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corna libere! sparisce l?ipocrita obbligo di fedeltà nel testo sulle unioni gay - Politica
1. FINALMENTE LE UNIONI SONO DAVVERO “CIVILI”: SPARISCE L’IPOCRITA OBBLIGO DI FEDELTÀ NEL TESTO SULLE UNIONI GAY. IN PRATICA, VENGONO LIBERALIZZATE LE CORNA!
2. E’ LA GENIALATA DI QUELLE TESTE D’ALFANO CHE PER DIFFERENZIARE IL MATRIMONIO DALLE UNIONI GLI ALFANOIDI HANNO STRALCIATO IL CONCETTO IMPALPABILE DI “OBBLIGO DI FEDELTÀ”
3. IL PORTAVOCE GAY CENTER: “VUOL DIRE CHE IL CATTOLICO ALFANO È FAVOREVOLE ALLE CORNA. DOPO TUTTO LUI NE È UN ESPERTO, POLITICAMENTE PARLANDO”. ALLA FINE COSA RESTA? LE COPPIE ETERO INFEDELI INVIDIERANNO IL FINTO MATRIMONIO DEI GAY, LE COPPIE GAY FEDELI INVIDIERANNO IL MATRIMONIO TRA ETERO, TUTTI FARANNO QUELLO CHE GLI PARE, CON LA CERTEZZA CHE LO STATO NON SA DARE DIRITTI UGUALI E NEMMENO UGUALI DOVERI
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ALFANO RENZI 1
1 - ETERO PRIDE PER LE SCAPPATELLE
Da “Libero Quotidiano”
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Sparisce l’obbligo di fedeltà nel testo sulle unioni gay. In pratica, vengono liberalizzate le corna. Qualsiasi uomo, di fronte a un simile provvedimento, stapperebbe una bottiglia. Urge manifestazione dell’orgoglio etero: scappatelle per tutti.
2 - UNIONE CIVILE RENZI ALFANO
Roberto Scafuri per “il Giornale”
angelino alfano pennarello argento
E benvenuto sia pure il Verdini alle unioni civili, con bacio di fiducia in fronte a Renzi. «Più siamo e meglio stiamo», s' acconcia tosto Angelino Alfano. Ma il suo inno alla gioia sospira pesantemente di scampato pericolo, dopo una giornata di stop and go, commedia degli equivoci, fraintendimenti fraintesi, parole sorde e ceselli al testo che ormai «fu Cirinnà».
TRADIMENTO
Alla fine, solo in serata, l' accordo sul maxiemendamento si fa, e oggi (forse) si suggella pure con l' arrivo degli Ala verdiniani in pattuglia acrobatica. Messa in soffitta l'«adozione del figliastro», cosiddetta stepchild adoption, con il capogruppo Zanda che preannuncia un apposito pdl da approvare in velocità entro legislatura, viene tirato via anche l'«obbligo di fedeltà», come da pressante suggerimento del Vaticano e in virtù di quello che il cardinale Parolin, segretario di Stato, ha definito «il punto fondamentale».
Cioè che «non si equipari in nessun modo il matrimonio all'unione civile, che siano due discipline completamente distinte». E su questo s'è cominciato a lavorare fin da ieri mattina, subito dopo che la ministra Lorenzin aveva tirato la corda come da copione: «Lo stralcio della stepchild adoption non è sufficiente». Stop più tardi ridimensionato, anzi smentito, per interposta persona del pidino Ivan Scalfarotto: «Il ministro della Salute mi ha telefonato poco fa, dicendomi che le sue parole sono state travisate. Lorenzin ha sostanzialmente smentito. Anzi mi ha invitato a dirlo...», spergiurava.
TRADIMENTO
Nel frattempo era andato in scena l'ennesimo inconcludente irrigidimento della minoranza pidina («Altri cedimenti a Ncd sarebbero inaccettabili», tuonava Speranza, mentre Michela Marzano annunciava l' addio al partito), con il sottosegretario Pizzetti che invitava la ministra ad accucciarsi: «Lorenzin, credo, non debba chiedere nient' altro». De hoc satis. Poco più tardi, in realtà, al comma 4 veniva aggiunto un inciso scivoloso («resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti») che demanda di volta in volta alla discrezionalità del giudice giudicante su ricorsi gay.
Eppure nella ridda confusa di voci e proteste - per lunga parte della giornata i gruppi Lgbt hanno bloccato il corso del Rinascimento, ingresso principale del Senato -, nella catena di riunioni a raffica ospitate dal capogruppo pidino Zanda, la singolare posizione in retromarcia della Lorenzin neppure poteva dirsi l' elemento di maggior confusione.
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Scontato lo stralcio delle adozioni, rimasti il riferimento alla vita familiare e l'obbligo di mantenimento post-separazione, al fine della necessitata differenziazione dal matrimonio finiva per farci le spese il concetto più astratto e impalpabile, quell'«obbligo di fedeltà» già troppo spesso lettera morta anche per gli «etero».
Ma per Ncd era diventato obbiettivo cardine: «Il risultato mi fa stare in pace con la coscienza, scripta manent», esagerava alla fine Alfano. Così da consentire la massima irrisione da parte del portavoce Gay Center: «Salta l' obbligo di fedeltà su richiesta di Ncd? Vuol dire che il cattolico Alfano è favorevole alle corna? Dopo tutto lui ne è un esperto, politicamente parlando». Ineccepibile. Ma se canta per l' uovo Alfano, cinguetta per la gallina afferrata in extremis Renzi. «L' accordo sulle unioni civili è un fatto storico per l' Italia. È davvero #lavoltabuona». Vero, per ora. Cambiato verso, gabbato grillino, fiducia ci cova. La prima chiama è prevista per stasera alle 19.
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3 - I GAY SONO PIU’ LIBERI
Alessandro Robecchi per il “Fatto Quotidiano”
Attenzione, concentrati, seguite. Test per solutori più che abili. Se ti sposi una donna e sei un uomo hai obbligo di fedeltà. Se sei una donna che sposa un uomo, uguale. Se sei un uomo che si sposa un uomo puoi fare - lo dico in francese - un po' il ***** che vuoi, avere sei amanti, due concubine, sei gatti, la moto e un servo muto come Zorro. Questa strabiliante libertà cesserà nel momento in cui l' uomo lascia il suo uomo e si sposa con una donna. O una donna lascia la sua donna e si sposa con un uomo.
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In quel caso, fine pacchia, obbligo di fedeltà con timbro dello Stato. Possono sposarsi tra loro anche i due lasciati, ovvio, ma in quel caso dovranno giurarsi fedeltà (una specie di upgrade). Voluta dall' astuto Alfano e dai suoi concubini dell'Ncd per distinguere le unioni gay da quelle etero (avevano provato prima negando l'obbligo di barba), la norma rischia di scatenare l' Armageddon.
Le coppie etero infedeli invidieranno il finto matrimonio dei gay, le coppie gay fedeli invidieranno il matrimonio vero tra etero, tutti faranno in ogni caso, com' è giusto che sia, quello che gli pare, con la certezza granitica che uno Stato che non sa dare diritti uguali a tutti, non sa dare nemmeno uguali doveri.
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