TRA i SOGNI NEL CASSETTO E GLI SCHELETRI NELL'ARMADIO........

;)ora dobrebbe bastare..........anche perche nn vi dico se chiudono sotto il minimo dove vanno....pensiamo a yb allungo ora che dovrebbe portarci nn piu a 1330..ma ora a 1280...;)

ocio che vengo a prenderti a casa :lol:
 

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giorno signorine.... mica ci credevi vero ? :eek:
Rating: Usa declassati per la prima volta nella storia, non sono più tripla A

«Un errore dell'agenzia» ribatte il Tesoro Usa.
«Gli Stati Uniti paghino tutti i debiti» intima la Cina


pilu tu che monnezza compreresti bond italici o bon amdericani :D:D


che bordello
 
Ultima modifica:
Sul Filo del Rasoio (di Pierluigi Gerbino)


Il Fondo Salva-stati nell’attuale versione è dimensionato per evitare i possibili default di Grecia, Irlanda e Portogallo, puntualmente avvenuti. Quello potenziato che entrerà in vigore nel 2013 è tarato per riuscire a difendere anche la Spagna.
Per ora non è prevista la copertura per l’Italia. Del resto ci vorrebbe una coperta di dimensioni enormi, che certamente i tedeschi non hanno voglia di confezionare.
L’Italia è infatti il terzo debitore al mondo, dopo USA e Giappone. Il nostro debito pubblico ammonta a circa 1.900 miliardi di euro (120% del PIL). Secondo i dati di Bloomberg esso è superiore a quello di Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna messi assieme. Nei prossimi due anni il nostro paese dovrà rifinanziare circa 500 miliardi di euro di titoli in scadenza.
Questi numeri ci dicono perciò semplicemente che ci troviamo di fronte ad un altro tipico esempio di “too big to fail”. In caso di vera crisi finanziaria l’Italia sarebbe indifendibile e trascinerebbe sicuramente sul lastrico l’intero sistema finanziario mondiale, poiché tutte le grandi banche sono esposte sul nostro paese.
Infatti attaccare un colosso del debito, come siamo noi, impone la messa in gioco di esposizioni ribassiste veramente imponenti, col rischio di saltare per aria se la scommessa venisse persa. Ma se venisse vinta lo scenario non sarebbe comunque per loro molto roseo, poiché si potrebbe innescare la reazione a catena dell’insolvenza su tutte le grandi banche e la fusione del sistema finanziario mondiale.
 

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