, which were down ahead of the auction, remained about 4/32 lower in price for a yield of 4.750 percent, compared with 4.732 percent on Wednesday.
 
L’incerto futuro del carry trader

Con il passare del tempo la nicchia dei carry trader, un tempo planetaria, si va riducendo in modo a volte preoccupante: quattro anni di espansione spettacolare (che ha sfiorato perfino l’Europa) hanno reso sempre meno necessaria la loro funzione. di A. FUGNOLI (Abaxbank)



Da Il Rosso e il Nero, settimanale di strategia di Abaxbank
di giovedì 2 marzo 2006

Il carry trader prende i soldi in prestito a interesse e li usa per ricevere un interesse (o a volte un utile) più alto di quello che paga. In questo modo viola due volte la proibizione biblica e coranica del mashsha e della riba, precludendosi il paradiso. Il suo futuro di lungo termine è dunque oltremodo precario e incerto. Viene da pensare al carry trader leggendo Parasite Rex di Carl Zimmer. E’ un libro affascinante, a tratti sconvolgente, che ha avuto grande successo. Introduce i profani nel mondo complesso e immenso dei parassiti.

L’evoluzione (o il disegno intelligente) hanno prodotto quattro specie di parassiti per ogni specie ospite e si può anche argomentare che l’homo sapiens stesso sia parassitario. Il luogo comune vuole che il parassita sia ozioso e passivo e che non abbia bisogno di molta intelligenza. In realtà alcune specie
sono straordinariamente sofisticate, manipolatrici e perverse e si danno parecchio da fare per raggiungere i loro scopi. C’è una specie che, per girare il mondo, si installa nei serpenti e li induce a farsi mangiare dalle mucche, in modo da percorrerne il tubo digerente. Le deiezioni delle mucche vengono poi mangiate da altri serpenti, che vengono a loro volta indotti a farsi mangiare.

Va in ogni caso sfatata l’idea che questo sottomondo sia sempre e comunque dannoso o inutile. Dagli spot televisivi apprendiamo di creature acidofile, bifide e quant’altro che fanno solo del bene, regolano e portano armonia e pace interiore. I carry trader sono stati spesso i probiotici dell’economia globale. Nei primi anni Novanta la Fed ha tenuto la curva dei rendimenti appositamente ripida per permettere alle banche di ricapitalizzarsi (finanziandosi a breve e comprando a lungo) dopo il collasso delle Savings & Loans. Lo stesso ha fatto la Banca del Giappone con le sue banche negli anni successivi.

Dopo lo scoppio della bolla e l’Undici Settembre il carry trading su scala planetaria è stato il meccanismo attraverso il quale le banche centrali hanno reflazionato gli asset e sostenuto in questo modo i consumi, la produzione e l’occupazione. Come l’animale che ogni tanto agita la coda per allontanare le mosche, così le banche centrali periodicamente si sono mostrate preoccupate per gli eccessi dei carry trader e hanno cercato di scrollarne via almeno una parte. In cuor loro, tuttavia, le banche centrali sono state in questi anni ben liete dello sviluppo di questa popolazione, cui hanno fornito denaro illimitato a tasso reale negativo per indurla a comperare bond, case, azioni e perfino lo strumento che più dovrebbe ripugnare a un carry trader, l’oro.

Con il passare del tempo, tuttavia, la nicchia ecologica dei carry trader, un tempo planetaria, si va riducendo in modo a volte preoccupante. Quattro anni di espansione spettacolare (che ha sfiorato perfino l’Europa) hanno reso sempre meno necessaria la loro funzione. L’ambiente intorno a loro è diventato meno amichevole, poi indifferente e oggi, in certe situazioni, perfino ostile. E’ scomparsa la sottospecie che si finanziava in dollari, è in difficoltà quella che si finanzia in euro e mostra da qualche tempo inquietudine quella che sembrava la più adatta alla sopravvivenza, quella che si finanzia in yen. Da quando, due anni fa, la Banca del Giappone ha smesso di intervenire sullo yen ogni carry trader sa che lavora senza rete e che deve autodisciplinarsi. Avere finanziamenti illimitati a tasso zero può dare alla testa e indurre (margini e ratio a parte) a indebitarsi all’infinito. Se poi lo yen perde valore, passando da 102 a 121 contro dollaro, il carry trading diventa eroina pura. Finanziarsi in yen che si svalutano rende conveniente anche la detenzione di dollari in banconote. Succede però che, da dicembre, lo yen dà segni di risveglio. La Banca del Giappone prepara il terreno per un ciclo di aumento dei tassi. Due ondate di panico, di cui una in corso, hanno portato lo yen da 120 a 115. Un incubo ricorre nelle notti del carry trader, quello del rialzo improvviso dello yen di quasi il 20 per cento nel 1999. Vorremmo a questo punto offrire qualche conforto alla nazione dei carry trader. Lo yen diventerà certamente bidirezionale, ma non è detto che un grande rialzo stia per partire. La Banca del Giappone ha imparato, come tutte le banche centrali, ad apprezzare i vantaggi di una lunga e paziente preparazione del mercato al rialzo dei tassi e agisce con larghissimo anticipo. I rialzi, dal canto loro, saranno molto lenti e quasi impercettibili. Troppe volte, in questi anni, la Banca del Giappone ha provato ad alzare i tassi (e il governo ad alzare le tasse) pensando che la ripresa fosse consolidata, salvo poi scoprire che non lo era affatto. Questa volta l’intenzione è di muoversi con i piedi di piombo, magari fra sei mesi.

Il differenziale tra i tassi giapponesi da una parte e quelli americani ed europei dall’altra è dunque destinato ad allargarsi ancora, prima di restringersi a partire dall’anno prossimo. Questo però non garantisce che lo yen se ne torni ai minimi e lì resti tranquillo. Nei prossimi mesi (e ancora di più nel 2007) vedremo infatti una rivalutazione generale dell’Asia, a partire dal renminbi, che si appresta ad accelerare il suo apprezzamento. Questo ampio processo (per il bene di tutti in larga parte sostituivo di un aumento dei tassi asiatici) coinvolgerà in qualche misura (probabilmente limitata) anche il Giappone. Il carry trader prudente cercherà d’ora in avanti di diversificare le sue valute di finanziamento, privilegiando un mix di yen e di euro. Cercherà inoltre di reinvestire in area euroasiatica (più Brasile), evitando di esporsi troppo sugli Stati Uniti. Rimangono per lui verdissimi pascoli la lira turca, con il suo 8 per cento di rendimento reale, e il real brasiliano. Il processo di convergenza che l’Italia ha conosciuto nel decennio scorso e che poi si è allargato alla Grecia e all’Est Europa, prosegue oggi in Turchia e Brasile. Il meccanismo è sempre lo stesso. Un paese decide di uscire dall’inflazione. Alza i tassi reali e in questo modo attira capitali dall’estero. I capitali in arrivo rafforzano la valuta locale e in questo modo si abbassa ulteriormente l’inflazione, alzando i tassi reali. Per l’investitore straniero è il massimo che si può chiedere alla vita, ovvero guadagni di cambio accompagnati da tassi nominali da favola. Fino a quando il paese rimane competitivo il gioco prosegue. Sia chiaro. Un’eventuale rivalutazione drammatica dello yen e l’affollarsi all’uscita di tutti i carry trader potrebbero avere conseguenze pesanti anche per chi il carry trading non sa nemmeno che cosa sia. Uno squeeze sullo yen può costringere a smontare precipitosamente posizioni lunghe di borsa, materie prime e bond, trascinando verso il basso (temporaneamente ma dolorosamente) tutti gli asset. Si tratta di un rischio da non escludere, soprattutto nel caso di un’accelerazione speculativa del rialzo delle borse. Non è però un rischio probabile. Le banche centrali conoscono la delicatezza del problema e agiranno preferibimente con piccole e frequenti scrollate, come quelle che stiamo vedendo sullo yen.

Quanto al carry trading intracurva, l’inversione sempre più pronunciata sulla curva dollaro potrebbe indurre a mettersi corti di parte lunga per stare in cash. Chi è ancora (giustamente) ottimista sull’espansione globale potrebbe essere tentato. Meglio evitare, però. Per portare a casa un carry modesto si andrebbe a rischiare grosso in caso di shock esogeno (aviaria, petrolio, geopolitica) e di conseguente spike dei corsi dei bond.
 
:ciao:
Ditro, che dici di quella roba apocalittica di Zibordi su nz? In caso, quale copertina può andare bene? Già me la faccio sotto :rolleyes:
 
f4f ha scritto:
fine della melina pemmia sullo spmib-merd
e ripresa della salita verso le stelle :V

2 possibilità

''il botto''
vendo call 37000 03/06 +745
compro 2 call 37500 03/06 +400 spesa circa 50punti MIBO

''mò t'aspietto''
acq call e put 37500 04/06 +850 +650 = spendo 1500punti MIBO
( ma non è da fare così .... vabbè, ho fretta)


37400 37800 i due limiti per me per oggi
hedgiare poco prima sulla ''mò t'aspietto' e chiudere-hedgiare sulla ''il botto'', a rottura
uè, lo scrivo come paper, così riprendo le ali :D
 
Fleursdumal ha scritto:
uèèèèè poi non dite che detto i pezzi a GZ :P

L'operazione Del Mese: Vendi Dollaro Neozelandese

gz



9 March 2006 18:33

io guardo le valute periferiche come indicatore tipo real brasiliano, Rand sudafricano, Dollaro Neozelandese, WON coreano.

Il Dollaro Neozelandese rendeva quasi il 7% quando il dollaro USA rendeva il 2% e i giapponesi si sono impilati tutti sui bonds neozelandesi e ora stanno smobilizzando perchè la NZ sta quasi in recessione e ormai taglia i tassi mentre gli USA li stanno portando al 5%

Il Dollaro Neozelandese può franare ancora da 65 centesimi a 55 contro Dollaro, uno che ha le p... questo mese dovrebbe puntare tutto qui sopra

Ed è un paese che ha un deficit estero maggiore degli USA in %, Idem Inghilterra e Australia. L'eurozona non ha deficit estero ma per un fondo pensione giapponese conta solo fare il bilancio entro aprile con un rendimento. Può essere semplicemente che sta per partire un treno del genere su tutto


http://www.cobraf.com/forumf/cool_r_show.asp?topic_id=3842&reply_id=60087


A me invece pare nà grossa capsata ! Intanto bisogna parlare di tempi ... da 0,65 a 0,55 è un buon 16% di svalutazione ... ma in quanto tempo ?
Pure l'euro andò da 1,36 a 1,20 ma ci vollero più di 3 mesi ... la mia invece è un'operazione di breve respiro.
Zibordi dice l'operazione del mese ... io non credo proprio che il zelandese si becchi tutta quella scoppola in un solo mese ... vorrebbe dire di svendere a manetta obbligazioni che comunque rendono il 7%.

Poi se io detengo obbligazioni in dollari Neozelandesi che mi rendono il 7% mi coprro con il future sul rischio cambio ma col cavolo che le vendo ! ... e poi per comperare cosa ? Bond americani che rendono il 4,8% ? :cool:

Se poi in Nuova Zelanda stanno imboccando la strada della recessione anche lì c'è un controsenso ... ovvero ... se è vero che i maori stanno per tagliare i tassi ed io detengo obbligazioni con cedola del 7% le obbligazioni che ho in portafoglio saliranno di valore per compensare il calo dei rendimenti ... chi le ha già in portafoglio lucra 2 volte, oltre alla cedola pure l'aumento di valore. Ovviamente questo aumento verrà compensato dalla svalutazione della moneta, ma non è un problema, basta semplicemente coprisrsi sul rischio cambio col future NZD/USD se sono americano e la mia valuta di riferimeto è il dollaro oppure mediante un future composto short NZD/USD e long EUR/USD se sono europeo ed ho come riferimeto euro, analogo discorso per lo yen; per le quantità pari al sottostante del future ... oppure per quantità inferiori usando i minilotti in un conto forex.
 

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