UE e la Turkia

non mi sembra un avvicinamento fattibile, oltre alla questione politika su Cipro esistono altri elementi che mi fanno propendere negativamente verso l' annessione
questi hanno una storia che non si intreccia con quella europea, le vicende sulla visita del papa indikano un totale contrasto con i principi contenuti nella costituzione europea, critikabili :Y o meno ma loro presenza è oggettiva
x finire la turkia è un paese in via sviluppo, tale dimensione alla fine si rifletterebbe negli esili equilibri europei, la costituzione non fornisce oltretutto strumenti x l' annessione di un paese con tali caratteristike ......
 
in ogni caso l'ingresso della turchia non è in programma tra pochi giorni...

c'è tempo ancora davanti per provare a risolvere alcuni nodi.

io sono favorevole all'ingresso della turchia.

le polemiche sul papa sono esclusivamente mediatiche.

che se poi vogliamo dirla tutta c'è per caso qualcuno qui dentro che crede che in Olanda o in Danimarca vedano meglio il papa rispetto alla turchia??!!

la turchia è indietro economicamente parlando rispetto a molti paesi europei.
ma come mai la romania entra tra un mesetto in europa?
 
..... mò verrai a dirmi che l' ho detto io invece del papa che l' ingresso della turkia in ue è un fatto ANTISTORIKO, quando era ankora cardinale e la posizione in generale "neutrale" del Vaticano come la spieghi :-? pensa che c he alcuni eminenti esponenti del vaticano hanno apostrofato la visita come un " gesto di grande cortesia ", Erdogan che non incontra il papa e ad ogni intervista ritorna sul discorso allucinante che ha fatto papa in germania l' estate scorsa, aggiungiamo pure le proteste e le manifestazioni ........ mediatiko :rolleyes:

non sono nodi, sono differenze culturali storike profonde

non si sta parlando nè di danimarka nè di olanda non andare fuori tema infilando fave e piccioni :cool:

non mi puoi confrontare la turkia con la romania o la bulgaria :no: la romania e la bulgaria in questi ultimi anni hanno fatto riforme in molti settori soddisfacendo i parametri rikiesti dal tratta di adesione, in turkia invece esistono ankora problemi sul riconosciemento dei diritti e delle libertà fondamentali in determinate zone.....capisci che un confronto non si pone troppe differenze anke su questo versante

x quanto riguarda l' economia benchè rimanga ankora un paese rurale si vedono signifikativi passi avanti nell' industrializzazione, iniziano ad attirare investimenti esteri
il tasso di crescita è in aumento e nello stesso tempo inizia ad essere contenuta l' inflazione, il reddito pro capite è in aumento e le stime sono molto ottimistike x il prossimo decennio e questo influisce pure sulla popolazione debole, c'è ankora un alto deficit forse anke unì asimmetrika distribuzione della rikkezza ma non si può ora pretendere + di tanto
 
Joachim von Lamòttingen ha scritto:
..... mò verrai a dirmi che l' ho detto io invece del papa che l' ingresso della turkia in ue è un fatto ANTISTORIKO, quando era ankora cardinale e la posizione in generale "neutrale" del Vaticano come la spieghi :-? pensa che c he alcuni eminenti esponenti del vaticano hanno apostrofato la visita come un " gesto di grande cortesia ", Erdogan che non incontra il papa e ad ogni intervista ritorna sul discorso allucinante che ha fatto papa in germania l' estate scorsa, aggiungiamo pure le proteste e le manifestazioni ........ mediatiko :rolleyes:

non sono nodi, sono differenze culturali storike profonde

non si sta parlando nè di danimarka nè di olanda non andare fuori tema infilando fave e piccioni :cool:

non mi puoi confrontare la turkia con la romania o la bulgaria :no: la romania e la bulgaria in questi ultimi anni hanno fatto riforme in molti settori soddisfacendo i parametri rikiesti dal tratta di adesione, in turkia invece esistono ankora problemi sul riconosciemento dei diritti e delle libertà fondamentali in determinate zone.....capisci che un confronto non si pone troppe differenze anke su questo versante

x quanto riguarda l' economia benchè rimanga ankora un paese rurale si vedono signifikativi passi avanti nell' industrializzazione, iniziano ad attirare investimenti esteri
il tasso di crescita è in aumento e nello stesso tempo inizia ad essere contenuta l' inflazione, il reddito pro capite è in aumento e le stime sono molto ottimistike x il prossimo decennio e questo influisce pure sulla popolazione debole, c'è ankora un alto deficit forse anke unì asimmetrika distribuzione della rikkezza ma non si può ora pretendere + di tanto

In tutta sincerità della posizione del vaticano non me ne frega nulla.

La Turchia punta sul controllo della spesa (fondionline.it) - 1

- 27.11.06/16:20

Il paese candidato all’ingresso nell’Unione Europea mantiene attiva la lotta per la riduzione del deficit.
L’economia turca continua ad applicare gli aggiustamenti necessari per centrare l’ingresso nell’Unione Europea. Nel bel mezzo delle dispute politiche che lo vedono impegnato con Cipro, l’esecutivo di Ankara ha ricevuto le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale per mantenere il deficit pubblico al di sotto del 5%. Tuttavia, il paese non ha ancora realizzato le riforme necessarie per migliorare l’environment favorevole agli investimenti.
Gli investimenti diretti esteri hanno raggiunto i 9.000 milioni di dollari nel 2005, ammontare che –nonostante sia quintuplicato in un biennio- è pari a solo al 2,5% del Pil. La crescita turca si è attestata al 7,5% nel secondo trimestre ( un andamento più che doppio rispetto a quello della media UE). . L’inflazione si è ridotta fino al 10% e il debito pubblico è stato tagliato fino al 70% del Pil.
La Turchia continua il suo processo di adattamento economico per fare ingresso nell’Unione Europea, nonostante gli avvertimenti della Commissione affinché il paese apra i suoi aeroporti a Cipro (uno stato che non è riconosciuto formalmente da Ankara). Le stesse autorità europee hanno avvertito che, se non ci saranno progressi in tal senso- la futura adesione turca all’UE potrebbe essere rimessa in discussione.
Con i suoi ottanta milioni di abitanti, l’ingresso della Turchia nell’UE continua a rappresentare un’incognita. Il difficile rapporto con Cipro, gli scarsi progressi in tema di diritti umani e le turbolenze politiche interne, generano molte incertezze tra gli investitori. I diversi Organismi internazionali (tra cui FMI e OECD), riconoscono che il paese deve realizzare importanti progressi per consolidare la sua crescita. Secondo gli esperti che operano per questi organismi, l’economia turca dovrebbe variare l’assetto tributario, modificare le norme che regolano il mercato del lavoro, adottare provvedimenti a favore dello sviluppo imprenditoriale e della crescita, semplificare la regolamentazione necessaria per il consolidamento delle attività produttive.

Queste modifiche devono essere accompagnate dall’adozione di piani di privatizzazione del settore energetico e portuario, e dalla graduale riduzione del peso del settore agricolo. Il Fondo Monetario Internazionale avverte che questi cambiamenti devono essere integrati da un’austera e razionale politica fiscale. Storicamente, uno dei maggiori problemi turchi sono i suoi conti pubblici. Dopo il default del sistema finanziario degli anni novanta, il paese ha concluso accordi con il Fondo Monetario Internazionale per riformare l’economia. Gli accordi hanno permesso di ridurre il deficit dal 19% del 2001 al 4,5% del Pil nel 2004. Nello stesso periodo, si è messa in moto una riduzione del debito pubblico, passato dal 99% del Pil del 2001 a meno del 70% di oggi.
Tuttavia, proprio nel corso di questo mese, il governo di Ankara ha annunciato un piano per accrescere del 17% la spesa pubblica nel 2007, una misura accolta male dagli Organismi finanziari internazionali, in quano giunta nel mezzo di un anno pre-elettorale. L’allarme lanciato dal FMI ha obbligato l’esecutivo a congelare fondi per 997 milioni di dollari che dovevano essere investiti nel quarto trimestre dell’anno in corso. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale di Ankara hanno espresso forti preoccupazione per il probabile aumento della spesa nel 2007. Il FMI Ha inoltre accordato un prestito di 10.000 milioni di dollari per poter procedere sulla strada delle riforme.
A favore della Turchia gioca la buona dinamica dei prezzi al consumo. L’inflazione è passata dal 70% di cinque anni fa, al 10% del 2005. Le previsioni governative e quelle formulate dalla Banca Centrale indicano che la crescita dei prezzi potrebbe cadere fino al 5,2% nel 2006 e all’1,7% nel 2008.
 
Joachim von Lamòttingen ha scritto:
in turkia invece esistono ankora problemi sul riconosciemento dei diritti e delle libertà fondamentali in determinate zone.....

Questo è il vero problema.

Le riforme della costituzione turca.
 
Joachim von Lamòttingen ha scritto:
quasi quasi ti proporrei come ambasciatore dei diritti umani già già in viaggio premio x 5 anni :mumble:

per la mia critica al vaticano?
:-?

oltretutto credo che il gesto "ostinato" del papa di voler andare in turchia nonostante il polverone (mediatico) sia da accogliere + che positivamente e credo che il vaticano stesso sia molto impegnato affinchè la turchia (previo rispetto di regole democratiche e inserimento di riforme in tal senso) possa entrare nella UE al più presto.

Ripeto: i dubbi sono molti e i nodi da sciogliere ancora molti ma l'ingresso della turchia nell'europa credo possa rappresentare un passo storicamente molto importante.

:)
 
pikkè ciai la vokazione da redentore :cool: :rolleyes:

cmq le riforme che hai citato x me sono premature ...e forse utopike, rimane il fatto che quello è un paese che ha connotati assai differenti rispetto agli "omologhi" europei, la mia opinione è totalmente negativa, l' impegno storiko di amissione all' UE è cosa ridikola ....... questa UE sta diventando un calderone che si discosta dagli intenti del Trattato di Roma.......

addio toso.....vado a istambul in pellegrinaggio al monastero di Lamòchalan :bye:
 
Joachim von Lamòttingen ha scritto:
pikkè ciai la vokazione da redentore :cool: :rolleyes:

cmq le riforme che hai citato x me sono premature ...e forse utopike, rimane il fatto che quello è un paese che ha connotati assai differenti rispetto agli "omologhi" europei, la mia opinione è totalmente negativa, l' impegno storiko di amissione all' UE è cosa ridikola ....... questa UE sta diventando un calderone che si discosta dagli intenti del Trattato di Roma.......

addio toso.....vado a istambul in pellegrinaggio al monastero di Lamòchalan :bye:

toh ciapa:

Sabato 25 Novembre 2006
Turchia pronta al sorpasso

Vincenzo Chierchia
MILANO
Banca Intesa e Touring club lanciano l'allarme sullo stato di salute del sistema alberghiero italiano. Una indagine presentata ieri a Milano ha messo in evidenza che il sistema ricettivo, troppo frammentate e inefficiente, frena nettamente le possibilità di crescita del settore turistico. Basti pensare che la quota di mercato dei gruppi alberghieri è la più bassa a livello internazionale, e che il 92% delle imprese alberghiere gestisce un solo hotel. Nonostante il recupero del 2006, la perdita di competitività dell'Italia in campo internazionale è stata netta e, l'indagine ha rilevato che anche la Turchia (dopo la Spagna) sta ormai superando l'Italia sul tradizionale mercato tedesco che per anni ha assicurato il 40% circa degli arrivi di turisti dall'estero.
«Il Governo deve intervenire - ha detto Roberto Ruozi, presidente del Touring club -. Sarebbe opportuna una grande operazione di ammodernamento complessivo del sistema alberghiero, una sorta di rottamazione su larga scala per un comparto in netto affanno rispetto a quello dei Paesi diretti concorrenti dell'Italia». Renzo Iorio, presidente dell'Aica, l'Associazione delle catene alberghiere di Confindustria, ha sottolineato che l'attuale normativa è rigida e blocca lo sviluppo di un moderno sistema ricettivo: «È impossibile oggi sviluppare reti di alberghi a basso costo - ha detto - perchè i costi obbligatori che le imprese devono sopportare sono troppo elevati». Per Carlo Ferroni, direttore generale Ance, la ristrutturazione del sistema alberghiero deve essere accompagnata da una modernizzazione delle regole urbanistiche. Marco Cerrina-Feroni, responsabile della direzione merchant banking di Banca Intesa, ha sottolineato - illustrando i vantaggi della recente operazione Grande Jolly (si veda «Il Sole-24 Ore» del 12 novembre) - le potenzialità delle alleanze tra gruppi in campo alberghiero accanto a ragioni e opportunità dei disinvestimementi immobiliari.
Gregorio De Felice, responsabile del servizio studi di Banca Intesa, ha rimarcato che negli anni 50 l'Italia era in cima alle destinazioni turistiche mondiali. Negli ultimi 15 anni, invece la quota del nostro Paese sul mercato mondiale del turismo è crollata da 6% al 4,5 per cento.
Sono oggi gli hotel di fascia alta a trainare il mercato - secondo l'Aica in ottobre la crescita dei ricavi nei 5 stelle si attesta intorno al 9,5% - ma l'80% dei 34mila hotel italiani ha da tre stelle in giù e dominano le realtà familiari. Arretratezza e frammentazione penalizzano i risultati: «La redditività si è nettamente deteriorata negli ultimi anni» ha spiegato De Felice.

www.bancaintesa.it
 

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