L'Ungheria getta acqua sul fuoco
Il ministro delle Finanze ungherese, Gyorgy Matolcsy, ha chiarito la situazione. Ma quanto sono esposte le banche di casa nostra?
Lo scorso fine settimana le indicazioni in arrivo dall’Ungheria hanno favorito un’ondata di vendite sui mercati internazionali. In realtà però, come è già successo per i timori sollevati dai possibili default dei paesi PIGS, l’esposizione delle banche italiane potrebbe non essere così rilevante.
La miccia è stata accesa dal portavoce del premier ungherese Viktor Orban, che ha dichiarato che il Paese vive una situazione “molto grave”. I problemi sarebbero stati causati dal governo precedente, che avrebbe manipolato alcuni dati di bilancio. Secondo alcune indiscrezioni, per alcuni esponenti del Governo ci sarebbero limitate possibilità di evitare una crisi del debito sul modello della Grecia.
In questi minuti il ministro delle Finanze ungherese, Gyorgy Matolcsy, ha dichiarato che il suo paese, attraverso alcuni tagli di spesa, rispetterà l'obiettivo di riduzione del deficit al 3,8% del Pil concordato nei mesi scorsi con l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale. Per raggiungere tale scopo l'Ungheria dovrà ridurre la spesa pubblica dell'1-1,5% del Pil. Secondo il ministro, poi, è “lampante” che l'Ungheria non sia la Grecia.
Ma quanto sono esposte le banche di casa nostra all’economia ungherese? Il numero uno di IntesaSanpaolo, Corrado Passera, ha precisato che l’esposizione della banca in Ungheria ammonta al 2% dell’attivo totale del gruppo. L’istituto è presente in Ungheria attraverso la controllata CIB.
Ancora più limitate le esposizioni di Unicredit, che dovrebbe essere pari allo 0,75% degli impieghi, e del Banco Popolare, che è di circa 100 milioni di euro. La banca di Alessandro Profumo è presente in Ungheria con Unicredit Bank Hungary