TBOND BUND (VM 1984) 2012: la profezia dei Maya o la rinascita

Dream team per la nuova Cina


Perché la triade che guida partito e governo è la più adatta alla transizione

Il recente avvicendamento ai vertici del potere cinese è stato presentato quasi unanimemente come una vittoria dei conservatori intransigenti e una battuta d’arresto per le speranze di riforma, con conseguente ulteriore peggioramento della percezione della Cina in Occidente. Ma è una descrizione lontanissima dalla verità. Xi Jinping e Li Keqiang, i due pesi massimi del nuovo consiglio direttivo cinese (il Comitato permanente del Politburo), sono due pensatori raffinati, che possono contare su un’ottima preparazione e che apporteranno un ricco patrimonio di esperienza alla risoluzione delle numerose sfide che ha di fronte la Cina. In quanto leader della cosiddetta Quinta Generazione, rappresentano un ulteriore passo avanti sulla via del costante progresso di competenze che ha segnato tutte le transizioni di potere in Cina da quando Deng Xiaoping prese il potere, alla fine degli anni 70.
Benché sia assolutamente prematuro emettere giudizi sullo stile e la direzione che prenderà la nuova leadership cinese, ci sono tre cose che vale la pena sottolineare.
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Gli osservatori occidentali, concentrandosi su recenti dichiarazioni pubbliche di Xi e di Li, mettono l’accento sulla penuria di commenti in favore di riforme economiche o politiche. Ma lo stesso si poteva dire per i primi pronunciamenti di Deng, che è stato il più grande riformatore della Cina moderna. Da Deng in poi, la Cina ha mostrato una straordinaria capacità di affrontare con decisione i problemi. La nuova generazione di leader ha le competenze e le esperienze giuste per questo compito.
 
Euro-zone Records Confidence Bounce


Da pagina 2 The first improvement in eurozone business confidence since spring suggests companies may hold off from steep cuts to investment spending, a factor that could determine whether the crisis-hit currency bloc recovers soon or dives into a prolonged recession.
Figures from the European Commission on Thursday showed confidence rose among industrial firms and retailers in the 17 nations that use the euro, pushing the economic sentiment indicator for households and businesses to a three- month high of 85.7 in November, from 84.3 in October.
“November saw a much-needed and very welcome pickup in eurozone economic sentiment,” said Howard Archer, an economist at consultancy IHS Global Insight.
He said businesses may have been encouraged by signs the eurozone debt crisis is easing, following initiatives by the European Central Bank and national governments to ease Greece’s debt burden and make it less likely another country will need international aid to pay back debts.
 
Investors chase Italian and Spanish debt


Investors are flocking to Spanish and Italian government debt, reversing a shift that pushed yields sharply higher over the summer.
 
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Banche inglesi: servono 60 miliardi
La relazione sulla stabilità finanziaria della Banca d’inghilterra svela l’inadeguatezza patrimoniale L’authority Fma verificherà la corrispondenza fra attivi e capitale
 
Quell’eccesso di leva finanziaria nei conti delle Landesbanken


I nodi della Vigilanza sulle casse tedesche

Se battessero bandiera spagnola o perché no italiana, sarebbero da tempo nel mirino della speculazione finanziaria e costituirebbero una seria preoccupazione per le autorità internazionali. Invece le banche regionali tedesche, le Landesbank, vivono pressochè industurbate, lontane dal clamore della crisi bancaria. Nessun riflettore acceso, nessuno che se ne occupa. In parte perché non sono quotate, ma soprattutto perché dietro di loro c’è la potente garanzia pubblica di Frau Merkel e della grande Germania. Eppure quello è il ventre molle del sistema bancario tedesco costato ai contribunti fior di miliardi di aiuti statali e non ancora uscito dalla crisi post-Lehman. C’è un problema ancora aperto di qualità dei loro attivi bancari, nonostante il recupero delle perdite per quasi 15 miliardi patito, nel triennio 2007-2009, dalle prime sette banche regionali. Perdite record equivalenti a un terzo del totale del capitale complessivo. Fossero state spagnole o italiane autorità e mercati sarebbero andati in fibrillazione.


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Quello che le banche tedesche e le Autorità non hanno affrontato è il nodo della leva finanziaria che resta elevatissima. Per l’istituto del Baden-Wurttemberg il capitale è di soli 10 miliardi su 373 miliardi di attivo, meno del 3%. Per la Nord Landes siamo a 7 miliardi di patrimonio su 225 miliardi di attivo. Valori irrisori. Basterebbe una svalutazione del 3% delle attività, un’inezia, per portare a zero il capitale. Eppure le due Landesbank maggiori presentano livelli di core Tier1 (il patrimonio di base in rapporto agli attivi a rischio) sopra il 12% cioè oltre la soglia di Basilea 3. Un exploit formidabile. Peccato che quel livello ampio di patrimonializzazione sia calcolato solo su meno di un terzo dell’attivo che è quello considerato a rischio. Una benevolenza sospetta.




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Quell’eccesso di leva finanziaria nei conti delle Landesbanken


I nodi della Vigilanza sulle casse tedesche

Se battessero bandiera spagnola o perché no italiana, sarebbero da tempo nel mirino della speculazione finanziaria e costituirebbero una seria preoccupazione per le autorità internazionali. Invece le banche regionali tedesche, le Landesbank, vivono pressochè industurbate, lontane dal clamore della crisi bancaria. Nessun riflettore acceso, nessuno che se ne occupa. In parte perché non sono quotate, ma soprattutto perché dietro di loro c’è la potente garanzia pubblica di Frau Merkel e della grande Germania. Eppure quello è il ventre molle del sistema bancario tedesco costato ai contribunti fior di miliardi di aiuti statali e non ancora uscito dalla crisi post-Lehman. C’è un problema ancora aperto di qualità dei loro attivi bancari, nonostante il recupero delle perdite per quasi 15 miliardi patito, nel triennio 2007-2009, dalle prime sette banche regionali. Perdite record equivalenti a un terzo del totale del capitale complessivo. Fossero state spagnole o italiane autorità e mercati sarebbero andati in fibrillazione.


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Quello che le banche tedesche e le Autorità non hanno affrontato è il nodo della leva finanziaria che resta elevatissima. Per l’istituto del Baden-Wurttemberg il capitale è di soli 10 miliardi su 373 miliardi di attivo, meno del 3%. Per la Nord Landes siamo a 7 miliardi di patrimonio su 225 miliardi di attivo. Valori irrisori. Basterebbe una svalutazione del 3% delle attività, un’inezia, per portare a zero il capitale. Eppure le due Landesbank maggiori presentano livelli di core Tier1 (il patrimonio di base in rapporto agli attivi a rischio) sopra il 12% cioè oltre la soglia di Basilea 3. Un exploit formidabile. Peccato che quel livello ampio di patrimonializzazione sia calcolato solo su meno di un terzo dell’attivo che è quello considerato a rischio. Una benevolenza sospetta.




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Non dvono andare in recessione o salta il tappo e questo dovrebbe essere un vantaggio anche per noi
 

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