Claire
ἰοίην
Poco fa, ero in macchina dopo aver accompagnato i miei figli a scuola...
Mi fermo ad un incrocio di quelli pieni di traffico, con gente che arriva da tutte le direzioni, automobili che si infilano di qua e di là. Uno di quegli incroci dove si sa che il traffico è intensissimo e dove si sa che si debbono avere 3 occhi o anche 4 invece di due.
Mi fermo in coda, in auto con me c'è un'altra persona che mi sono offerta di accompagnare al lavoro, perché lei è a piedi ed era in ritardo.
Dietro di me altre auto. A destra un paio di macchine che SO si infileranno tra me e quello davanti, a sinistra il muso di un'altra auto già proteso in avanti per infilarsi in mezzo alla coda ed attraversare la strada.
So che mi fermerò per lasciar passare tutti, tanto prima di attraversare e girare a sinistra il semaforo che in quel momento è rosso per me, diventerà verde e poi ancora rosso per tutte le auto che ci sono in fila...
In una delle file di auto che ho davanti a destra c'è un uomo. Accanto a lui, sulla strada, in bicicletta, con un bambino di 6/7 anni al massimo, una donna che, con tutta evidenza, sta portando il bambino a scuola.
La donna e l'uomo litigano.
Non ne conosco il motivo. Suppongo sia per il traffico.
Forse lei ha attraversato incautamente l'incrocio, lui le ha suonato il clacson, o lui non l'ha vista e lei gli ha fatto un gestaccio. Non so.
So che vedo lui SCENDERE dalla macchina, sento distintamente nonostante il rumore del traffico e i finestrini (miei) chiusi, le loro voci che si alzano e gridano.
Vedo lui avvicinari a lei con il braccio alzato e lo sguardo violento, con modo aggressivo, di attacco. Sto per saltar giù dall'auto per fermarlo ("Non picchiarla!"), ma lui abbassa la mano e il braccio e si limita a gridare. Gridano, tutti e due. Lui, nella più becera modalità (non solo maschile) apostrofa lei con termini come"troia", "puttana" (ODIO chi usa quelle parole per insultare una donna), lei risponde qualcosa che non sento bene.
Il tutto con il bambino presente, dietro la mamma, in bicicletta 8O
Scatta il verde. La bici riparte, probabilmente lei se ne va gridando l'ultima parolaccia (Forse "*******") all'uomo che LASCIA LA MACCHINA IN MEZZO ALL'INCROCIO e LA INSEGUE A PIEDI, ancora con cipiglio violento.

Fortunatamente, lei corre, con la bici e lui non la raggiunge.
L'uomo torna di corsa in macchina e RIPARTE cambiando la direzione che aveva, mettendo la freccia a destra, mentre stava a sinistra. Qualcuno lo lascia passare e lui parte in macchina nella stessa direzione della donna in bicicletta. 8O
Io giro a sinistra, impossibilitata a cambiare, come lui, direzione, per la mia posizione, per il traffico e perché ho a bordo una persona che devo accompagnare al lavoro e che è in ritardo.
Io credo che non l'abbia raggiunta, penso che lei in bici fosse sul marciapiede o avesse cambiato direzione, avesse girato in qualche stradina laterale.
Ma resto, davvero, triste, un poco spaventata e molto perplessa.
Ma come si arriva ad essere così violenti per una cosa come il traffico, posto che nessuno si era fatto male o aveva recato danno all'altro?
Come si arriva a insultare, gridare in quel modo, aver voglia di alzar le mani davanti, tra l'altro, ad un bambino?
Ma in che razza di mondo viviamo?
Possibile che si insegni ai nostri figli a gestire la rabbia e gli adulti non siano capaci?
E POSSIBILE che nessuno abbia fatto NIENTE per placare gli animi?


Ma voi, anche nel caso aveste avuto ragione, e la donna in bicicletta fosse stata avventata, nel traffico, e vi avesse apostrofato in modo poco elegante, sareste scesi dalla macchina, l'avreste chiamata "Puttana" davanti a suo figlio, avreste avuto voglia di picchiarla, e l'avreste INSEGUITA prima a piedi e poi in auto?

Io no.
Avessi avuto ragione, l'avrei (forse) mentalmente mandata a quel paese e avrei sperato che, avendo per giunta un bambino con sé, si comportasse in modo più responsabile in strada.
Tutto qui.
Che tristezza.
Mi fermo ad un incrocio di quelli pieni di traffico, con gente che arriva da tutte le direzioni, automobili che si infilano di qua e di là. Uno di quegli incroci dove si sa che il traffico è intensissimo e dove si sa che si debbono avere 3 occhi o anche 4 invece di due.
Mi fermo in coda, in auto con me c'è un'altra persona che mi sono offerta di accompagnare al lavoro, perché lei è a piedi ed era in ritardo.
Dietro di me altre auto. A destra un paio di macchine che SO si infileranno tra me e quello davanti, a sinistra il muso di un'altra auto già proteso in avanti per infilarsi in mezzo alla coda ed attraversare la strada.
So che mi fermerò per lasciar passare tutti, tanto prima di attraversare e girare a sinistra il semaforo che in quel momento è rosso per me, diventerà verde e poi ancora rosso per tutte le auto che ci sono in fila...
In una delle file di auto che ho davanti a destra c'è un uomo. Accanto a lui, sulla strada, in bicicletta, con un bambino di 6/7 anni al massimo, una donna che, con tutta evidenza, sta portando il bambino a scuola.
La donna e l'uomo litigano.
Non ne conosco il motivo. Suppongo sia per il traffico.
Forse lei ha attraversato incautamente l'incrocio, lui le ha suonato il clacson, o lui non l'ha vista e lei gli ha fatto un gestaccio. Non so.
So che vedo lui SCENDERE dalla macchina, sento distintamente nonostante il rumore del traffico e i finestrini (miei) chiusi, le loro voci che si alzano e gridano.
Vedo lui avvicinari a lei con il braccio alzato e lo sguardo violento, con modo aggressivo, di attacco. Sto per saltar giù dall'auto per fermarlo ("Non picchiarla!"), ma lui abbassa la mano e il braccio e si limita a gridare. Gridano, tutti e due. Lui, nella più becera modalità (non solo maschile) apostrofa lei con termini come"troia", "puttana" (ODIO chi usa quelle parole per insultare una donna), lei risponde qualcosa che non sento bene.
Il tutto con il bambino presente, dietro la mamma, in bicicletta 8O

Scatta il verde. La bici riparte, probabilmente lei se ne va gridando l'ultima parolaccia (Forse "*******") all'uomo che LASCIA LA MACCHINA IN MEZZO ALL'INCROCIO e LA INSEGUE A PIEDI, ancora con cipiglio violento.


Fortunatamente, lei corre, con la bici e lui non la raggiunge.
L'uomo torna di corsa in macchina e RIPARTE cambiando la direzione che aveva, mettendo la freccia a destra, mentre stava a sinistra. Qualcuno lo lascia passare e lui parte in macchina nella stessa direzione della donna in bicicletta. 8O

Io giro a sinistra, impossibilitata a cambiare, come lui, direzione, per la mia posizione, per il traffico e perché ho a bordo una persona che devo accompagnare al lavoro e che è in ritardo.
Io credo che non l'abbia raggiunta, penso che lei in bici fosse sul marciapiede o avesse cambiato direzione, avesse girato in qualche stradina laterale.
Ma resto, davvero, triste, un poco spaventata e molto perplessa.
Ma come si arriva ad essere così violenti per una cosa come il traffico, posto che nessuno si era fatto male o aveva recato danno all'altro?
Come si arriva a insultare, gridare in quel modo, aver voglia di alzar le mani davanti, tra l'altro, ad un bambino?

Ma in che razza di mondo viviamo?
Possibile che si insegni ai nostri figli a gestire la rabbia e gli adulti non siano capaci?
E POSSIBILE che nessuno abbia fatto NIENTE per placare gli animi?


Ma voi, anche nel caso aveste avuto ragione, e la donna in bicicletta fosse stata avventata, nel traffico, e vi avesse apostrofato in modo poco elegante, sareste scesi dalla macchina, l'avreste chiamata "Puttana" davanti a suo figlio, avreste avuto voglia di picchiarla, e l'avreste INSEGUITA prima a piedi e poi in auto?


Io no.
Avessi avuto ragione, l'avrei (forse) mentalmente mandata a quel paese e avrei sperato che, avendo per giunta un bambino con sé, si comportasse in modo più responsabile in strada.
Tutto qui.
Che tristezza.
