Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011) (8 lettori)

Stato
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paziente

Forumer attivo
dire che è negativo è un po prematuro, per adesso se le cose ipotizzate corrispondono alla verità, vediamo fin dove sale e poi tiriamo le somme:rolleyes:

Lo so che è prematuro ma secondo la conta.
+-- in teoria l'ultimo dovrebbe essere un -

Poi giustamente vediamo quando forma il massimo.
Per il resto, molti sostengono che l'annale sul bund sia già partito per cui anche quello è un fattore di incertezza.

Ciao, ciao.
 

g.ln

Triplo Panico: comprare
ci allontaniamo dai minimi

:ciao: La Politica europea ha battuto un colpo. Migliorano le quotazioni nel Paese periferico più esposto, la Grecia :). Serenamente seguiamo la lenta ripresa dei nostri, anche se è ancora da valutare bene l'impatto che potrà avere il disastro giapponese nella finanza internazionale.
Ciao, ciao, Giuseppe
 

belindo

Guest
:ciao: La Politica europea ha battuto un colpo. Migliorano le quotazioni nel Paese periferico più esposto, la Grecia :). Serenamente seguiamo la lenta ripresa dei nostri, anche se è ancora da valutare bene l'impatto che potrà avere il disastro giapponese nella finanza internazionale.
Ciao, ciao, Giuseppe

Anche per me questa è la domanda più importante.
L'impatto del disastro Japponese sull'economia mondiale.
Da quello che ho capito ieri dai tg la parte colpita produce solo il 3% dell'economia Japan, ma bisogna anche considerare che questa mattina la loro banca centrale ha stampato moneta per sorreggere la borsa :eek:
Molti economisti sostengono che con il debito elevato che si ritrovano non si rialzeranno tanto facilemente e il sisma sarà una disgrazia pure economica (parere inglese) mentre secondo altri potrebbe dare un impulso all'economia per via della ricorstruzione; in tanto essendo il terzo paese consumatore di petrolio nol mondo il disastro ha calmato il prezzo del petrolio che però aggiungo io, con questi dubbi che sono nati sul nucleare anche in Germania potrebbe tornare a chizzare in alto.
Non so giudicare questa situazione dal punto di vista econmico, mentre da quello umano è una cosa che mi fa storgere lo stomaco da venerdi. :rolleyes:
 

g.ln

Triplo Panico: comprare
disastro giapponese

Anche per me questa è la domanda più importante.
L'impatto del disastro Japponese sull'economia mondiale.
Da quello che ho capito ieri dai tg la parte colpita produce solo il 3% dell'economia Japan, ma bisogna anche considerare che questa mattina la loro banca centrale ha stampato moneta per sorreggere la borsa :eek:
Molti economisti sostengono che con il debito elevato che si ritrovano non si rialzeranno tanto facilemente e il sisma sarà una disgrazia pure economica (parere inglese) mentre secondo altri potrebbe dare un impulso all'economia per via della ricostruzione; ......., mentre da quello umano è una cosa che mi fa storgere lo stomaco da venerdi. :rolleyes:

Si Belindo, ho letto anch'io sull'argomento le analisi che citi.
In effetti, i disastri naturali, come le guerre, possono dare un impulso all'economia e alla rinascita del Paese (vedasi Italia e Germania del dopoguerra). Ma in questo momento è difficile prevedere quale sarranno gli effetti del cataclisma :rolleyes: sull'economia mondiale.
Forse, la cosa migliore per adesso è esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza a quella popolazione terribilmente colpita.
Ciao, ciao, Giuseppe
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
Spread

1300119139omi.jpg
 

spx

TDSfriends ..da una vita
Anche per me questa è la domanda più importante.
L'impatto del disastro Japponese sull'economia mondiale.
Da quello che ho capito ieri dai tg la parte colpita produce solo il 3% dell'economia Japan, ma bisogna anche considerare che questa mattina la loro banca centrale ha stampato moneta per sorreggere la borsa :eek:
Molti economisti sostengono che con il debito elevato che si ritrovano non si rialzeranno tanto facilemente e il sisma sarà una disgrazia pure economica (parere inglese) mentre secondo altri potrebbe dare un impulso all'economia per via della ricorstruzione; in tanto essendo il terzo paese consumatore di petrolio nol mondo il disastro ha calmato il prezzo del petrolio che però aggiungo io, con questi dubbi che sono nati sul nucleare anche in Germania potrebbe tornare a chizzare in alto.
Non so giudicare questa situazione dal punto di vista econmico, mentre da quello umano è una cosa che mi fa storgere lo stomaco da venerdi. :rolleyes:

Si Belindo, ho letto anch'io sull'argomento le analisi che citi.
In effetti, i disastri naturali, come le guerre, possono dare un impulso all'economia e alla rinascita del Paese (vedasi Italia e Germania del dopoguerra). Ma in questo momento è difficile prevedere quale sarranno gli effetti del cataclisma :rolleyes: sull'economia mondiale.
Forse, la cosa migliore per adesso è esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza a quella popolazione terribilmente colpita.
Ciao, ciao, Giuseppe


Mi associo senz'altro al sentimento di vicinanza e solidarietà. In effetti quello che si vede da Venerdi lascia sgomenti.
L'impatto Economico a mio avviso sarà NOTEVOLE e lo si capirà bene solo nei mesi futuri.
Colpisce la compostezza e la dignità di un popolo che in mezzo ad una devastazione cosi assoluta mantiene un controllo esemplare!

Giappone alle prese con crisi nucleare,economia a rischio
lunedì 14 marzo 2011 14:35

- Vasto timore di grossa fuga radioattiva da centrale nucleare danneggiata


- Costi del terremoto e dello tsunami stimati in oltre 121 miliardi di euro

- Dirigente Croce Rossa paragona danni a quelli della Seconda Guerra Mondiale

- Borsa Tokyol perde il 7,5%, 205 miliardi dollari bruciati

- Strade e ferrovie, energia e porti sono stati danneggiati in vaste zone del Giappone nord-orientale e le stime dei costi del disastro assommano ad almeno 12,652 miliardi di euro. Per alcuni analisti l'economia potrebbe perfino tornare alla recessione.

NIENTE ENERGIA NE' ACQUA
Almeno 2 milioni di nuclei familiari sono senza energia elettrica nel nord, ha reso noto il governo, mentre 1,4 milioni mancano di acqua corrente. Decine di migliaia di persone sono disperse.

La cittadina di Otsuchi, nella prefettura di Iwate, è stata cancellata.
"Dopo la mia lunga carriera nella Croce Rossa in cui ho visto molti disastri e molte catastrofi, questa è la peggiore cosa che abbia mai visto. Otsuchi mi ricorda Osaka e Tokyo dopo la seconda Guerra Mondiale, quando tutto era distrutto e raso al suolo", ha detto a Reuters Tadateru Konoe, presidente della Croce Rossa giapponese, durante una visita nella cittadina costiera.
Intervi villaggi e cittadine sono stati cancellati dalla mappa dopo il maremoto di venerdì, scatenando un impegno umanitario internazionale di proporzioni epiche.

UN ENORME COSTO ECONOMICO
Le stime sull'impatto economico cominciano solo ora a emergere.
Hiromichi Shirakawa, capo economista di Credit Suisse per il Giappone, ha scritto in una nota ai clienti che la perdita economica sarà probabilmente attorno i 14-15mila miliardi di yen (122-131 miliardi di euro) solo nella regione colpita dal sisma e dallo tsunami. Anche solo quella stima sarebbe superiore al costo comunemente accettato del terremoto che a Kobe nel 1995 fece 6.000 morti.

Il terremoto ha costretto molte aziende a sospendere la produzione e le azioni di alcune delle maggiori società giapponesi hanno subito oggi forti perdite, con Toyota Corp (7203.T: Quotazione) che ha lasciato nelle contrattazioni almeno l'8%.

Anche i titoli delle società minerarie che estraggono uranio hanno subito grossi cali.

"Quando si parla di disastri naturali, si tende a vedere un iniziale forte calo della produzione... poi si tende ad avere un rimbalzo a V. Ma inizialmente tutti sottostimano il danno", dice Michala Marcussen, capo dell'economia globale per Societe Generale.

La società Air Worldwide, che si occupa di modelli di rischio globale, ha detto che le perdite assicurative derivate dal terremoto potrebbero avvicinarsi a 25 miliardi di euro.

Il terremoto è stato il quinto più potente del mondo negli ultimi 100 anni.
 
Ultima modifica:

tommy271

Forumer storico
Btp, spread Bund più stretto ma sopra minimi, Bono meglio di Btp

lunedì 14 marzo 2011 17:55






MILANO, 14 marzo (Reuters) - L'accordo per rafforzare il
fondo di salvataggio Efsf raggiunto a sorpresa alla fine della
scorsa settimana dai leader europei ha compresso drasticamente
il premio di rendimento offerto dai Btp e dagli altri titoli
'non core' rispetto ai Bund tedeschi.

"Le importanti decisioni raggiunte nel vertice europeo hanno
colto di sorpresa il mercato e hanno innescato un'ondata di
ricoperture", spiega Alessandro Tentori, strategist di BNP
Paribas. "Da metà della scorsa settimana il mercato si era messo
corto sull'evento pensando che eventuali decisioni sarebbero
state prese nella migliore delle ipotesi nel vertice di fine
mese.

A 165 punti base (su piattaforma Tradeweb) negli ultimi
scambi, lo spread Btp/Bund è dieci centesimi più basso dei
valori di chiusura di venerdì ma in netta risaliti dai minimi
giornalieri che lo hanno portato fino a 156, il livello più
basso da un anno a questa parte.

Meglio dell'Italia fa la Spagna che in serata stringe di
circa 17 centesimi rispetto a venerdì contro Bund. Anche la
forbice di tasso Spagna/Germania ha toccato i minimi dell'ultimo
mese in seduta scendendo sotto i 200 punti base. Tuttavia, per
RBS chiusura dello spread Spagna/Italia è eccessiva e destinata
a un ritracciamento.

Di parere diverso BNP Paribas secondo cui la situazione
spagnola è migliorata nei fondamentali di recente più di quella
italiana e, una volta superato lo scoglio primaverile di alcuni
corposi rimborsi di carta iberica, ci sono chance di ulteriore
'outperformance' della Spagna.

"Questo è lo spread che ha mietuto più vittime sul mercato
da inizio anno. A fine 2010 erano tutti molto negativi sulla
Spagna e si è poi invece assistito a un fortissimo movimento di
chiusura dello spread", commenta Tentori.

Per altri analisti, invece, i benefici per la carta
periferica legati all'accordo sull'Efsf saranno più duraturi per
i Btp mentre i titoli spagnoli e, soprattutto, portoghesi
continueranno a essere vulnerabili.

Un primo test potrebbe essere già questa settimana con due
aste spagnole in calendario. In particolare giovedì il Tesoro
iberico offrirà tra 3,5 e 4,5 miliardi di titoli Aprile 2021 e
Luglio 2041.

Nel tentativo di approfittare del clima favorevole alla
carta non core il Belgio ha annunciato di aver dato mandato per
un nuovo benchmark a sei anni. Se da un lato oggi per la prima
volta da inizio febbraio lo spread Belgio/Germania è sceso sotto
90 punti base, UniCredit fa notare in una nota che il timing non
è comunque ideale perché il 70% dell'offerta in settimana
arriverà da Francia e Germania.

Per il Portogallo un appuntamento chiave dovrebbe essere
invece l'asta di mercoledì 23 marzo. Anche dopo l'accordo, per
Lisbona il mercato non esclude la necessità di un salvataggio.

"Il rischio resta. Per il momento la politica 'compra tempo
al mercato' e dato che c'è più tempo vuol dire che le cose
possono cambiare. Resta comunque un rischio pur non essendo una
certezza", sottolinea Tentori.

I leader europei riuniti a Bruxelles hanno deciso di
aumentare l'effettiva capacità di prestito del fondo a 440
miliardi di euro dagli attuali 250 ma, soprattutto, hanno
introdotto per il fondo la possibilità che l'Efsf intervenga, in
via eccezionale, sul mercato primario dei titoli di Stato pur a
fronte di condizioni stringenti.

L'accordo ha anche alleggerito il tasso d'interesse sui
prestiti concessi ad Atene che domenica 20 marzo dovrà
fronteggiare rimborsi di titoli per 8,5 miliardi.
L'intesa ha ridotto in seduta l'appeal di beni rifugio come
i Bund tedeschi, ma il poteziale di discesa della carta 'core'
europea è limitato dalle incertezze legate alla situazione
mediorientale e alle ripercussioni che il disastroso terremoto
giapponese è destinato ad avere sull'economia globale.

In serata il derivato sul Bund decennale è in netto recupero
dai minimi giornalieri a 122,21 dopo un minimo a 121,70.
 

tommy271

Forumer storico
uncker si dice certo di determinazione Italia a ridurre debito

lunedì 14 marzo 2011 19:19






BRUXELLES, 14 marzo (Reuters) - Il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, si dice certo della volontà del governo italiano di ridurre il debito.
"Non ho nessun dubbio sulla determinazione del governo italiano a correggere verso il basso il debito pubblico", ha detto Juncker a margine della conferenza stampa che ha concluso la riunione odierna dell'Eurogruppo.
In merito al nuovo criterio numerico sul ritmo di riduzione del Pil che dovrà essere introdotto nella riforma del Patto di Stabilità come indicato dai capi di Stato e di governo al termine del vertice dello scorso venerdì, il Commissario Ue Olli Rehn ha confermato che si terrà conto del debito privato nella misura in cui ha impatto sulla capacità di un Paese di ripagare il debito. Per una fonte della Commissione ciò significa che non ci saranno sanzioni automatiche per gli Stati che sforano il criterio numerico, ma decisioni politiche ponderate ogni volta.
"Altri fattori determinanti saranno presi in considerazione", ha aggiunto la fonte della Commissione specificando che l'analisi verrà condotta ogni semestre.
Da parte sua, Rehn aveva confermato che "nell'esame del debito pubblico, uno dei criteri fondamentali è il debito privato fintantoché abbia un impatto sulla capacità di un paese di ripagare il suo debito pubblico".
Il criterio numerico prevede che gli stati che sforano il 60% del debito pubblico in rapporto al Pil dovranno correggere di un ventesimo all'anno il debito eccessivo.
 
Stato
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