microydrin
Nuovo forumer
se rompe 1,18 adios....... con gli stress test ci hanno raccontato la favola di pinokkio 



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Banche, ora il test è a Piazza Affari
L'impressione è che lunedì, all'apertura dei mercati europei, non si vedranno grosse reazioni ai "positivi" risultati degli stress test sulle banche. Venerdì vennero comunicati a borse chiuse e gli spiragli per osservare le razioni erano i pigri (come suole nel clima di un imminente fine settimana) mercati dei titoli di Stato e delle valute. Dire che i BTp e l'euro non abbiano fatto nemmeno una piega all'annuncio sarebbe improprio.
In meno di due minuti, il differenziale di rendimento tra il BTp e Bund scende dal 3,089% al 3,052%; cinque minuti più tardi tutto era tornato come prima. Ma un'ora dopo lo spread s'è allargato fino al 3,12%. Ancor più impercettibile l'oscillazione dell'euro (sul dollaro): alle 18.00 valeva 1,4156, sale a 1,4185 tre minuti dopo, per poi tornare a scendere sotto i livelli che precedevano l'annuncio. Si direbbe, dunque, che i mercati siano rimasti indifferenti.
documentiLa classifica europea
Di certo sono rimasti scettici gli operatori che hanno giudicato gli stress test alquanto blandi e poco significativi. Si faceva notare come lo scenario peggiore, ipotizzato per i tassi d'interesse, fosse stato ampiamente superato dalla realtà; e come il fallimento di uno stato membro dell'unione fosse stato escluso, mentre i mercati danno ormai per certa la ristrutturazione (leggi: default) del debito greco. Inoltre, sui bond di Atene s'erano calcolate svalutazioni del 15%, mentre i titoli quotano la metà del nominale. Per questo i toni trionfali assunti dalle autorità monetarie e bancarie europee a commento dei risultati non hanno convinto. E i proclami che ne sono seguiti dalle singole banche suonano piuttosto enfatici e ricordano quelle attestazioni di partecipazione ad altisonanti convegni che si vedono incorniciate negli studi dei dentisti.
È probabile che domani, alla riapertura delle borse, gli investitori si comportino come se nulla fosse avvenuto. Un pizzico di malignità indurrebbe a pronosticare una momentanea reazione negativa, poiché gli operatori erano già a conoscenza dei possibili disagi di molte banche, per aver letto le analisi dei broker e per aver apprezzato le conclusioni di uno studio di Moody's che, 10 giorni fa, aveva "bocciato" 26 banche (e non le 8 degli stress test ufficiali) e stimato un bisogno di nuovi capitali ben superiore ai 2,5 miliardi calcolati dall'Autorità bancaria europea. Spiace ma, pur dopo le numerose critiche, i mercati sono più disposti a credere alle conclusioni di un'agenzia di rating che a quelle di un organismo ufficiale.
Già nella tarda serata di venerdì, gli analisti delle maggiori case d'investimento avevano cominciato a diffondere la propria versione degli stress test. Interessante quella di SocGen, secondo la quale Deutsche Bank, Commerzbank e Banco Popolare sarebbero «quasi fallite» se si applicassero pienamente i principi di Basilea in uno scenario avverso. Da notare che il core Tier1 dei 3 istituti è stato calcolato dall'Eba rispettivamente al 6,5, 6,4 e 5,7%: ritenuto sufficiente in tutti i casi e da "osservazione" per la banca italiana. Si legge nell'analisi di SocGen: «Non crediamo che la possibilità di un "quasi fallimento" di Deutsche Bank sia contemplata sul mercato dei Cds», per cui l'analista consiglia di proteggersi comprando credit default swap sulla banca tedesca.
Quanto alle "anomalie" sul mercato dei Cds, si può far notare come la protezione su Deutsche Bank costi 114 punti, mentre quella su Intesa, che ha un ben più elevato core Tier1 di 8,9, costi 217. La spiegazione sta tutta nel rischio Paese. Approvando la manovra, l'Italia ha dato una risposta importante. Ora s'attende una consapevole reazione anche dalle autorità politiche e monetarie europee per arginare la crisi dei debiti sovrani e per scoraggiare la speculazione internazionale.
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i londinesi sono dolcissimi....
piano, piano, piano, piano, piano, piano....