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Russia, la minaccia ai Paesi Baltici: l'ipotesi di un «attacco fulmineo e limitato» per minare la stabilità della Nato
La minaccia russa nei confronti dell'Europa, in particolare per il fronte est confinante con i territori del Cremlino, è stato un pensiero fisso dell'Alleanza Atlantica da quando...

Uno scenario diverso
Sulla questione si è recentemente espresso l'analisti militare Fabian Hoffmann che, sulla rivista Foreign Policy, ha spiegato come un eventuale attacco della Russia ai territori Nato sarebbe profondamente diverso rispetto al conflitto portato avanti in Ucraina. Hoffmann ha infatti scritto come l'obiettivo del Cremlino non sarebbe quello di sconfiggere le truppe dell'Alleanza Atlantica in campo aperto, bensì di spezzare l'unità della Nato con attacchi fulminei e imprevedibili.
Hoffmann spiega che un'invasione lampo di uno dei punti deboli della stessa Alleanza, come ad esempio uno dei paesi baltici, potrebbe riuscire se il Cremlino avesse successo nell'occupare rapidamente una porzione del territoro, usando poi l'arma della deterrenza nucleare per disinnescare sul nascere la risposta bellica della Nato.
La scommessa della Russia sarebbe dunque quella di rompere il patto stesso alla base dell'Alleanza, puntando sulla riluttanza dei Paesi occidentali a rischiare l'entrata in una guerra mondiale (e nucleare) al solo scopo di proteggere limitate porzioni di territorio e rispettare l'articolo 5 della Nato.
Questo, dice ancora Hoffmann, comporterebbe di fatto il crollo della stessa Nato, risultando in una rinnovata importanza invece per la Federazione russa, in grado di dimostrare il suo potere geopolitico attraverso un'estensione della propria sfera di influenza, ben oltre il fronte ucraino.