Fiducia, Berlusconi ce l'ha fatta: 314 a 311, è governo di minoranza
I finiani si sfaldano. Tensione alta a Montecitorio: seduta sospesa dopo che la Polidori (Fli) ha votato a favore del governo.
Clivio Baldori
Il governo Berlusconi ce la fa. Anche alla Camera. La mozione di sfiducia incassa
314 "no" e 311 "sì". Per 3 voti, decisivi, il governo resta in sella. Seppure, naturalmente, con una maggioranza risicatissima.
Decisivi, per la fiducia al governo appena confermata a Montecitorio, i voti del trio Cesario-Scilipoti-Calearo, esponenti del neonato Movimento per la responsabilità nazionale.
Berlusconi verso la "vittoria" anche alla Camera. Se il voto al Senato era stato una "passeggiata", con 162 "sì" e 135 "no"; anche a Montecitorio le cose si stanno mettendo bene per la maggioranza.
Catia Polidori, deputata Fli, vota infatti a favore del governo. Scatenando il caos in Aula. "Troia": viene apostofrata dai "colleghi", e Fini sospende la seduta per qualche minuto.
Dopo il "no" alla mozione di sfiducia della deputata di Fli Polidori, scoppia infatti la rissa tra finiani e leghisti.
Decisivi anche i voti di Giulia Buongiorno e Giulia Cosenza, le due deputate Fli di cui era fino all'ultimo incerta la presenza per via della gravidanza. Giulia Buongiorno è antrata a Montecitorio su una sedia a rotelle.
Guzzanti vota contro: parità?
"Sono definito come uno degli incerti. In realtà non ho avuto alcuna incertezza ma ho voluto lanciare una sfida per l'abrogazione del "porcellum" che penalizza la democrazia parlamentare senza migliorare la governabilità". Qusta la dichiarazione di voto alla Camera di Paolo Guzzanti, che voterà contro il governo.
Guzzanti, collocato tra gli indecisi fino all'ultimo, sembrava in grado di cambiare lo scenario a Montecitorio.
Prima della "defezione" di Catia Polidori, infatti, il risultato alla Camera andava verso la parità: 313 a 313.
Il Senato vota "sì" alla Fiducia
Il voto alla Camera Il Senato vota "sì" alla mozione di fiducia al governo presentata da Pdl e Lega. Questi i numeri: 162 "sì", 135 "no", 11 astenuti, tra cui i 10 senatori di Futuro e Liberà.
Difficile, invece, prevedere il voto alla Camera, dove il governo "combatte" sul filo del rasoio. La "chiama" inizia passato mezzogiorno, il risultato è atteso per l'ora di ptanzo.
Show di Pietro: "Berlusconi fuggiasco"
Caos alla Camera durante la dichiarazione di voto di Antonio Di Pietro (qui il video).
Il leader dell'Italia dei Valori si rivolge al presidente del Consiglio additandolo come "fuggiasco". "Il suo impero di cartapesta è finito - inizia Di Pietro - lei è arrivato al capolinea. Si consegni alla magistratura". E' a queste parole che il premier lascia la Camera accompagnato da alcuni deputati Pdl.
Di Pietro accusa anche il premier di aver "violentato la Costituzione" per aver comprato i voti.
Alla dichiarazione di voto del leader Idv segue Casini e Italo Bocchino, "falco" finiano.
Il premier lascia il Senato: "Non mi dimetto"
Mentre al Senato si inizia a votare la fiducia sulla risoluzione di sostegno al governo a firma Gasparri e Quagliariello, alla Camera si comincia con le dichiarazioni di voto.
Il presidente del Consiglio è arrivato da poco a Montecitorio. Lasciando palazzo Madama ha ancora una volta escluso le dimissioni, smentendo le indiscrezioni circolate questa mattina alla Camera.
La conta a Montecitorio
Si va alla conta a Montecitorio. E, com'è tradizione, si vota a scrutinio palese. Quindi si sa chi voterà a favore di Berlusconi e chi no.
Nel corso della notte è fallito l'ultimo tentativo per trovare un accordo tra Berlusconi e i finiani.
Stamattina si decideranno, le sorti dell'esecutivo.
Il via a Palazzo Madama, alle 9, con le dichiarazioni di voto. Poi i senatori sfileranno sotto il banco della presidenza per pronunciare il loro sì o no alla fiducia posta dal governo.
Il tutto si dovrebbe concludere intorno alle 11,30.
Si partirà invece alle 10,30 alla Camera, con le dichiarazioni sulla sfiducia.
Dopo circa un'ora il via alla prima 'chiama' per il voto, che sarà uno solo, anche se le mozioni sono due. I sì, i no, ma anche le astensioni saranno fondamentali per la sopravvivenza del governo. Entro il primo pomeriggio, subito dopo che l'ultimo dei deputati avrà espresso il suo voto, arriverà il risultato.
A Berlusconi basta anche un pareggio alla Camera (si iniste nelle ultime ore su un 313 a 313) per ottenere la fiducia. Ma il premier punta a 315 sì.
Anche se poi governare, anche se vincesse con una maggioranza così risicata, sarà un'altra questione.