PREVISIONI La sfida ottimista di Unicredit: nel 2012 l'Europa crescerà
Websim - 31/01/2012 17:26:00
Solo contro tutti, l'ufficio studi di Unicredit lancia una sfida di ottimismo agli economisti di tutte le principali istituzioni, dal Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Mondiale. Mentre queste istituzioni hanno detto di aspettarsi un 2012 pesante per l'economia europea, che andrà incontro a una contrazione del Pil su base annua compresa fra lo 0,3% e lo 0,5%, Unicredit si aspetta un miglioramento.
Presentando oggi a Milano l'Outlook 2012, il Global Chief Economist di Unicredit, Erik Nielsen, ha detto che il punto più basso della crisi dovrebbe essere stato toccato nel quarto trimestre del 2011 e nel 2012 l'economia europea dovrebbe piano piano risalire: nell'anno in corso il Pil della Zona Euro dovrebbe salire dello 0,6% dal +1,6% del 2011: dopo due trimestri di crescita piatta, nella seconda parte dell'anno, ci dovrebbe essere una rinfrancante ripresa (+1,5% nel quarto trimestre 2012). Nielsen ha spiegato che la previsione di Unicredit sul 2012 differisce di parecchio da quella di altri uffici studi, più pessimisti, perché viene valutato diversamente l'impatto negativo sulla crescita del Pil provocato dai tagli alla spesa e dall'aumento delle tasse.
Unicredit è ottimista anche su uno dei principali "malati" dell'Europa, il Portogallo. Nei giorni scorsi la tenuta di Lisbona è tornata a preoccupare i mercati finanziari. Ma Unicredit vuole essere rassicurante: il Portogallo non sarà il prossimo mostro da abbattere nel videogame della crisi finanziaria europea. I paragoni con la Grecia sono fuori luogo: "Ad Atene abbiamo un rapporto tra debito e Pil che viaggia verso il 190%, a Lisbona siamo al 100%, inoltre da una parte c'è un Paese che ha fatto tutto quel che poteva e dall'altro una situazione opposta", ha detto oggi nel corso di una presentazione a Milano, Marco Valli, capo economista di Unicredit per l'Eurozona.
Il rendimento del titolo di Stato decennale del Portogallo tratta intorno al 14,8%, siamo lontani dai livelli del bond greco con analoga scadenza (28,7%), ma siamo su livelli insostenibili. Preoccupa gli investitori il fatto che da inizio anno, in un periodo di allentamento delle tensioni sulla periferia dell'Europa, il rendimento del decennale portoghese sia salito di 259 punti base: nello stesso periodo di tempo il Btp è sceso di 98 punti base.
Valli ammette che la situazione è delicata in quanto il Portogallo, pur trovandosi in una situazione finanziaria non così allarmante, rischia più di altri di rimanere invischiato nelle sabbie mobili della stagnazioni: "Le manovre di austerità varate l'anno scorso vanno ad agire su uno stock di ricchezza più basso, in quanto nello scorso decennio il Portogallo non ha registrato la stessa crescita boom della Spagna o dell'Irlanda". L'economista conclude mettendo in evidenza le differenze di approccio politico alla crisi e dice di attendersi un miglioramento trainato dalla maxi fornitura di liquidità da parte della Banca centrale europea: l'intesa di ieri a Bruxelles sul fondo salva-Stati e sul nuovo Trattato europeo più severo con i Paesi indisciplinati sta avendo effetti positivi su buona parte dei titoli governativi della Periferia della zona euro, ed in particolare sul decennale di Lisbona (-102 punti base).
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