Tendenze del mercato fotovoltaico: l'Italia leader mondiale | Scienza in Rete
I dati lo dicono chiaramente, per il 2011 si può parlare di boom del fotovoltaico. Le cifre in questione provengono dal rapporto pubblicato lo scorso gennaio dall'EPIA, l'associazione che riunisce le industrie europee coinvolte nella produzione di elettricità a partire dall'energia solare. A livello mondiale la potenza prodotta è cresciuta del 67%, passando dai 39,7 gigawatt (GW) del 2010 ai 67,3 del 2011, un dato piuttosto significativo considerando anche l'attuale situazione di crisi economica e finanziaria. Per capirci, ora l'energia prodotta dal sole è in grado di sostenere quasi diciannove milioni di famiglie di un paese sviluppato.
Il rapporto dell’EPIA, costruito a partire da dati forniti da organizzazioni internazionali, compagnie private e associazioni di settore, mostra con chiarezza il trend di crescita del mercato fotovoltaico. Il contributo dominante è quello europeo, che copre da solo il 75% degli impianti installati nel 2011, e gli esperti del settore considerano ormai questa forma di produzione di energia elettrica un mercato maturo, con una tecnologia sviluppata e ben collaudata. Ma anche l'apertura di nuovi mercati rappresenta un dato interessante: l'incremento dell'uso dell'energia solare da parte di Cina e Usa dà ulteriore impulso all'industria fotovoltaica, considerando in particolare il fatto che tali mercati hanno raggiunto solo una piccola quota del loro potenziale produttivo.
A sorpresa l'Italia è il primo costruttore mondiale di nuovi impianti per il 2011, scalzando così il primato della Germania: si fanno sentire gli effetti del decreto “Salva Alcoa”, che ha esteso i benefici fiscali introdotti nel 2010 a favore del fotovoltaico anche ai primi mesi del 2011. La forte crescita è attribuibile anche agli incentivi che lo Stato mette a disposizione per creare nuovi impianti grazie al “Conto Energia”. Questo fondo attinge alle bollette di tutti i consumatori e viene usato per finanziare la costruzione di nuovi impianti: in proporzione all’energia pulita prodotta lo Stato eroga un contributo che viene versato per 20 anni. Il mercato ha reagito a questi incentivi con una vera e propria corsa all'oro, installando quasi 9 GW di potenza in un anno e facendo balzare l’Italia in cima alla classifica mondiale. Ora la filiera produttiva è preoccupata che questa crescita possa interrompersi bruscamente con la fine dei contributi statali e cerca nuovi modi di rendere conveniente l'installazione di impianti fotovoltaici, a partire dall’abbassamento dei costi di produzione.
Il secondo paese che ha installato più GW nel 2011 è la Germania che, nonostante una minore esposizione solare, ha costruito una quantità di impianti poco inferiore all'Italia. Le differenze con il nostro paese sono sostanziali: i benefici fiscali sono minori, ma la Germania è uno dei paesi al mondo che investono di più in ricerca e sviluppo, risultando leader europeo nella produzione di celle fotovoltaiche. Anche il partito ambientalista Die Grüne, molto più forte rispetto ai nostri Verdi, ha avuto un ruolo attivo nella crescita del mercato.
Al di fuori del vecchio continente brilla la performance della Cina, che nel 2011 è cresciuta del 220%. Certo la capacità installata è ancora molto bassa: si parla di 2,9 GW, una frazione rispetto alla produzione europea di 47,2 GW, ma l'andamento della crescita sta diventando esponenziale. Nei prossimi anni si stima che la Cina diverrà il protagonista del settore grazie alla sua enorme capacità produttiva. Oggi il mercato cinese è debole perché la situazione economica dei cittadini non è ancora in grado di sostenere l'acquisto e la manutenzione di un impianto fotovoltaico domestico. Inoltre l'industria fotovoltaica è rivolta quasi esclusivamente al ricco mercato dei paesi sviluppati, in primis quello europeo, l'unico in grado di assorbire le merci prodotte. Lo sviluppo del fotovoltaico in Cina risente anche della forte concorrenza dovuta al carbone, di cui il paese è uno dei maggiori produttori e consumatori mondiali. Il governo ha deciso di invertire la rotta gradualmente, aumentando i fondi per la ricerca e iniziando a incentivare l'acquisto in loco degli impianti fotovoltaici prodotti. Finora è assai più conveniente produrre e vendere all'estero, ma nel giro di pochi anni, con la crescita del consumo interno, assisteremo a un incredibile boom dell'energia solare in Cina.
La sfida che il fotovoltaico dovrà affrontare in futuro è quello della competitività con l'energia prodotta da fonti fossili: attualmente nel mondo più dell'80% dell'energia prodotta proviene da risorse non rinnovabili. Il prezzo di produzione dei pannelli fotovoltaici è sceso del 30-40% nell'ultimo anno e di questo passo si stima che attorno al 2016-2018 sarà possibile raggiungere la “grid parity”, cioè un sostanziale livello di parità tra il prezzo dell'energia elettrica ottenuta dal solare rispetto a quella ricavata dalle fonti fossili. Da quel momento i produttori dovranno liberarsi del sostegno fornito dai finanziamenti statali, e affrontare la libera concorrenza nel mercato dell'energia. Una prospettiva di tutto guadagno, sia per i consumatori che per l'ambiente.