FORTEBRACCIO
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Com’è finita la storia dello “scandalo” Telekom Serbia?
Provate a porre questa domanda al bar, all’università o sul lavoro nella pausa caffè.
La gran parte degli interlocutori dirà di non ricordare.
Alcuni invece diranno che è una vergogna della sinistra ladra e impunita.
Pochi altri ricorderano giusto: cioé che si è trattato di un’operazione (riuscita, nonostante tutto) di calunnia politica e depistaggio mediatico ai danni dei principali dirigenti del centrosinistra durante il secondo governo Berlusconi.
A quell’operazione - che ha sfruttato le zone d’ombra di una transazione commerciale fra Telecom Italia e governo serbo, degne sì di una seria inchiesta giudiziaria - hanno concorso un’apposita commissione parlamentare e la grancassa dei media
berlusconiani, il Giornale di Belpietro in prima fila, con annessa Raiset, che ripeteva il segnale.
La commissione parlamentare accreditava come testimoni personaggi da farsa e avanzi di galera, la grancassa dei media amplificava le calunnie e le trasformava, ripetendole, in senso comune.
Risultato?
L’opposizione è stata costretta per mesi a difendersi, proprio nel momento in cui il capobanda - guai a “demonizzarlo”, sia ben chiaro! -
celebrava per legge l’impunità sua e degli amici.
Nel corso degli anni le inchieste della magistratura hanno accertato l’infondatezza delle accuse del “supertestimone” Igor Marini e degli altri gentiluomini.
Ma la giustizia ha tempi diversi dallo squadrismo mediatico-politico: non molti, abbassatosi il polverone, hanno saputo che era tutta una bufala.
E - tranne le fungibilissime pedine, il cui silenzio non è difficile da comprare - nessuno ha pagato, né sul piano politico né sul piano professionale, per quell’operazione.
Anzi, il buon Belpietro - che non s’è mai scusato con i propri lettori, e questo fa capire quanto li stimi - è stato recentemente promosso alla direzione di Panorama, mentre i parlamentari più attivi in quella commissione sono tutti autorevoli esponenti del partito-azienda.
Insomma: dove la memoria dura un giorno, nessuna bassezza è imperdonabile e più fai ribrezzo più hai successo.
Teniamo a mente questi metodi: manca poco al ritorno della Banda.
Piero Ricca
Provate a porre questa domanda al bar, all’università o sul lavoro nella pausa caffè.
La gran parte degli interlocutori dirà di non ricordare.
Alcuni invece diranno che è una vergogna della sinistra ladra e impunita.
Pochi altri ricorderano giusto: cioé che si è trattato di un’operazione (riuscita, nonostante tutto) di calunnia politica e depistaggio mediatico ai danni dei principali dirigenti del centrosinistra durante il secondo governo Berlusconi.
A quell’operazione - che ha sfruttato le zone d’ombra di una transazione commerciale fra Telecom Italia e governo serbo, degne sì di una seria inchiesta giudiziaria - hanno concorso un’apposita commissione parlamentare e la grancassa dei media
berlusconiani, il Giornale di Belpietro in prima fila, con annessa Raiset, che ripeteva il segnale.
La commissione parlamentare accreditava come testimoni personaggi da farsa e avanzi di galera, la grancassa dei media amplificava le calunnie e le trasformava, ripetendole, in senso comune.
Risultato?
L’opposizione è stata costretta per mesi a difendersi, proprio nel momento in cui il capobanda - guai a “demonizzarlo”, sia ben chiaro! -
celebrava per legge l’impunità sua e degli amici.
Nel corso degli anni le inchieste della magistratura hanno accertato l’infondatezza delle accuse del “supertestimone” Igor Marini e degli altri gentiluomini.
Ma la giustizia ha tempi diversi dallo squadrismo mediatico-politico: non molti, abbassatosi il polverone, hanno saputo che era tutta una bufala.
E - tranne le fungibilissime pedine, il cui silenzio non è difficile da comprare - nessuno ha pagato, né sul piano politico né sul piano professionale, per quell’operazione.
Anzi, il buon Belpietro - che non s’è mai scusato con i propri lettori, e questo fa capire quanto li stimi - è stato recentemente promosso alla direzione di Panorama, mentre i parlamentari più attivi in quella commissione sono tutti autorevoli esponenti del partito-azienda.
Insomma: dove la memoria dura un giorno, nessuna bassezza è imperdonabile e più fai ribrezzo più hai successo.
Teniamo a mente questi metodi: manca poco al ritorno della Banda.
Piero Ricca