FORTEBRACCIO
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[center:d45980dc3f]Vita da cani nel sud del mondo[/center:d45980dc3f]
Faccio una confessione pubblica: sono una di quelle che da vecchia si aggirerà per la città con un carrellino pieno di buste di cibo per gatti. Ho intenzione di diventare una gattara come si dice a Roma.
Amo gli animali e mi preoccupo spesso delle sorti riservate ai randagi.
Lo faccio anche se sono perfettamente cosciente del fatto che molti vedono la faccenda animalista come un problema marginale.
A questi ultimi, ma anche a chi invece sente la questione, è dedicata la storia che vi vado a raccontare. È una storia vera.
Capace di risvegliare gli istinti di umanità più sopiti, e forse anche di riservare ad alcuni un meritato lieto fine.
Dopo aver gestito per otto anni un canile a Tradate, in provincia di Varese, Filippo Dicconi compie un viaggio in Sudafrica dove incontra Arturo Claro.
Claro, da poco laureato in veterinaria, si stava occupando di vaccinare alcuni cani della periferia di Johannesburg, a Soweto.
I due, uniti da una comune passione per gli animali e desiderosi di aiutare queste creature particolarmente sfortunate, decidono di fondare 3rDog.
Lo scopo dell'associazione è inizialmente quello di aiutare i cani di Soweto, con vaccinazioni e cibo.
Successivamente vengono costruiti dei veri e propri centri d'accoglienza veterinari, si organizzano le prime adozioni e si raccolgono fondi per aprirne altri.
In breve tempo Claro e Dicconi riescono a costruire in tutto 5 centri di assistenza. Quello principale di Soweto, successivamente il centro di Korogocho, di Jakarta, di Lagos e di Rocinha, la più grande favelas di Rio De Janerio.
Attualmente l'organizzazione ha deciso di concentrare maggiori sforzi sulle adozioni. Questa scelta deriva dall'impossibilità di salvare tutti i cani senza l'aiuto diretto di terze persone.
Nel corso dei tre anni di attività 3rDog ha reso possibile le adozioni di 560 cani.
A causa però dell'infondato timore di malattie infettive, il ritmo delle adozioni ultimamente va al rilento.
I veterinari dei sovraffollati centri sono spesso obbligati a sopprimere i cani a cui nessuno è interessato.
Molte delle persone che contattano l'organizzazione hanno paura ad adottare un cane del terzo mondo, inconsapevoli della lunga trafila di controlli medici cui vengono sottoposti i cani provenienti dall'Africa e dal Centro America.
A questo proposito l'associazione invita tutti a visitare il suo sito www.adottauncanedelterzomondo.net e a sottoporre i vostri quesiti, anche di ordine sanitario.
Anche io vi chiedo di postare le vostre impressioni su questo argomento.
Per cominciare mi piacerebbe sapere cosa pensate di questo interessante progetto, e se qualcuno di voi sta pensando di adottare una cane del terzo mondo.
dahttp://fragmenta.blogosfere.it/2008/02/faccio-una-confessione-pubblica-sono.html
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[center:d45980dc3f]Vita da cani nel sud del mondo[/center:d45980dc3f]
Faccio una confessione pubblica: sono una di quelle che da vecchia si aggirerà per la città con un carrellino pieno di buste di cibo per gatti. Ho intenzione di diventare una gattara come si dice a Roma.
Amo gli animali e mi preoccupo spesso delle sorti riservate ai randagi.
Lo faccio anche se sono perfettamente cosciente del fatto che molti vedono la faccenda animalista come un problema marginale.
A questi ultimi, ma anche a chi invece sente la questione, è dedicata la storia che vi vado a raccontare. È una storia vera.
Capace di risvegliare gli istinti di umanità più sopiti, e forse anche di riservare ad alcuni un meritato lieto fine.
Dopo aver gestito per otto anni un canile a Tradate, in provincia di Varese, Filippo Dicconi compie un viaggio in Sudafrica dove incontra Arturo Claro.
Claro, da poco laureato in veterinaria, si stava occupando di vaccinare alcuni cani della periferia di Johannesburg, a Soweto.
I due, uniti da una comune passione per gli animali e desiderosi di aiutare queste creature particolarmente sfortunate, decidono di fondare 3rDog.
Lo scopo dell'associazione è inizialmente quello di aiutare i cani di Soweto, con vaccinazioni e cibo.
Successivamente vengono costruiti dei veri e propri centri d'accoglienza veterinari, si organizzano le prime adozioni e si raccolgono fondi per aprirne altri.
In breve tempo Claro e Dicconi riescono a costruire in tutto 5 centri di assistenza. Quello principale di Soweto, successivamente il centro di Korogocho, di Jakarta, di Lagos e di Rocinha, la più grande favelas di Rio De Janerio.
Attualmente l'organizzazione ha deciso di concentrare maggiori sforzi sulle adozioni. Questa scelta deriva dall'impossibilità di salvare tutti i cani senza l'aiuto diretto di terze persone.
Nel corso dei tre anni di attività 3rDog ha reso possibile le adozioni di 560 cani.
A causa però dell'infondato timore di malattie infettive, il ritmo delle adozioni ultimamente va al rilento.
I veterinari dei sovraffollati centri sono spesso obbligati a sopprimere i cani a cui nessuno è interessato.
Molte delle persone che contattano l'organizzazione hanno paura ad adottare un cane del terzo mondo, inconsapevoli della lunga trafila di controlli medici cui vengono sottoposti i cani provenienti dall'Africa e dal Centro America.
A questo proposito l'associazione invita tutti a visitare il suo sito www.adottauncanedelterzomondo.net e a sottoporre i vostri quesiti, anche di ordine sanitario.
Anche io vi chiedo di postare le vostre impressioni su questo argomento.
Per cominciare mi piacerebbe sapere cosa pensate di questo interessante progetto, e se qualcuno di voi sta pensando di adottare una cane del terzo mondo.
dahttp://fragmenta.blogosfere.it/2008/02/faccio-una-confessione-pubblica-sono.html
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