I libici :
“
non è nostra abitudine lasciare vite umane
in mezzo al mare, la nostra religione ce lo proibisce.
Tutto ciò che è successo e succede, i disastri in mare sono causati dai
trafficanti, interessati solo al guadagno,
e dalla presenza di ong irresponsabili come questa”.
“La Guardia costiera cerca con tutti i mezzi che ha a disposizione di fare il massimo per
salvare vite umane
e non ha altri interessi al di fuori della Patria e dei principi dell’umanità”.
Ma cosa significa ong ? E soprattutto. Da chi vengono pagate ?
Il 6 aprile inizieranno le audizioni della commissione Difesa del Senato che, dopo denunce giunte da più parti,
ha deciso di aprire un’indagine sulle ong che operano nel Mediterraneo.
Sono le organizzazioni che vanno a recuperare gli immigrati nei pressi delle coste libiche e poi li portano in Italia.
Molte sono tedesche, gestite da privati.
Altre fanno base a Malta, ma sono state fondate da americani.
Altre ancora ricevono finanziamenti dalla fondazione Open Society del finanziere George Soros.
Ecco, nome per nome, da chi è composta la flotta che giorno dopo giorno ci consegna centinaia di persone, trasformando l’invasione in realtà.
La nave in questione si chiama Prudence ed è un nuovo acquisto di Msf, una delle Ong più attive nel Mediterraneo.
«La Prudence è una nave commerciale di 75 metri di lunghezza, che può ospitare a bordo 600 persone e altre 400 in caso di estrema necessità», ha spiegato Giorgia Girometti di Msf.
«Con 13 persone dello staff a bordo, tra cui diversi italiani e 17 membri dell’equipaggio, la nave è equipaggiata per fornire primo soccorso ed è dotata di pronto soccorso,
ambulatorio, farmacia e aree per trattare i casi più vulnerabili».
Cominciamo dalle più piccine.
La prima è Jugend Rettet, associazione tedesca che appunto gestisce la nave Juventa.
Sempre tedesca è la Ong che possiede la nave SeaEye. Attiva dal 2015, nel solo 2016 ha portato in salvo (cioè in Italia) 5.568 stranieri.
Il
sito Internet spiega che donando appena 1.000 euro si può finanziarie una intera «giornata di utilizzo della SeaEye al largo della Libia».
Lo scrivono pure: lavorano nei pressi delle coste africane per portare gente qui.
Un’altra organizzazione tedesca, sempre fondata e pagata da privati è Sea-Watch, che nasce esattamente quando il nostro Paese ha deciso di sospendere Mare Nostrum.
Certo, temendo che le nostre navi smettessero di portare immigrati in Italia, questi volonterosi imprenditori tedeschi si sono subito mobilitati e si sono fatti la loro barchetta,
onde essere sicuri che i flussi diretti verso il nostro Paese non cessassero.
Come se non bastasse ecco qui Life Boat, altra Ong attiva nel Mediterraneo centrale e nata in Germania.
E fanno
quattro, tutte tedesche.
Ma vediamo di proseguire, occupandoci delle organizzazioni più grosse.
Tra queste, ovviamente, c’è Medici senza frontiere, che oltre alla nave Prudence armena entrata in attività gestisce, assieme a Sos
George Soros
Méditerranée gestisce la Aquarius. Sapete chi c’è tra i finanziatori di Msf? Facile: la Open Society Foundation di
George Soros.
Un’altra Ong attiva nel salvataggio degli stranieri a bordo di bagnarole è Save the children, grazie alla nave Vos Hestia, che la Ong descrive orgogliosamente:
«Lunga 59 metri, potrà accogliere fino a 300 persone per volta e si avvarrà di due gommoni di salvataggio gestiti da squadre specializzate».
Indovinate chi c’è tra i finanziatori di Save the children… Bravi: la Open Society Foundation di
George Soros.
Diciamo che la circostanza è perlomeno curiosa.
Ora però viene la parte più interessante.
A parte la Ong olandese Boat Refugee Foundation, che gestisce l’attivissima nave Golfo Azzurro,
e la spagnola Proactiva Open Arms, che si appoggia alle Nazioni Unite tramite l’International maritime rescue federation,
c’è un’altra organizzazione su cui vale la pena soffermarsi.
Si tratta del Moas, che gestisce le navi Topaz e Phoenix.
Si tratta di Migrant Offshore Aid Station, una associazione con sede a Malta, fondata da Christopher e Regina Catrambone (lui americano, lei italiana, entrambi imprenditori).
Christopher è stato tra i finanziatori di Hillary Clinton (donazione di 416.000 dollari per la campagna presidenziale).
A sua volta, ha ricevuto 500.000 dollari di donazione da Avaaz.org, cioè una «comunità» fondata dall’organizzazione Moveon.org.
E sapete a chi fa capo quest’ultima? A
George Soros.
Fin qui,tuttavia,è ordinaria amministrazione. Più stimolante è vedere chi siano i personaggi che ruotano attorno al Moas.
Chris Catrambrone, come ricostruito dai ricercatori della fondazione indipendente Gefira,
ha lavorato per il Congresso degli Stati Uniti, dopo di che si è reinventato come investigatore assicurativo,
lavorando in posticini tranquilli come Iraq e Afghanistan.
A 25 anni ha fondato Tangiers Group, gruppo di compagnie specializzato in «assicurazioni, assistenza in situazioni d’emergenza» e «servizi di intelligence».
Tangiers lavora in una cin-quantina di Paesi, zone di guerra comprese.
Deve fruttare bene, perché Catrambone è diventato milionario e ha deciso, nel 2013, di fondare il Moas.
Tra i suoi consulenti c’è un signore piuttosto conosciuto. Si tratta di Robert Young Pelton.
Costui è il proprietario di Dpx, un’azienda che produce coltelli utilizzabili in «zone di conflitto». Coltelli da guerra, per intendersi.
Sul sito della ditta si legge che i coltellacci sono stati testati sul campo in Afghanistan, Somalia, Iraq e Birmania.
Il signor Pelton, in sostanza, fa da consulente per un’organizzazione che si occupa di soccorrere persone in fuga dalle guerre;
poi però produce coltelli che si possono usare nelle guerre suddette.
Di più: Pelton (che lavora anche come giornalista freelance per il sito da lui fondato Migrant Report)
per un certo periodo è stato socio in affari di un altro bel tipetto: Erik Prince.
Cioè il capoccia di
Blackwater, una delle più celebri società di contractors al mondo.
Una compagnia militare privata che ha operato in Iraq per conto degli Stati Uniti. Insomma, il quadro non è che sia proprio incoraggiante.
Tra le Ong che agiscono nelle nostre acque, praticamente tutte straniere, ce ne sono quattro tedesche,
tre in qualche modo supportate da George Soros
e una con sede a Malta attorno a cui ruotano personaggi piuttosto abituati agli scenari di guerra.
Non è che l’impressione sia esattamente quella di aver a che fare con una banda di samaritani.