Il tuo post merita molta attenzione. Per chi non avesse letto l’intero articolo sul Sole24ore ecco qui il link:
Il mal di pancia delle banche con 347 miliardi di asset tossici a livello globale - Il Sole 24 ORE
In realtà l’articolista opera una semplificazione, equiparando “attivi illiquidi” ad “attivi tossici”, e rendendo, a mio parere, il quadro ancora più drammatico di quanto non sia.
Ho cercato conferma dei dati citati prendendo il bilancio di una banca tra le più chiacchierate: Deutsche Bank. A pag. 221 del bilancio 2009 si trova il dato citato (58.22 bln euro), riferito a “Financial assets held at fair value” (e cioè: “Trading Securities”, “Positive market values from derivative financial instruments”, “Other trading assets”, “Financial assets designated at fair value through profit or loss”, “Financial assets available for sale”, “Other financial assets at fair value”). Questi assets vengono classificati, da quanto ho capito, secondo il Livello 3 (gerarchia IFRS), con un grado di discrezionalità molto elevato. Per citare lo stesso documento DB, occorre ricordare che: “Instruments classified in this category have a parameter input or inputs which are unobservable and which have a more than insignificant impact on the fair value of the instrument. This level of the hierarchy includes more complex OTC derivatives, certain private equity investments, illiquid loans, certain highly structured bonds including illiquid asset backed securities and structured debt issuances with unobservable components.”
Alcune conclusioni:
1)le banche, chi più chi meno (per questo il quadro citato nell’articolo aiuta comunque a distinguere), hanno ancora in pancia un sacco di porcherie. E’ bene non dimenticarlo.
2)la situazione è comunque in netto miglioramento. Nell’esempio citato (DB), la voce incriminata è migliorata del 20% rispetto all’anno precedente.
3)se si intende investire in una banca deboluccia, forse non è male andarsi a leggere almeno quella voce dello stato patrimoniale. Sempre che non si provi più gusto a giocare con la sorte.
4)il ragionamento, più volte riecheggiato anche sul nostro thread, di investire in azioni di un soggetto bancario semplicemente dopo un confronto tra il suo valore in borsa e a libro è quantomeno superficiale. Lo stesso discorso dovrebbe tener presente chi si fida troppo dei coefficienti patrimoniali (Tier 1 ratio, etc.). Sino a che le banche non avranno completato la pulizia le sorprese potranno sempre esserci.