Teoria del colore: piccola curiosità sul magenta (1 Viewer)

HollyFabius

Nuovo forumer
Da esperienza nel vecchio forum so che le questioni troppo tecniche sono piuttosto noiose e poco dibattute.
Pongo qui però una piccola curiosità relativa ad un particolare colore: il magenta.
Il magenta è il più interessante dei colori e vi spiego il perché.
E' noto che la scienza i colori sostanzialmente non esistono, sono solo una rappresentazione del nostro sistema ottico di una lunghezza d'onda nello spettro del visibile.
Il rosso va da 620 a 700 nm, il verde più o meno da 490 a 560 nm, ecc. ecc.
Ogni colorino ha la sua rappresentazione numerica, la visione di uno spettro di emissioni di diverse lunghezze d'onda sarà la media delle lunghezze d'onda emesse.
Ebbene dove è posizionato il magenta?

Da nessuna parte, il magenta non esiste.

Naturalmente vi è una spiegazione scientifica anche per questo, ed è legata all'occhio e alla sua rappresentazione complessa che qui non sto ad accennare. Però mi pareva curioso condividere questa piccola curiosità credo poco nota.
 

giustino

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Da esperienza nel vecchio forum so che le questioni troppo tecniche sono piuttosto noiose e poco dibattute.
Pongo qui però una piccola curiosità relativa ad un particolare colore: il magenta.
Il magenta è il più interessante dei colori e vi spiego il perché.
E' noto che la scienza i colori sostanzialmente non esistono, sono solo una rappresentazione del nostro sistema ottico di una lunghezza d'onda nello spettro del visibile.
Il rosso va da 620 a 700 nm, il verde più o meno da 490 a 560 nm, ecc. ecc.
Ogni colorino ha la sua rappresentazione numerica, la visione di uno spettro di emissioni di diverse lunghezze d'onda sarà la media delle lunghezze d'onda emesse.
Ebbene dove è posizionato il magenta?

Da nessuna parte, il magenta non esiste.

Naturalmente vi è una spiegazione scientifica anche per questo, ed è legata all'occhio e alla sua rappresentazione complessa che qui non sto ad accennare. Però mi pareva curioso condividere questa piccola curiosità credo poco nota.


A proposito di magenta, ricevuto adesso da Flash Art.

Emily Segal responds to Google’s new artificial intelligence initiative, Magenta, by mining the color’s unique history as a source of cultural energy.
“I had been wondering how one color (magenta) out of many (a spectrum) could be extraterrestrial, when after all it was just another color among the rest. It turned out this wasn’t quite true. Magenta was extraspectral: what some people call an ‘impossible color.’
 

baleng

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Da esperienza nel vecchio forum so che le questioni troppo tecniche sono piuttosto noiose e poco dibattute.
Pongo qui però una piccola curiosità relativa ad un particolare colore: il magenta.
Il magenta è il più interessante dei colori e vi spiego il perché.
E' noto che la scienza i colori sostanzialmente non esistono, sono solo una rappresentazione del nostro sistema ottico di una lunghezza d'onda nello spettro del visibile.
Il rosso va da 620 a 700 nm, il verde più o meno da 490 a 560 nm, ecc. ecc.
Ogni colorino ha la sua rappresentazione numerica, la visione di uno spettro di emissioni di diverse lunghezze d'onda sarà la media delle lunghezze d'onda emesse.
Ebbene dove è posizionato il magenta?

Da nessuna parte, il magenta non esiste.

Naturalmente vi è una spiegazione scientifica anche per questo, ed è legata all'occhio e alla sua rappresentazione complessa che qui non sto ad accennare. Però mi pareva curioso condividere questa piccola curiosità credo poco nota.
Puoi spiegare ulteriormente?
 

HollyFabius

Nuovo forumer
Puoi spiegare ulteriormente?

Lato curiosità

Sappiamo che la luce bianca scomposta da un prisma realizza lo stesso fenomeno dell'arcobaleno, ovvero scompone il bianco della luce nelle sue componenti.
Il colore in questa rappresentazione è una radiazione elettromagnetica, lo spettro del visibile è una piccola parte di questa radiazione, ed a ogni lunghezza d'onda del visibile corrisponde un colore.

Visible-spectrum.jpg

Il punto è che il magenta (o il fucsia e similari) non è rappresentato da nessuna radiazione.
La curiosità è che sebbene in natura questi colori siano presenti in quantità massiccia essi non sono contenuti nello spettro di emissione della radiazione elettromagnetica, ecco ... non esistono. Sono extra-spectrum.

Aggiungo un'altra stranezza.
Sappiamo che sovrapponendo due luci colorate, per esempio la rossa e la verde otteniamo un colore che è la media, per esempio sovrapponendo un verde 500nm con un rosso 650 nm otteniamo un colore intermedio (500+650)/2 = 575nm un bel giallo. Sovrapponendo un blu 480nm con un verde 520nm otteniamo un (480+520)/2= 500nm un bel azzurro.
Ma se sovrapponiamo un rosso e un blu otteniamo non il verde (che sarebbe il colore intermedio) bensì un magenta (che è il complementare del verde).

Spiegazione scientifica

E' tutto sommato abbastanza semplice, nel nostro occhio standard (normale) ci sono 3 ricettori di colore, uno per il blu, uno per il rosso ed uno per il verde.
hyperphysics_spectra.gif

Questi recettori si attivano parzialmente/totalmente alle lunghezze d'onda segnate (445nm, 535nm, 575nm).
Se si inviano due fasci di luce una blu e un rossa non si attiva il recettore verde ma contemporaneamente quello rosso e quello blu, il nostro cervello si "inventa" un colore intermedio che è il complementare del verde.
 

baleng

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Ci vorrà tempo per risponderti ...
Intanto una osservazione: da una parte queste spiegazioni considerano i colori come un dato oggettivo, dall'altro, quando qualcosa va storto, introducono un dato soggettivo.
Solo che, a questo punto, se non si parla solo di dati oggettivi, tutto potrebbe essere soggettivo, o anche solo una parte più grande di quanto ipotizzato.
Mi spiego: affermo che se butto acqua sul terreno il terreno rimane bagnato.
Poi però scopro che in certi casi non si bagna.
Di fronte a questa violazione della regola cerco, com'è giusto, una "causa". Per esempio, non era acqua, ma alcool, qualcosa che evapora rapidissimo.
Ma allora, sono sicuro che prima era sempre acqua (lo davo per scontato, ma ora ...).?

Ma questo è solo un anticipo metodologico. Ci risentiamo :corna:
 

HollyFabius

Nuovo forumer
Ci vorrà tempo per risponderti ...
Intanto una osservazione: da una parte queste spiegazioni considerano i colori come un dato oggettivo, dall'altro, quando qualcosa va storto, introducono un dato soggettivo.
Solo che, a questo punto, se non si parla solo di dati oggettivi, tutto potrebbe essere soggettivo, o anche solo una parte più grande di quanto ipotizzato.
Mi spiego: affermo che se butto acqua sul terreno il terreno rimane bagnato.
Poi però scopro che in certi casi non si bagna.
Di fronte a questa violazione della regola cerco, com'è giusto, una "causa". Per esempio, non era acqua, ma alcool, qualcosa che evapora rapidissimo.
Ma allora, sono sicuro che prima era sempre acqua (lo davo per scontato, ma ora ...).?

Ma questo è solo un anticipo metodologico. Ci risentiamo :corna:

Altra piccola chicca, chi si è accorto che il magenta non era uno dei colori della teoria di Newton? Beh insomma... Newton stesso.
 

baleng

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Ci vorrà tempo per risponderti ...
Intanto una osservazione: da una parte queste spiegazioni considerano i colori come un dato oggettivo, dall'altro, quando qualcosa va storto, introducono un dato soggettivo.
Solo che, a questo punto, se non si parla solo di dati oggettivi, tutto potrebbe essere soggettivo, o anche solo una parte più grande di quanto ipotizzato.
Mi spiego: affermo che se butto acqua sul terreno il terreno rimane bagnato.
Poi però scopro che in certi casi non si bagna.
Di fronte a questa violazione della regola cerco, com'è giusto, una "causa". Per esempio, non era acqua, ma alcool, qualcosa che evapora rapidissimo.
Ma allora, sono sicuro che prima era sempre acqua (lo davo per scontato, ma ora ...).?

Ma questo è solo un anticipo metodologico. Ci risentiamo :corna:
Vorrei riassumere l'obiezione.
In pratica, gli altri colori vengono dati come oggettivi, come "esistenti là", il magenta no.
Come spiegazione si parla di un "difetto" della macchina interpretatrice (l'occhio). Però questa macchina interpreta anche tutti gli altri colori.
Quel che è certo è la corrispondenza tra giudizio dell'occhio e lunghezza d'onda in tutti gli altri casi.
Però questa corrispondenza non implica che la lunghezza d'onda "sia" il colore.
Se copro una superficie di nero si scalderà di più che se la copro di bianco (e se la copro di magenta piuttosto che di verde?).
Però non posso dire che la lunghezza d'onda del nero sia causa del riscaldamento: due corrispondenze non implicano correlazione causa-effetto. Possono solo suggerirla, ma è una delle tante interpretazioni. Se, magari, il magenta ottiene un riscaldamento diverso dal verde, che cosa dirò mai? Che una lunghezza d'onda inesistente produce un effetto concreto?
 

HollyFabius

Nuovo forumer
Vorrei riassumere l'obiezione.
In pratica, gli altri colori vengono dati come oggettivi, come "esistenti là", il magenta no.
Come spiegazione si parla di un "difetto" della macchina interpretatrice (l'occhio). Però questa macchina interpreta anche tutti gli altri colori.
Quel che è certo è la corrispondenza tra giudizio dell'occhio e lunghezza d'onda in tutti gli altri casi.
Però questa corrispondenza non implica che la lunghezza d'onda "sia" il colore.
Se copro una superficie di nero si scalderà di più che se la copro di bianco (e se la copro di magenta piuttosto che di verde?).
Però non posso dire che la lunghezza d'onda del nero sia causa del riscaldamento: due corrispondenze non implicano correlazione causa-effetto. Possono solo suggerirla, ma è una delle tante interpretazioni. Se, magari, il magenta ottiene un riscaldamento diverso dal verde, che cosa dirò mai? Che una lunghezza d'onda inesistente produce un effetto concreto?
La teoria di Newton è molto bella, così come molte delle costruzioni di questo grande uomo.
La sua qualità maggiore è quella di dare una visione chiara del fenomeno dell'arcobaleno, legandolo al fenomeno della rifrazione del prisma; permette inoltre di comprendere che esistono delle onde elettromagnetiche e che una serie di fenomeni sono tra loro collegati.
Credo però che per quanto riguarda la spiegazione di cosa sia il colore sia parziale (incompleta), la dimostrazione maggiore è che è necessaria una sintesi sottrattiva a complemento della sintesi additiva.
Peraltro nello spettro luminoso manca il magenta e tutta la gamma del fucsia, ma mancano anche il nero convenzionalmente considerato la mancanza di emissione (o l'assorbimento completo di tutte le radiazioni) e il bianco considerato l'emissione di tutte le radiazioni.
In realtà l'emissione di tutte le radiazioni (la luce solare) non è bianca e parlarne come bianco è una convenzione che a forza di chiamarla così è diventata vera per abitudine. Oggi ulteriormente i fenomeni del colore attorno al limite inferiore (quello legati alle sorgenti ultraviolette) mostrano le limitazioni del modello congiunto additivo/sottrattivo.
 

baleng

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Aspetto di avere del tempo per ristudiare la faccenda, a me ostica perché non ero del tutto d'accordo con i testi letti. Però ricordo bene che nella teoria di Steiner/Goethe non si parla di arco dei colori (dal rosso al giallo al violetto) ma anche dell'altro arco, che completa dunque il cerchio, composto di colori come il fior di pesco, il porpora e il magenta (?), per noi apparentati.
Partendo dalla "Teoria dei Colori" di Goethe, che sosteneva che “il colore si origina dall’incontro della luce con le tenebre”, il grande pensatore austriaco elaborò una complessa teoria spirituale.
Il Mart di Rovereto ha ospitato la retrospettiva Rudolf Steiner “L’alchimia del quotidiano”, realizzata dal ‘Vitra Design Museum’ di Weil am Rhein: un’occasione per riflettere su alcuni aspetti dell’opera del poliedrico pensatore austriaco e sulle sue influenze sull’arte contemporanea. ... Sul colore Steiner elaborò una complessa teoria spirituale, partendo dalla Teoria dei Colori (Zur Farbenlehre) di Goethe, che sosteneva in polemica con le teorie newtoniane che “il colore si origina dall’incontro della luce con le tenebre”, due polarità reciprocamente attive e collaborative. La tassonomia steineriana distingue la manifestazione cromatica in sette colori esoterici: quattro colori immagine e tre colori splendore. I primi rappresentano l’aspetto percepibile, l’immagine esterna della loro essenza e sono: il bianco, l’immagine dello spirito; il nero, l’immagine di ciò che è morto; il fior-di-pesco, l’immagine dell’anima e il verde, l’immagine di ciò che è vivo. I colori splendore risplendono invece in se stessi, sono “le nature attive del colore, la veste esteriore di un essere” e sono: “il giallo, lo splendore dello spirito; il rosso, lo splendore del vivente e l’azzurro, lo splendore dell’animico”. ...
Le conferenze di Steiner influenzarono molti artisti dell’epoca, dai russi Wassilij Kandinskij e Kazimir Malevič all’olandese Piet Mondrian; la sua concezione spirituale dei colori fu portata avanti dagli insegnanti del colore della Bauhaus e ora viene insegnata nelle scuole Walrdof.
Gli artisti influenzati da Steiner svilupparono ciascuno una propria concezione sull’uso tecnico del colore e un proprio linguaggio artistico: Wassily Kandinsky (1866-1944), pianista e violoncellista, espresse un misticismo soggettivo e interiorizzato libero dalla dipendenza della raffigurazione, in cui le regole compositive della pittura sono simili a quelle musicali e si dedicò anche alla teorizzazione pubblicando numerosi scritti, di cui il più famoso, Lo spirituale nell’arte (SE ed., Milano), tratta dell’influenza psichica dei colori dovuta alla loro vibrazione spirituale. 
Kazimir Malevič (1878-1935) si ispirò all’arte popolare russa e alla tradizione ermetica e antroposofica fondendole nella ricerca di un’arte assoluta, anch’egli scrisse numerosi contributi teorici e propose il Suprematismo, una corrente d’arte che perseguiva “la supremazia della sensibilità pura nell’arte (…) l’espressione pura senza rappresentazione”.

Piet Mondrian (1872-1944), olandese di formazione calvinista, aderì alla società teosofica del suo Paese e si mise in contatto epistolare con Steiner (1921) per presentargli i principi del Neoplasticismo (da lui teorizzati in molti scritti) che, ispirato dalla concezione teosofica della Blavatsky, rifiutava la concezione dell’arte come descrizione realistica, per giungere a un astrattismo puro e assoluto, composto da intersecazioni ortogonali e colori primari: rosso, giallo e blu circondati da bianco e nero, in reciproci rapporti di equilibrio. Pur con espressioni artistiche così diverse dagli insegnamenti di Steiner, non è forse un caso che sia Kandinsky che Mondrian esprimessero grande antipatia per il verde, colore immagine: Kandinsky descrivendolo come il colore più calmo che esista, che non si muove in nessuna direzione e non ha alcuna nota emotiva, non desidera nulla, non aspira a nulla; Mondrian utilizzando solo i 3 colori splendore posti tra luce (bianco) e oscurità (nero).
Vi sono dunque dei cardini goethiani alla base del discorso, legati alla concezione del colore come lotta tra luce e tenebra.
La luce, vista attraverso l'oscurità è rossa (tramonto, velo atmosferico davanti al sole ...). E se si guarda la tenebra (lo spazio vuoto e buio) attraverso la luce, essa appare azzurra (cielo).
Ognuno di noi può riflettere su tale osservazione ...
Come detto, poi, Steiner inserì, a completamento del cerchio dei colori di Goethe, il fior di pesco, il bianco e il nero, che sono da considerarsi colori veri e propri.

Aggiungo un'immagine del famoso cerchio di colori. Si noterà la parte "opposta" rispetto all'arcobaleno. Qui i colori sono collegati con i segni zodiacali, che nella Scienza dello Spirito non sono certo la robetta degli oroscopi sui settimanali.

upload_2016-9-10_0-47-22.jpeg


Altra immagine

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baleng

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"I colori sono azioni della luce, azioni e passioni.
In questo senso possiamo attenderci da essi chiarimenti intorno alla luce.
Colori e luce stanno anzi in rapporto strettissimo, ma dobbiamo rappresentarci l'una e gli altri
come appartenenti all'intera natura:
poiché è proprio essa che, tramite loro, si svela per intero
in particolar modo al senso della vista."
Della teoria dei colori, Johann Wolfgang von Goethe.

Riguardo il colore prendendo come base la Teoria del Colore di Goethe disse: “Certo, non mi viene in mente di voler sostenere tutti i particolari della teoria goethiana dei colori. Quello che vorrei fosse osservato è soltanto il principio. E nemmeno quello può essere qui mio compito dedurre dal suo principio fenomeni della teoria dei colori ancora sconosciuti al tempo di Goethe. Se un giorno io dovessi avere la fortuna di possedere mezzi e tempo libero per scrivere una teoria dei colori in senso goethiano del tutto all'altezza dei moderni risultati della scienza, solo allora si potrebbe assolvere un simile compito. Io considererei questo come uno dei più bei compiti della mia vita”.

Rudolf Steiner non poté mai scrivere una simile teoria, prima perché mancarono i mezzi, più tardi mancò il tempo necessario. Riuscì però, attraverso le sue conferenze e negli schizzi a colori, elevandosi forse anche, in un certo senso, molto al di sopra di quella teoria che lui stesso aveva ipotizzata, dando notizie ed informazioni utili ad elaborare una teoria del colore totalmente nuova. Nel 1921 cedette alla preghiera di diversi pittori di dare ulteriori informazioni sul colore. Tenne così a Dornach, il 6,7 e 8 maggio 1921 tre conferenze sul colore che aprirono al mondo intero l'intimo segreto sentimento che il colore, per sua stessa natura, celava all'interno di sé stesso.

Citaz. goethiana: l'occhio non è la causa del colore, ma è la causa del suo manifestarsi.

E un lavoro di Steiner ...
Sorgere-della-luna_rudolf_steiner.jpg
 

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