Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011) (3 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

stefanofabb

GAIN/Welcome
strategia di trading

strategia di acquisto con cifra giusta stamattina a 98,39 di pmc (gain di 49 tick).rivenduto a 98,88 preso nell'ordine a 98,90, ai massimi come da grafico.mi sono rimesso in riacquisto tra il minimo e l'apertura di oggi.modo e tempistica perfetta.:cool:
1282655554fref.jpg
 

tommy271

Forumer storico
strategia di acquisto con cifra giusta stamattina a 98,39 di pmc (gain di 49 tick).rivenduto a 98,88 preso nell'ordine a 98,90, ai massimi come da grafico.mi sono rimesso in riacquisto tra il minimo e l'apertura di oggi.modo e tempistica perfetta.:cool:

Ottimo.
Il 41 è un titolo che si presta bene al trading giornaliero e infrasettimanale.
Io muovo poco, ma il 41 è veramente versatile.
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
Attesa per dati mercato immobiliare
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 24 ago - Avvio in
rosso a Wall Street sulle persistenti preoccupazioni per la
situazione economica e in attesa dei dati sul mercato
immobiliare. In apertura di contrattazioni il Dow Jones
scivola dello 0,81%, il Nasdaq dell'1,30% e l'S&P500 dello
0,99%, zavorrati dai tecnologici e dal settore delle materie
prime.
:eek:
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 24 ago - Nel mese di
luglio negli Stati Uniti le vendite di case esistenti sono
scese del 27,2% rispetto a giugno, al livello piu' basso da
15 anni. Secondo i dati resi noti dalla National Association
of Realtors, le vendite hanno raggiunto un ritmo annuo di
3,83 milioni di unita', il piu' basso da maggio 1995. Le
attese degli economisti, invece, erano per un calo del 12% a
un ritmo annuo di 4,7 milioni di unita'. Il prezzo medio,
invece, e' salito dello 0,7% annuo a 182.600 dollari.
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
La delusione che sta accompagnando il dato relativo le vendite
di case esistenti negli Stati Uniti a luglio, -27,2%, ha
interrotto la discesa dell’euro/dollaro, che dopo un minimo di
seduta toccato nella prima parte del pomeriggio a 1,2587, in
questo momento quota in crescita dello 0,38% a 1,2678.
Milano, Finanza.com
 

IlPorcospino

Forumer storico
Rischio rating sui conti dei Paesi Ue

Le misure con cui gli Stati europei stanno cercando di mettere sotto controllo la spesa pubblica potrebbero non bastare a salvare i governi da un taglio del rating, cioè da una riduzione del giudizio sul rischio di insolvenza da parte dalle agenzie specializzate. E questo, paradossalmente, anche nel caso in cui le misure riuscissero nell'obiettivo di ridurre la spesa.
L'apparente contraddizione è il succo di un report di Moody's dedicato alle prospettive dei rating sovrani in Europa (European sovereign outlook). E si spiega con l'effetto di rallentamento che le misure di austerity, innescando un circolo vizioso, potrebbero avere sulla convalescente ripresa europea. Meno crescita significa infatti meno entrate fiscali. E un calo delle entrate rischia di ricreare squilibri nei conti pubblici.
«In considerazione della dimensione della sfida fiscale e della necessità di portare avanti per molti anni stringenti politiche fiscali - spiega l'agenzia nel report - Moody's ritiene che i rischi per la crescita economica rappresentino chiaramente un rischio di revisione al ribasso dei rating sovrani». Un pericolo «particolarmente forte» in Europa «dove la crescita economica è destinata probabilmente ad essere inferiore rispetto al resto del mondo a causa dei processi in corso di riduzione del debito».
I governi, rileva Moody's, stanno infatti tagliando i deficit con provvedimenti dolorosi, pluriennali (il riequilibrio dei conti pubblici proseguirà fino al 2013 con l'obiettivo di portare il disavanzo sotto il 3% del Pil) e simultanei. Senza contare che la crescita deve fare anche i conti con la progressiva riduzione dell'indebitamento da parte di banche, imprese e famiglie, dopo il boom del credito negli anni 2002-2007.
Un delevereging che «può sottrarre l'1-1,5% annuo» in termini di Pil per i prossimi 3-4 anni.
Continua intanto anche ad agosto, sulla base dell'indice Pmi (Purchasing Managers' Index) calcolato da Markit, l'espansione del manifatturiero e dei servizi in Eurolandia. Oltre a una leggera frenata del ritmo di espansione rispetto a luglio, quello che emerge dai dati è anche un allargamento della forbice che separa la crescita delle economie più forti - Francia e Germania - e quelle più piccole e più colpite dalla crisi, specialmente nell'area mediterranea.
«Questo è quello che abbiamo visto nel secondo trimestre - ha commentato Rob Dobson di Markit - dove abbiamo avuto una forte crescita, specie in Germania e in parte in Francia, con un certo squilibrio rispetto alle performance contenute di Spagna, Italia e Grecia».
Le Borse europee ieri intanto sono tornate in terreno positivo, dopo le ultime sedute in calo, con l'indice d'area Stxe 600 che guadagna oltre mezzo punto percentuale.
 

IlPorcospino

Forumer storico
Case Usa, Borse europee, titoli di Stato, un solo grido: “Bambole, non c’è un euro”

Le case negli Usa si vendono con enorme fatica: ci si aspettava un calo di circa il 13 per cento nelle compravendite, a luglio invece è stato un inabissarsi, meno 27 e passa per cento. Vuol dire che il valore delle case negli Stati Uniti è calato di un quarto, immaginate soltanto cosa vorrebbe dire da noi qualcosa di analogo. Già, ma sono case americane di americani, noi che c’entriamo e in fondo perchè mai la cosa dovrebbe toccarci? Al tempo, non è solo una brutta notizia americana. Se gli americani vedono precipitare il valore della loro casa significa che gli americani vedono calare di altrettanto il loro patrimonio, quindi la loro capacità di spesa in quanto consumatori. Se i consumatori non spendono, le fabbriche non producono, men che mai assumono e pagano stipendi. Vale per tutte le fabbriche che vendono sul maggiore mercato mondiale, quello americano appunto. Vale anche per le aziende europee, italiane comprese.
Non bastasse, se il valore delle case americane tracolla, la capacità degli americani di ripagare i debiti che ogni famiglia ha contratto con le banche e le finanziarie simmetricamente diminuisce. Quindi aumentano i crediti non esigibili in pancia alle banche, americane e non solo. Quindi le banche stringono il credito, prestano meno soldi. E “valgono” anche loro di meno. Torna a circolare, in realtà la possibilità non era mai svanita del tutto, che qualche banca o finanziaria non ce la faccia, che faccia bancarotta. E quindi chi ha i soldi non li rischia, tende a cercare il minimo rischio possibile: investe in titoli di Stato, accetta rendimenti reali intorno all’un per cento annuo, scontando che l’economia tutta non viaggerà più veloce. Ma quali titoli di quale Stato? Di quelli più solidi, che pagano meno in interessi ma rischiano meno di non pagare un domani. Quindi tutti a comprare titoli tedeschi e sempre meno titoli non solo greci o spagnoli o portoghesi ma anche italiani. Per venderli quei titoli l’Italia deve pagare sul mercato un differenziale, misurato dalla distanza che si calcola tra titolo di Statyo tedesco e quello italiano, detto “spread”. Il 24 di settembre il differenziale era a quota 160, il massimo da giugno. Vuol dire che l’Italia spende di più per finanziarsi, vuol dire che deve spendere di meno in spesa pubblica.
Crollo del mercato immobiliare negli Usa, immediato crollo di Borsa in Europa, differenziale a 160, velocità stimata della ripresa tra uno e due per cento, insufficiente a riassorbire, solo riassorbire i 15 milioni di posti lavoro persi nell’area Ocse durante la crisi. Vuol dire per tutti gli Stati e governi d’Europa che: “bambole, non c’è un euro. Nella stessa giornata la politica italiana “pettina le bambole”, anzi le strina. Bossi dà dello st… a Casini, Casini dà del trafficone in banche quote latte a Bossi, Bossi dà del “tentenna” a Berlusconi, Berlusconi si narra mediti di risolvere tutto spendendo a debito i soldi che non ha, a debito che costerebbe sempre più caro, Pd, Idv e Sinistra di Vendola si oppngono ad ogni taglio di spesa. Tutti guardano al 15/30 settembre in Parlamento come all’ombelico del mondo, e se la vera “verifica” la facessero i mercati, quelli che devono comprare entro Natale cento e passa miliardi di titoli di Stato italiani?
 

IlPorcospino

Forumer storico
Seduta decisamente negativa per Piazza Affari e per le principali borse europee, dopo il timido tentativo di rimbalzo registrato ieri. Gli indici sono ulteriormente peggiorati, dopo le pessime indicazioni provenienti dal settore immobiliare negli Stati Uniti. Il FTSEMib perde il 2,53%, mentre il FTSE Italia All Share è in calo del 2,45%. Ribassi anche per il FTSE Italia Mid Cap (-2,02%) e il FTSE Italia Star (-1,18%).
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto