Quando eravamo bambini,la gente andava tranquillamente a cavare sabbia e ghiaia nei torrenti, poi hanno detto che non si poteva più e adesso, guai anche solo a raccogliere i ciottoli.
Le montagne erano tutte coltivate o pascolate e i boschi puliti.
Il montanaro o l’agricoltore in pianura tagliava e portava via l'albero secco o caduto e il bostrico non c'era , poi già che c'era, spostava il sasso, incanalava l'acqua, aggiustava la piccola frana che gli portava via il prato e faceva quella capillare manutenzione che è fondamentale per territorio.
Poi la cosa è diventata anti economica e si faceva per passione, per attaccamento alla propria terra, ma adesso ci dicono che non è più nostra, quella terra, che diamo fastidio, che non dobbiamo, anzi, non possiamo più toccare niente, nemmeno nella nostra proprietà.
Adesso, se tagli un albero, parte la raccolta firme.
Se un orso ti sbrana se tu , il coglione.
Se il lupo ti devasta il gregge, è perché tu, lavativo, di notte vuoi perfino dormire.
Le regole le fanno negli uffici, seduti alle scrivanie, persone che non hanno mai visto i posti per cui le fanno, mentre aspettano il giorno dello stipendio, seguendo le tesi folli di gente cresciuta a merendine e cartoni animati.
La montagna si spopola e la campagna anche fra un po', ma è quello che vogliono.
L'habitat dell'uomo è la città dicono, convinti che il problema sia degli altri.
Poi , ogni tanto, la natura ci va a fare un giretto, in città, e allora sono gazzi.