Unicredit (UCG) Unicredit The Best

tu hai le idee chiarissime
leggendo i tuoi post non vi è dubbio............

quindi fai quello che ti dice la tua testa..............non chiedere a me che
posso solo confonderti.:up:

:eek: Al contrario....
Ho abbastanza chiaro come il mercato in questo momento ci vede e quali conti si sta facendo in termini di fondamentali...e di outlook del paese...
Poi è evidente che alla fine si lucrerà su balzi speculativi del tutto gratuiti come eccessivo e gratuito è francamente tutto questo affossamento.
Ma certo non posso prevedere i minimi assoluti.
Indicativo potrebbe essere il giungere finalmente a qualche decisione sulle questioni irrisolte, potrebbe dare il pretesto. Magari il mercato le anticiperà queste news partendo un attimo prima...magari farà l'ultimo sell on news per prendere tutti i pesci piccoli in contropiede e poi ripartire.
Questo io non lo so. E non vorrei, scherzi a parte, averti dato un'impressione di saccenza... mi dispiacerebbe molto...
ho solo provato a dare il mio contributo, con un taglio più attento nel mio caso al contesto economico, politico, ai fondamentali e all'intermarket visto che in genere opero molto anche sull'obbligazionario speculativo.
Per il resto è solo un confronto di impressioni...
Ripeto mi dispiacerebbe aver dato un'impressione sbagliata.
E spero tu intenda il tono scherzoso dei post di tipo assertivo in cui mi lancio a dire che gli americani aprono a Wally e ci shortano a morte o che magari chiudiamo sotto questo o quel livello...su movimenti del brevissimo è chiaro che se ci prendo è solo :ciapet:. Tra l'altro non ci ho ancora messo un solo euro sopra...perchè come dicevo sto aspettando una ripartenza convincente.
Se è un equivoco nello stile di comunicazione, spero che ci siamo chiariti...:up:
 
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la butto li... discesa sino a giovedi a minimi sotto 1 riunione dell'eurogruppo e super rimbalzone ,confido in qualche notizia positiva ,altrimenti siamo fottuti....
 
la butto li... discesa sino a giovedi a minimi sotto 1 riunione dell'eurogruppo e super rimbalzone ,confido in qualche notizia positiva ,altrimenti siamo fottuti....

unica notizia salva c.lo, è il salvataggio della grecia....convinto, però....
altrimenti questo è un attacco all'euro, troppo forte sul dollaro....e non ci salva più niente!!
 
fare un doppio minimo sembra troppo scontato anzi se ci arriva è per proseguire con nuovi minimi, io penso che 1 sia un ottima entrata per accumulare perchè da lì potrebbe ripartire il long.
 
Gli «stress test» condotti sulle banche europee "non servono a niente, perché non colgono il problema". Kenneth Rogoff, 58 anni, nato a Rochester (Stato di New York), per anni economista al Fondo monetario internazionale e oggi professore di Economia all' Università di Harvard, è anche uno scacchista di alto livello. Nella partita sui mercati finanziari, ci sono alcune «mosse» degli europei che non lo convincono. Otto banche bocciate su 90 esaminate dall' European bank Authority. Non è un segnale incoraggiante? «Quale segnale? Questo tipo di analisi non porta a niente. Le banche europee erano e restano chiaramente sottocapitalizzate anche dopo queste verifiche. Basta fare un confronto con gli istituti americani. Ma non è questo il punto. Se vogliamo ragionare sulle insidie dei mercati finanziari, dobbiamo cambiare prospettiva» Cioè le banche non sono i motori della crisi? «In questa fase no, direi piuttosto che sono le vittime. Sul sistema creditizio si stanno scaricando problemi nati altrove. In Grecia, come sappiamo, il governo non è riuscito a controllare il debito pubblico. La stessa cosa è successa in Portogallo e ora vediamo che cosa succederà in Italia». Allora dobbiamo partire dai governi nazionali? «No, anche questo è un passaggio intermedio. Ormai i mercati finanziari stanno ragionando sul blocco Europa, o meglio sul blocco euro inteso come un' entità compatta. Le debolezze di un Paese chiamano in causa tutta l' eurozona». D' accordo, però non è che tutti i Paesi e le banche siano perfettamente omogenei. «Certo. Possiamo distinguere tra le banche. Quelle italiane, per esempio, sono messe un pò meglio di quelle francesi. E anche gli istituti regionali tedeschi devono fare attenzione. Però qui stiamo ricadendo nella logica degli "stress test" che io non condivido. Spiego perché: una volta che abbiamo fatto la classifica degli istituti di credito, che cosa abbiamo risolto? Chi è in grado di recuperare le risorse necessarie per rafforzare il patrimonio delle banche? I governi, forse? E come, alzando le tasse? No, in questo modo non andiamo da nessuna parte». Va bene, facciamo marcia indietro. Eravamo rimasti al "passaggio intermedio" dei governi nazionali... «Bene. Il loro compito oggi non è quello di correre in soccorso delle banche. Si devono, invece, concentrare sul risanamento dei conti pubblici. La Grecia deve continuare il processo con determinazione. Il governo italiano con rapidità. E così tutti gli altri Paesi, Spagna, Portogallo, Irlanda. Ma, purtroppo, anche questo potrebbe non essere sufficiente per appagare i mercati e spegnere il fuoco della speculazione». Qual è la sua idea? «Vedo una sola possibilità. La Germania e forse anche la Francia, cioè le economie più forti della zona euro, devono esporsi apertamente. I governi di questi due Paesi devono diventare i garanti di ultima istanza di tutti i bond emessi nell' area dell' euro. Sarebbe un modo per rispondere a tono a chi, sui mercati, sta scommettendo sulla fragilità strutturale della moneta unica. Perché di questo si tratta: non difendere la Grecia, la Spagna o l' Italia. Ma l' euro. L' unico modo per farlo, credo, è che la finanza internazionale capisca che se attacca la periferia dell' Europa arriverà a scontrarsi contro il muro tedesco». Non è una strada molto facile da percorrere. La conseguenza politica sarebbe una specie di commissariamento tedesco delle politiche economiche di diversi Paesi. «Mi rendo conto delle difficoltà. Ma vedo anche che questo dibattito sulla necessità di una soluzione pan-europea comincia a farsi strada. Tocca ai governi e alle istituzioni dell' Unione europea trovare il meccanismo compatibile con le esigenze politiche. Ma la chiave resta la Germania». In caso contrario? «Non avrei dubbi: prima o poi l' euro non resisterebbe alle pressioni e salterebbe per aria». Giuseppe Sarcina RIPRODUZIONE RISERVATA **** 90 gli istituti Ue che si sono sottoposti agli stress test
 
Gli «stress test» condotti sulle banche europee "non servono a niente, perché non colgono il problema". Kenneth Rogoff, 58 anni, nato a Rochester (Stato di New York), per anni economista al Fondo monetario internazionale e oggi professore di Economia all' Università di Harvard, è anche uno scacchista di alto livello. Nella partita sui mercati finanziari, ci sono alcune «mosse» degli europei che non lo convincono. Otto banche bocciate su 90 esaminate dall' European bank Authority. Non è un segnale incoraggiante? «Quale segnale? Questo tipo di analisi non porta a niente. Le banche europee erano e restano chiaramente sottocapitalizzate anche dopo queste verifiche. Basta fare un confronto con gli istituti americani. Ma non è questo il punto. Se vogliamo ragionare sulle insidie dei mercati finanziari, dobbiamo cambiare prospettiva» Cioè le banche non sono i motori della crisi? «In questa fase no, direi piuttosto che sono le vittime. Sul sistema creditizio si stanno scaricando problemi nati altrove. In Grecia, come sappiamo, il governo non è riuscito a controllare il debito pubblico. La stessa cosa è successa in Portogallo e ora vediamo che cosa succederà in Italia». Allora dobbiamo partire dai governi nazionali? «No, anche questo è un passaggio intermedio. Ormai i mercati finanziari stanno ragionando sul blocco Europa, o meglio sul blocco euro inteso come un' entità compatta. Le debolezze di un Paese chiamano in causa tutta l' eurozona». D' accordo, però non è che tutti i Paesi e le banche siano perfettamente omogenei. «Certo. Possiamo distinguere tra le banche. Quelle italiane, per esempio, sono messe un pò meglio di quelle francesi. E anche gli istituti regionali tedeschi devono fare attenzione. Però qui stiamo ricadendo nella logica degli "stress test" che io non condivido. Spiego perché: una volta che abbiamo fatto la classifica degli istituti di credito, che cosa abbiamo risolto? Chi è in grado di recuperare le risorse necessarie per rafforzare il patrimonio delle banche? I governi, forse? E come, alzando le tasse? No, in questo modo non andiamo da nessuna parte». Va bene, facciamo marcia indietro. Eravamo rimasti al "passaggio intermedio" dei governi nazionali... «Bene. Il loro compito oggi non è quello di correre in soccorso delle banche. Si devono, invece, concentrare sul risanamento dei conti pubblici. La Grecia deve continuare il processo con determinazione. Il governo italiano con rapidità. E così tutti gli altri Paesi, Spagna, Portogallo, Irlanda. Ma, purtroppo, anche questo potrebbe non essere sufficiente per appagare i mercati e spegnere il fuoco della speculazione». Qual è la sua idea? «Vedo una sola possibilità. La Germania e forse anche la Francia, cioè le economie più forti della zona euro, devono esporsi apertamente. I governi di questi due Paesi devono diventare i garanti di ultima istanza di tutti i bond emessi nell' area dell' euro. Sarebbe un modo per rispondere a tono a chi, sui mercati, sta scommettendo sulla fragilità strutturale della moneta unica. Perché di questo si tratta: non difendere la Grecia, la Spagna o l' Italia. Ma l' euro. L' unico modo per farlo, credo, è che la finanza internazionale capisca che se attacca la periferia dell' Europa arriverà a scontrarsi contro il muro tedesco». Non è una strada molto facile da percorrere. La conseguenza politica sarebbe una specie di commissariamento tedesco delle politiche economiche di diversi Paesi. «Mi rendo conto delle difficoltà. Ma vedo anche che questo dibattito sulla necessità di una soluzione pan-europea comincia a farsi strada. Tocca ai governi e alle istituzioni dell' Unione europea trovare il meccanismo compatibile con le esigenze politiche. Ma la chiave resta la Germania». In caso contrario? «Non avrei dubbi: prima o poi l' euro non resisterebbe alle pressioni e salterebbe per aria». Giuseppe Sarcina RIPRODUZIONE RISERVATA **** 90 gli istituti Ue che si sono sottoposti agli stress test

questa intervista
che stava sul corriere domenica
ha dei passaggi surreali......e alcune ovvietà ........sti professori americani - anglossassoni
sembrano che si siano svegliati ieri..........
riescono a parlare degli altri paesi, come se il loro non esistesse........
fa pure il paragone con le banche americane più capitalizzate ..........ma quelle non sona state capitalizzate dallo stato.......noooooooooo?!!!
loro non hanno un problema di dover aumentare ancora le tasse....nooooooo?!!!

sono problemi solo europei.........

non sono state quelle banche ha creare la spazzatura che ha contaminato tutto il resto? nooooooooooo???
 
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