Il cantiere Ue contro il credit crunch
Allo studio nuovi veicoli e piattaforme ad hoc per i corporate bond
Alla ricerca del credito negato. Mentre la Bce e la Ue scendono in campo e in Italia si infiamma il dibattito sulle modalità per superare il credit crunch, qualcosa si muove anche tra gli altri big europei per cercare nuove fonti di ossigeno per le imprese. Un cantiere aperto per dotare l’economia reale di spalle più larghe per affrontare la crisi, con nuove iniziative che si aggiungono a quelle già esistenti (si veda «Il Sole 24 Ore» del 16 aprile).
Una prima breccia è stata aperta durante l’Ecofin informale di metà aprile a Dublino. «In una fase di carenza di credito, soprattutto nei Paesi della periferia – ha detto il ministro delle Finanze irlandesi Michael Noonan, presidente di turno della Ue – stiamo valutando alternative al canale bancario». I progetti dei governi appena avviati o sulla rampa di lancio si snodano lungo due principali direttrici: da un lato la leva della liquidità con la creazione di nuovi organismi, dall’altro l’estensione alle imprese più piccole di strumenti finanziari tradizionalmente riservati a quelle più grandi, come le obbligazioni societarie.
Dal 2014, fanno sapere dal Dipartimento britannico per l’Innovazione, sarà pienamente operativa la British Business Bank. Londra è pronta a mettere sul piatto 3,9 miliardi di sterline per sostenere i "piccoli" che oggi restano fuori dai radar degli istituti di credito: le imprese che non riescono a fornire garanzie adeguate o le start up