Come fa l'erario a perdere il 50 per cento delle cause? È assurdo.
«Per forza: spara accertamenti iperbolici a casaccio. L'aggravante è che martella le piccole imprese, andando in cerca di quattrini dove non ci sono. Perfino Befera è stato costretto ad ammettere che esiste l'evasione di sopravvivenza. Quindi, anche quando l'accertamento va a buon fine, i soldi che cerca di riscuotere non li trova: l'evasore li ha già spesi per campare. Insomma, l'Agenzia tartassa i contribuenti sbagliati e così porta a casa solo 1 euro su 10. E questo nonostante disponga di strumenti da regime poliziesco. Ti blocca tutti i beni al sole: casa, terreni, conti correnti, auto, barche, quadri, tappeti, mobili. Può persino, grazie a recenti sentenze della Cassazione, spremere i soci di una Srl, obbligandoli a rispondere in solido di un'evasione compiuta dalla società. Non se n'è accorto nessuno, ma di fatto la responsabilità limitata è stata abolita».
Lei ha denunciato pratiche estorsive da parte dell'Agenzia delle entrate. Mi pare un'accusa gravissima.
«Stia a sentire che cos'è accaduto. Un mio assistito di Treviso ha un'azienda che produce insaccati. Gli intimano, a capoccia, di pagare 2,3 milioni. Presento ricorso alla commissione tributaria provinciale: vinto. Il mio cliente non ha evaso alcunché, quindi al fisco non deve niente. A quel punto, se non fosse mio amico, potrei chiedergli il 10 per cento su quanto ha risparmiato: quindi 230.000 euro. Invece se la cava con 3.000, le spese vive. Ebbene: lei non crede che, pur di sottrarsi all'incubo di dover sborsare 2,3 milioni di euro, egli non sarebbe stato disposto a versarne senza motivo almeno 800.000, come l'Agenzia era arrivata a proporgli dopo una spossante trattativa? E questa che cosa sarebbe stata se non un'estorsione? Nell'esposto il mio assistito ha documentato una quarantina tra falsi, abusi, violenze, minacce».