CRISI
Debito Usa, S&P abbassa il rating
La Cina tuona: "Vogliamo garanzie"
Decisione storica dell'agenzia di rating che abbassa la valutazione ad a AA+. I titoli di stato americani perdono la massima valutazione per la prima volta nella storia: "Piano di risanamento non adeguato". Ma per il tesoro Usa c'è un errore di 2000 miliardi. Pechino chiede subito la soluzione dei problemi: "Finiti i giorni in cui zio Sam poteva sperperare"
NEW YORK - Per la prima volta nella storia, il debito sovrano degli Stati Uniti subisce un abbassamento del rating ad opera di Standard & Poor's. La valutazione AAA è stata abbassata di un gradino, a AA+, con un outlook che rimane negativo. La decisione è arrivata per "i rischi politici" che derivano dall'insufficienza degli interventi sul debito. "Il piano di risanamento - scrive S&P - non è adeguato a quanto sarebbe necessario per stabilizzare nel medio-termine il debito. L'efficacia, la stabilità e la prevedibilità della politica americana si è indebolita in un momento" in cui le sfide fiscali ed economiche aumentano. Un altro taglio, spiega ancora l'agenzia, potrebbe maturare nell'arco dei prossimi 12 o 18 mesi in mancanza di "correzioni solide". Immediata la reazione della Cina che condanna la "miope" disputa politica avutasi negli Usa sul debito. "La Cina, il più grande creditore dell'unica superpotenza mondiale, ha tutto il diritto - si legge in un durissimo commento diffuso dall'agenzia Nuova Cina - di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi di debito strutturali e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari".
La decisione era nell'aria da tempo, nonostante l'accordo sul tetto del debito degli Stati Uniti faticosamente raggiunto e divenuto legge martedì scorso.
E proprio il clima di confusione e tensione fra leader repubblicani e democratici al Congresso che ha preceduto l'accordo
sul tetto del debito avrebbe indotto S&P al downgrade dalla AAA, il massimo, alla AA+. "L'innalzamento del tetto del debito è arrivato troppo tardi", ha detto John Chambers, presidente del comitato di valutazione di S&P: "Se fossero intervenuti prima, il rating non sarebbe stato abbassato".
L'annuncio è arrivato al termine di uno scambio con il Tesoro americano che, avendo esaminato in anticipo la bozza della decisione, ha trovato errori per almeno 2000 miliardi di dollari. L'agenzia ha inviato la bozza della decisione al Tesoro alle 13.30, le 19.30 italiane. Gli economisti l'hanno esaminata e hanno trovato errori nel modo in cui S&P teneva conto dei dati delle spese discrezionali del Congressional Budget Office, l'organismo indipendente incaricato di fornire analisi agli eletti. Il Tesoro ha replicato alle 16, le 22 italiane, e S&P ha confermato il downgrade alle 20.20, ore 2.20 italiane.
Una decisione senza precedenti. È la prima volta nella Storia che gli Usa si vedono ridurre il grado di affidabilità da una delle tre principali agenzie di rating, affidabilità che ora è inferiore a quello della Germania, della Francia o del Canada.
Secondo gli analisti, la decisione di Standard & Poor's potrebbe avere un effetto più psicologico che pratico. Moody's e Fitch hanno mantenuto il rating di tripla A per gli Stati Uniti e il downgrade di una sola agenzia è più gestibile. Ma il taglio del rating potrebbe avere ripercussioni su aziende e Stati a rischio downgrade, per i quali i costi di finanziamento potrebbero salire.
La maggiore preoccupazione è verificare se la decisione avrà un impatto sull'appetito degli investitori esteri per il debito americano. Nel 1945 i creditori esteri detenevano solo l'1% del debito americano, ora ne controllano il 46%.
La presa di posizione della Fed. Il downgrade di Standard & Poor's non cambia le operazioni condotte tramite la finestra del tasso di sconto della Fed e le operazioni a mercato aperto. Lo ha comunicato la Fed, sottolineando che il downgrade non ha implicazioni sul trattamento dei titoli di stato americani, Treasury, usati dalle banche.
La posizione della Cina. La cina, il maggior paese creditore degli Stati Uniti, aveva accolto con freddezza l'adozione del piano per evitare il default Usa, denunciando il protrarsi del problema dell'enorme debito sovrano. "I giorni in cui lo zio Sam, piegato dai debiti, poteva facilmente dilapidare quantità infinite di prestiti stranieri sono ormai contati", si legge nel comunicato di Nuova Cina. La cancellazione della tripla A per gli Stati Uniti è "un ammonimento", scrive Nuova Cina nel suo severo giudizio sullo stato delle finanze americano. L'agenzia di rating cinese Dagong, che non ha la stessa credibilità delle sue concorrenti anglossassoni, ha anch'essa abbassato il suo giudizio da A+ ad A con una prospettiva negativa.