Crisi, la Fed aiuta la Bce. Timore doping sul mercato?
Roma, (Il Velino) - C’è voluto il pressing del numero uno della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, sul suo omologo statunitense Ben Bernanke per ottenere il ripristino temporaneo delle operazioni swap in dollari. Il Financial Times ha definito “audace” l’azione degli istituti centrali che prevede il coordinamento non solo di Francoforte e della Fed ma anche delle banche centrali svizzera, canadese e giapponese. Da parte sua il Wall Street Journal giudica “aggressiva” la linea di Francoforte che ha annunciato da un lato che acquisterà sui mercati le obbligazioni sovrane di Paesi sotto pressione come Spagna e Portogallo, dall’altro di volere “assicurare la liquidità nei mercati che sono disfunzionali”. Liquidità, però, che non sarà garantita in euro – la Bce non stamperà nuove banconote – ma in dollari, proprio grazie all’ok ricevuto da Bernanke. A sua volta sostenuto dal presidente Barack Obama che nel corso del fine settimana ha ribadito la necessità di “stabilizzare” i mercati europei, i cui sobbalzi hanno ampiamente scosso anche Wall Street. Secondo il Wsj la mossa di Trichet “ha sorpreso gli altri banchieri centrali e rappresenta un’escalation della Bce che era sempre stata riluttante nel seguire la Fed e la Banca d’Inghilterra nell’acquistare il debito dei governi attivi sui mercati”.
La Fed dal canto suo ha riaperto i meccanismi per le operazioni swap, garantendo di fatto centinaia di miliardi di liquidità alle banche europee – che hanno messo a segno considerevoli rimbalzi lunedì in apertura dei mercati –, giudicando troppo debole la reazione europea alla speculazione dei giorni scorsi. D’altro canto, ha ricordato un alto funzionario dello staff di Bernanke, “quando i mercati reagiscono in maniera eccessiva anche la politica deve reagire in maniera eccessiva”. C’è però chi considera “una droga” il fiume di dollari che sta investendo i mercati finanziari globali che potrebbero mettersi a correre al rialzo come nel passato, per poi esplodere. Di fatto da oggi gli Stati Uniti si finanziano sui mercati internazionali, salvando l’Europa che ne approfitta acquisendo liquidità senza pagare interessi. La Fed ha motivato la riattivazione di un meccanismo che era stato “spento” lo scorso febbraio - quando la crisi sembrava in fase di rientro - adducendo la necessità di “migliorare le condizioni di liquidità in dollari sui mercati e per impedire la diffusione di tensioni su altri mercati e centri finanziari”. A onor del vero le tensioni dei giorni scorsi sono state molto forti, ma sull’euro e non sul dollaro.