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Forumer storico
BUFALA: I referendum nelle regioni occupate dell’Ucraina non violano la Carta delle Nazioni Unite.
BUFALA: I referendum nelle regioni occupate dell’Ucraina non violano la Carta delle Nazioni Unite.
I FATTI: Circa sette mesi dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, alla fine di settembre, nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson occupate dalla Russia, si sono svolti dei referendum per l’annessione di questi territori alla Federazione Russa. Le autorità locali, sostenute dalla Russia, hanno affermato che gli elettori hanno appoggiato in maniera schiacciante la proposta di unirsi alla Russia. Facendo riferimento ai risultati delle votazioni, il presidente russo Vladimir Putin ha poi firmato i cosiddetti trattati di adesione, formalizzando l’annessione delle quattro regioni alla Russia.
“Vediamo il desiderio delle persone di stare insieme alla Russia e perciò dobbiamo trattare la loro scelta con rispetto”, ha detto il Ministro degli esteri russo Sergei Lavrov a Newsweek, citando “il diritto all’autodeterminazione” sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. I media statali russi e alcuni siti pro-Cremlino e canali Telegram hanno fatto affermazioni simili.
In realtà, i referendum violano il diritto internazionale perché si sono svolti in aree sotto occupazione russa, nel corso di un conflitto armato e al di fuori dell’inquadramento legale e costituzionale dell’Ucraina, secondo i funzionari delle Nazioni Unite e gli esperti di diritto internazionale. “Dal punto di vista delle norme internazionali non sono validi, è come se non fossero mai avvenuti”, ha detto Eyal Benevisti, professore di diritto internazionale e direttore del Lauterpacht Center for International Law all’Università di Cambridge, nel corso di un’intervista telefonica con NewsGuard il 12 ottobre 2022. “Non hanno rilevanza giuridica”.
Gli esperti hanno detto che i referendum violano i protocolli internazionali, inclusa la Convenzione di Ginevra, che all’articolo 47 afferma che nessuna potenza può dichiarare sovranità su un territorio che sta occupando.
Rosemary DiCarlo, Sottosegretaria generale per gli affari politici e di peacebuilding alle Nazioni Unite, durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 27 settembre 2022, ha detto che i referendum ucraini “non possono essere considerati legali dal punto di vista del diritto internazionale” e “non possono essere definiti come un’espressione genuina del volere popolare”. Descrivendo gli eventi che hanno portato ai referendum, DiCarlo ha detto: “Rappresentanti delle autorità de facto accompagnate dai soldati sono andate porta a porta con le urne elettorali. Questi eventi, iniziati il 23 settembre, hanno avuto luogo durante un conflitto armato, in aree sotto il controllo russo e al di fuori del contesto legale e costituzionale dell’Ucraina”.
Secondo l’articolo 72 della Costituzione dell’Ucraina, un referendum deve essere approvato dal Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) o dal presidente ucraino, e può essere dichiarato solo su richiesta di almeno tre milioni di cittadini, a condizione che le firme per il referendum siano raccolte in almeno due terzi delle regioni, e con almeno 100.000 firme per ogni regione. I recenti referendum in Ucraina non hanno soddisfatto nessuna di queste condizioni. Inoltre, secondo l’articolo 73 della Costituzione, i referendum che riguardano modifiche territoriali devono essere tenuti a livello nazionale, non locale, come invece è accaduto nel caso di quelli organizzati nell’Ucraina occupata dai russi.
Il 12 ottobre 2022, l’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato i referendum illegali sulla base del diritto internazionale e ha chiesto alla Russia di invertire la rotta. I risultati sono stati rifiutati anche dall’Unione europea.
BUFALA: I referendum nelle regioni occupate dell’Ucraina non violano la Carta delle Nazioni Unite.
I FATTI: Circa sette mesi dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, alla fine di settembre, nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson occupate dalla Russia, si sono svolti dei referendum per l’annessione di questi territori alla Federazione Russa. Le autorità locali, sostenute dalla Russia, hanno affermato che gli elettori hanno appoggiato in maniera schiacciante la proposta di unirsi alla Russia. Facendo riferimento ai risultati delle votazioni, il presidente russo Vladimir Putin ha poi firmato i cosiddetti trattati di adesione, formalizzando l’annessione delle quattro regioni alla Russia.
“Vediamo il desiderio delle persone di stare insieme alla Russia e perciò dobbiamo trattare la loro scelta con rispetto”, ha detto il Ministro degli esteri russo Sergei Lavrov a Newsweek, citando “il diritto all’autodeterminazione” sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. I media statali russi e alcuni siti pro-Cremlino e canali Telegram hanno fatto affermazioni simili.
In realtà, i referendum violano il diritto internazionale perché si sono svolti in aree sotto occupazione russa, nel corso di un conflitto armato e al di fuori dell’inquadramento legale e costituzionale dell’Ucraina, secondo i funzionari delle Nazioni Unite e gli esperti di diritto internazionale. “Dal punto di vista delle norme internazionali non sono validi, è come se non fossero mai avvenuti”, ha detto Eyal Benevisti, professore di diritto internazionale e direttore del Lauterpacht Center for International Law all’Università di Cambridge, nel corso di un’intervista telefonica con NewsGuard il 12 ottobre 2022. “Non hanno rilevanza giuridica”.
Gli esperti hanno detto che i referendum violano i protocolli internazionali, inclusa la Convenzione di Ginevra, che all’articolo 47 afferma che nessuna potenza può dichiarare sovranità su un territorio che sta occupando.
Rosemary DiCarlo, Sottosegretaria generale per gli affari politici e di peacebuilding alle Nazioni Unite, durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 27 settembre 2022, ha detto che i referendum ucraini “non possono essere considerati legali dal punto di vista del diritto internazionale” e “non possono essere definiti come un’espressione genuina del volere popolare”. Descrivendo gli eventi che hanno portato ai referendum, DiCarlo ha detto: “Rappresentanti delle autorità de facto accompagnate dai soldati sono andate porta a porta con le urne elettorali. Questi eventi, iniziati il 23 settembre, hanno avuto luogo durante un conflitto armato, in aree sotto il controllo russo e al di fuori del contesto legale e costituzionale dell’Ucraina”.
Secondo l’articolo 72 della Costituzione dell’Ucraina, un referendum deve essere approvato dal Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) o dal presidente ucraino, e può essere dichiarato solo su richiesta di almeno tre milioni di cittadini, a condizione che le firme per il referendum siano raccolte in almeno due terzi delle regioni, e con almeno 100.000 firme per ogni regione. I recenti referendum in Ucraina non hanno soddisfatto nessuna di queste condizioni. Inoltre, secondo l’articolo 73 della Costituzione, i referendum che riguardano modifiche territoriali devono essere tenuti a livello nazionale, non locale, come invece è accaduto nel caso di quelli organizzati nell’Ucraina occupata dai russi.
Il 12 ottobre 2022, l’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato i referendum illegali sulla base del diritto internazionale e ha chiesto alla Russia di invertire la rotta. I risultati sono stati rifiutati anche dall’Unione europea.