Unicredit, CS e Mediobanca hanno due visioni diverse
Di Annalisa Vilardo
Unicredit divulgherà domani i risultati relativi al quarto trimestre 2011 e all'intero esercizio. Intanto il titolo a piazza Affari perde l'1,61% a 3,90 euro, più del Ftse Mib, che al momento è invariato. Si è invece ristretto rispetto all'apertura (328 punti base) il differenziale di rendimento tra Btp decennali e Bund tedeschi, sceso a 311 punti.
Credit Suisse si aspetta una perdita di 1 milione di euro nel quarto trimestre 2011, a fronte dei 30 milioni di euro di utili attesi dal consenso. Le stime, spiega la banca, incorporano circa 90 milioni di euro di svalutazioni sul debito greco (con un taglio totale del 75%), che ammonteranno a 100 milioni per Banca Akros, e altri 90 milioni di euro di costi di ristrutturazione non ricorrenti.
Secondo Banca Akros (rating hold, target a 4 euro) la perdita del gruppo invece si attesterà a fine 2011 a 9,196 miliardi (-9,3 miliardi la stima del Credit Suisse), pertanto non verranno distribuiti dividendi, al contrario di quanto avvenuto nel 2010, quando la cedola era stata di 0,03 euro per azione.
I ricavi del quarto trimestre dovrebbero salire per il CS del 6% trimestre su trimestre a 6,1 miliardi di euro, ma scendere del 6% anno su anno, per via di un net interest income leggermente più debole, a 3,78 miliardi (-1% trimestre su trimestre, -5% anno su anno) rispetto ai 3,9 miliardi del 2010.
I costi invece sono stimati a 3,8 miliardi (-1% trimestre su trimestre, +3% anno su anno), grazie ai minori costi del personale (2,26 miliardi, -4% trimestre su trimestre, +3% anno su anno). Per quanto riguarda poi la qualità degli asset, si prevedono accantonamenti pari a 1,6 miliardi di euro.
Dopo la trimestrale di Intesa, "continuiamo a prevedere un peggioramento in Italia, mentre Germania e Austria continuano a mostrare segni di stabilizzazione", hanno affermato gli analisti del Credit Suisse, che hanno riavviato oggi la copertura di Unicredit con il rating neutral e il target price a 4,5 euro, grazie al miglioramento delle condizioni esterne, dal momento che le preoccupazioni politiche, sul debito sovrano e sui finanziamenti, si sono dissolte dopo il cambio di Governo e i due Ltro.
Il rafforzamento del capitale (il Core ratio di Basilea II è pari al 10,4%, mentre quello di Basilea 3 è al di sotto del 9%) e la valutazione a buon prezzo sono altri due fattori che hanno spinto il broker a riavviare la copertura sul titolo con il giudizio neutral. Tuttavia gli analisti preferiscono Intesa Sanpaolo (-2,10% a 1,446 euro), coperta con un rating neutral e un prezzo obiettivo a 1,8 euro.
"Rimaniamo preoccupati della redditività della banca inferiore alla media", affermano gli esperti del Credit Suisse. Inoltre gli sforzi di ristrutturazione non sono sufficienti a superare l'inefficienza strutturale. Anche Mediobanca ha riavviato oggi la copertura di Unicredit, ma con rating outperform e un target price a 6,4 euro per azione. Secondo questi esperti il titolo è tra più convincenti in Europa grazie alle sue caratteristiche difensive e ai bassi rischi.
A detta di piazzetta Cuccia il piano fornisce maggiore credibilità alla storia di ristrutturazione rimuovendo il rischio regolatorio e aumentando la visibilità sull'adeguatezza patrimoniale dell'istituto, riducendo i rischi di esecuzione. La banca, precisano gli esperti, tratta a sconto rispetto al settore del 50% e Unicredit, grazie al recente aumento, non ha bisogno di ulteriori ricapitalizzazioni.
Mediobanca, in particolare, individua 2-5 miliardi di capitale nascosto leggendo tra le righe del piano, considerando i target di utile e il payout ratio. Inoltre, gli analisti vedono spazi per possibili sorprese sul fronte della cedola e nelle loro simulazioni ipotizzano la cessione di Piooner e di alcune controllate del Centro-Est Europa.