Oggi verdetto Fitch su banche italiane. Per Prometeia hanno bisogno di nuovo capitale. Titoli giù
Secondo l'ultimo studio dell'istituto, i cinque maggiori istituti avranno bisogno di raccogliere miliardi di euro per riuscire a rispettare le regole stabilite dall'accordo di Basilea III. Il cammino sarà "arduo" e, ancora peggio, il Roe delle 13 maggiori banche scenderà al minimo in un decennio.
Banche italiane di nuovo sotto tiro. I titoli quotati a Piazza Affari, che su base settimanale hanno riportato una performance piuttosto ferma, tornano oggi a essere venduti.
Grande è d'altronde l'attesa sui prossimi giudizi che interesseranno il settore. Nella giornata di oggi, per esempio, alle ore 15.30, Fitch Ratings terrà una teleconferenza per discutere dell'outlook sulle maggiori banche italiane. Lo scorso 28 ottobre l'agenzia di rating aveva pubblicato un report dal titolo "Major Italian banks Semi-Annual Review and Outlook - Profitability Under Pressure Going into 2011", affermando che la profittabilità dei maggiori istituti di credito italiani rimarrà sotto pressione nel secondo semestre del 2010 e per tutto il 2011, a causa dei bassi tassi di interesse e delle modeste prospettive di crescita attese nei prossimi due anni.
Tuttavia, spiega Fitch, le banche del Bel Paese hanno alcuni strumenti che permettono loro di superare le avversità, come per esempio gli elevati volumi di bond e depositi della clientela.
Spaventa però anche l'ultimo studio di Prometeia riportato da Bloomberg: secondo il rapporto, le cinque maggiori banche italiane avranno bisogno di ulteriore capitale per un valore di 17 miliardi di euro per riuscire a rispettare le regole stabilite dall'accordo di Basilea III. I cinque istituti di cui si parla sono UBi Banca, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi e Banco Popolare. Il cammino per riuscire a soddisfare le nuove richieste è, secondo Prometeia, "arduo". E non solo. Secondo l'istituto, nel corso nel 2010 il Roe dei 13 istituti di credito più grandi del paese scenderà probabilmente al 2,3%, ovvero al livello più basso in un decennio. Il fatturato su base netta dovrebbe salire quest'anno dell'1,4%, a fronte di un aumento dei costi operativi e degli accantonamenti necessari per coprire le perdite legate ai prestiti.
Intanto gli investitori guardano anche ad altri report diffusi nelle ultime ore, che non lasciano presagire nulla di buono. Ricordiamo per esempio la relazione "Italian Banks" pubblicata da Barclays che si è tradotta, nonostante qualche nota positiva soprattutto sul margine di rialzo di Unicredit, nella revisione al ribasso delle stime relative all'eps per l'anno fiscale 2010. Proprio pochi giorni prima della diffusione dei conti delle banche direttamente interessate.
E oggi il comparto è finito anche sotto la lente di BofA Merrill Lynch Global Research, che ha assunto verso le banche italiane una view più conservativa sull'evoluzione dei ricavi, causa le modeste attese di crescita dell'economia italiana.
Come se non bastasse MPS, Intesa Sanpaolo e UniCredit scontano oggi la decisione da parte dell'Antitrust di comminare loro, assieme ad altre 5 banche e a Mastercard, una multa per aver posto in essere intese restrittive della concorrenza finalizzate a mantenere alta la commissione interbancaria sui pagamenti attraverso le carte di credito e di debito (c.d. carte Maestro) emesse dal circuito Mastercard, trasferendola sulle commissioni richieste ai negozianti convenzionati, con effetti sui prezzi praticati ai consumatori. MPS dovrà sborsare 910.000 euro, Intesa Sanpaolo 700.000 euro, Unicredit 380.000 euro.
Tutti e tre gli istituti stanno cedendo terreno sul listino milanese con perdite superiori all'1,5% (-2,21% nel caso di MPS), ma non fanno meglio Ubi Banca, la Pop. Milano e Mediobanca. Ancora vendite, seppur più limitate rispetto agli altri istituti, sul Banco Popolare. Oggi gli analisti della Credit Suisse Group hanno riavviato la copertura sul titolo a "outperform", tagliando tuttavia il target price da 6,2 a 4,5 euro.