Unicredit (UCG) Unicredit The Best (5 lettori)

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araldo spaziale
Prosegue l’operazione aumento di capitale di Unicredit e continua anche la serie positiva di sedute del titolo bancario, che sta quasi facendo dimenticare la trafila delle quattro precedenti sedute drammatiche, durante le quali il titolo aveva perso il 45% circa del suo valore, scendendo da 6,33 euro a 3,98 euro.(Piazza Affari crolla: raffica di vendite su Unicredit)
Oggi, in apertura, le azioni salgono del 4,85%, mentre i diritti Unicredit balzano addirittura del 15,6%, arrivando i primi a 2,682 euro per azione (al netto del diritto), mentre i diritti giungono al prezzo di 1,349 euro. Al momento sottoscrivere una nuova azioni costa 1,943 + 0,6745 = 2,6175 euro, cioè circa 7 centesimi in meno delle quotazioni attuali del titolo. A conti fatti, dunque, conviene ancora sottoscrivere il titolo passando per il diritto, ma ormai è stata quasi annullata la differenza con i vecchi titoli.
E da ieri sembra essersi diffuso un cauto ottimismo sull’esito dell’operazione di ricapitalizzazione, in seguito al diffondersi di una serie di voci positive. La prima, arrivata quasi in chiusura di borsa, riguarda la nota di precisazione di Blackblock, il fondo di investimento USA, che nei giorni scorsi aveva annunciato di essere sceso dal precedente 4,2% all’1,71%. Il fondo ha smentito tale disinvestimento, mentre ha chiarito che si sarebbe trattato solo di un trasferimento della quota a un altro fondo del gruppo, per via dell’esercizio di un’opzione call, ma che non avrebbe compromesso l’aggregato finale. La quota, spiega il fondo, resta invariata al 3,09%.
Su Blackblock, quindi, si apre un giallo. Anzitutto, la quota risulta, anche se molto meno di quanto prima detto, diminuita, essendo passata dal 4,2% al 3,09%. Tuttavia, quello che maggiormente rileva è che in tutti questi giorni non sono state effettuate precisazioni, malgrado un pò tutta la stampa nazionale e internazionale abbia parlato del caso, creando un clima adatto alla speculazione degli investitori, che dietro quell’annuncio ora smentito vi avevano intravisto un segnale di sfiducia verso l’operazione.
Come mai Blackblock parla solo adesso, quando lo scenario Unicredit sembra essere mutato in positivo? Di questo si occuperà Consob, che ha avviato un’indagine, per verificare cosa sia realmente accaduto e se non vi siano state violazioni di leggi.
E proprio la smentita del fondo americano starebbe rinvigorendo l’azionariato, anche sulla scorta di voci, in mattinata lanciate da “Il Giornale”, per cui il fondo sovrano kazako Samruk-Kazyna avrebbe già acquisito un pacchetto appena al di sotto della soglia del 5%. Il fondo non ha né confermato, né smentito, il che in queste occasioni è molto eloquente, mentre nessun commento sarebbe ancora stato fatto da Piazza Cordusio. Se fosse confermato, si tratterebbe di un altro segnale di fiducia, a maggior ragione perché proviene da un investitore estero, che sconta un rischio Paese considerato alto, in questi mesi, per l’Italia.
Poi, il titolo si sta giovando dell’annuncio di altri azionisti della sottoscrizione pro-quota o in parte delle nuove azioni. La Fondazione Cassamarca ha aderito per l’intera quota dello 0,7%, avvalendosi di un apposito finanziamento di Société Générale, mentre Manodori sottoscriverà parzialmente l’aumento di capitale, rispetto all’attuale partecipazione dello 0,5% e le risorse saranno racimolate in parte attraverso la vendita dei diritti e in parte con la dismissione di asset.
I soci di Alessandro Proto Consulting, invece, non solo eserciteranno il diritto, relativamente a tutta la quota dello 0,8%, ma vorrebbero incrementare la loro partecipazione all’1,3%.
Segnali positivi arrivano anche dalla Libia, dove la Banca Centrale ha già deciso che parteciperà alla sottoscrizione, anche se non ha stabilito se per l’intera quota del 4,988%. Incerta la partecipazione del fondo libico Lia, anche se pare che ci sia l’intenzione di sottoscrivere. Lia detiene in Unicredit il 2,59%. Infine, anche il fondo Aabar, che ha il 4,991%, starebbe ancora valutando il da farsi.
Simbolico, ma certamente un altro segnale di ottimismo, è il gesto dei vertici della banca, che hanno sottoscritto a titolo personale l’aumento di capitale. L’amministratore delegato Federico Ghizzoni ha partecipato con un controvalore di 68 mila euro, mentre il direttore generale Roberto Nicastro ha sottoscritto per 317.800 euro.
E il presidente dell’Eba, Andrea Enria, si è espresso positivamente in merito alla ricapitalizzazione di Unicredit, sostenendo che dopo questa operazione la banca ne uscirà rafforzata e in grado di sostenere l’economia. L’apprezzamento del massimo organo dell’Eba, l’autorità bancaria europea, non è di poco conto. Si valuti, ad esempio, che proprio la sua scelta di iscrivere i titoli di stato italiani al loro prezzo di mercato e non di rimborso a bilancio, è stata alla base del forte fabbisogno di nuovo capitale da parte di Piazza Cordusio.
Infine, ma non per importanza, vi è l’analisi di circa una quindicina di istituti di analisi, che hanno valutato il titolo Unicredit sottovalutato. Il target price medio che risulta dalle loro valutazioni sarebbe di 5,39 euro, di gran lunga superiore alla quotazione attuale. Proprio questo potrebbe incoraggiare gli investitori a comprare anche per le prossime sedute, sulla spinta di un “buy” per il 36% degli analisti intervistati.
 

francesco78

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