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sembra che la nazione peggiore sia la Francia
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Debito privato italiano basso: com’è possibile tra redditi al palo e consumismo?​

Il debito privato in Italia risulta tra i più bassi nel mondo ricco e questo sorprende anche molti nostri connazionali, che non si capacitano.
diGiuseppe Timpone

21 ore fa
3 minuti di lettura
Debito privato italiano

Debito privato italiano © Licenza Creative Commons

Buongiorno, ho letto su Facebook una tabella e un suo articolo dove si afferma che in Italia il debito privato sarebbe basso. Ma purtroppo ci sono cose che non mi quadrano. Gli stipendi da lavoro dipendente ritengo che generalmente non consentano di poter risparmiare qualcosa, specie se una persona deve mantenerne altre. Molte volte uno non arriva alla terza settimana e conosco delle persone che dovevano chiedere dei soldi regolarmente ai familiari. In Italia, poi, dove c’è un consumismo che basta vedere quante auto ci sono in giro o gli alberghi pieni, francamente mi pare difficile riuscire a risparmiare qualcosa. Sono anni che non riesco a trovare soluzione a questo interrogativo e spero di avere qualche risposta.



Caro lettore,

la sua email credo che raccolga il pensiero di milioni di nostri connazionali.


Siamo così tanto abituati a sentire che siamo una nazione indebitata, da rimanere quasi sconcertati nell’apprendere che nel complesso – sommando debito pubblico a debito privato – risultiamo tra le più virtuose.
- Solo la Germania riesce a fare meglio, chissà ancora per quanto tempo. Ha un debito pubblico sotto il 65% del Pil e uno privato (famiglie e imprese non finanziarie) al 142%; totale=207%.
- L’Italia ha il primo al 135% e il secondo esattamente al 100%; totale=235%.
-Molto peggio la Francia: quasi al 115% e al 205% rispettivamente; totale=325%.
- E l’austera Olanda ha sì un debito pubblico a meno del 44%, ma quello privato sale al 194%; totale=150%.

Se ci pensa, questi dati confermano la vulgata comune in base alla quale se lo stato riuscisse a gestire i soldi di noi contribuenti come facciamo con i bilanci familiari, saremmo a cavallo.


Il debito privato relativamente basso non deve sorprenderci per svariate ragioni. Checché se ne dica, siamo tra i popoli più ricchi al mondo. La nostra ricchezza netta supera le 8 volte il reddito disponibile contro una media europea di 7,5. Siamo un popolo di proprietari di case per oltre l’80% dei casi, mentre in Germania appena la metà delle famiglie possiede l’abitazione in cui vive.

Siamo stati un popolo di grandi risparmiatori. Parliamo al passato, perché oggi non è più così come perfettamente evidenzia anche Lei nell’email. Gli stipendi sono bassi e non consentono a molti di mettere qualcosa da parte. E il richiamo al consumismo, per quanto debba considerarsi un fenomeno globale e non semplicemente nostrano, ci sta tutto. Le nuove generazioni lamentano giustamente di avere stipendi bassi, ma appena possono li consumano spesso per intero senza guardare granché al domani. Possono confidare su una solidità delle famiglie di provenienza che non avevano quelli che oggi chiamiamo “boomer”, non senza incomprensibile disprezzo.

Come combacia questo dato con il basso debito privato? In buona parte la risposta c’è già negli stipendi bassi da Lei citati. Chi ha una busta paga irrisoria, non può neanche permettersi di andare a chiedere un prestito alla banca. Verrebbe rimbalzato fuori come i clienti indesiderati dai saloon nei film western.


Lo stesso vale per le imprese. Hanno in media dimensioni troppo piccole non solo per chiedere un prestito alla banca, ma anche per immaginare di investire e diventare più grandi. Il nanismo industriale italiano è concausa forte della bassa crescita economica. Investiamo poco e siamo meno produttivi, per cui i lavoratori si devono accontentare di paghe più leggere rispetto ai colleghi stranieri.

I dati delle stesse banche italiane ci dicono che ormai esse prestano meno dell’80% del denaro raccolto tra i clienti attraverso depositi e obbligazioni. Fino al 2019 il rapporto era superiore al 100% e fino a una quindicina di anni fa superava ampiamente il 120%. Questo conferma che, in molti casi, abbiamo un basso debito privato per il semplice fatto che diventa difficile contrarlo. Non solo virtù, insomma.

E il debito privato in qualche caso è più basso che altrove anche “grazie” all’alto debito pubblico. Lo stato ha speso per decenni troppo per sussidiare famiglie e imprese. Il risultato è che molti hanno avuto un impiego pubblico e sono andati in pensione anche a 50 anni, se non prima, magari svolgendo un lavoretto di nascosto. Una ricchezza che è andata tutta a beneficio delle famiglie, le quali hanno potuto comprare casa e lasciare patrimoni alle successive generazioni. Ciò ha minimizzato fino ad oggi il ricorso al credito.

Certo, se la tendenza fosse questa anche nei prossimi anni, arriveremmo al punto che prima o poi il debito privato inizierebbe a salire anche in Italia. Alti consumi e bassi stipendi non ci portano lontano. Però, non dimenticate che i sopra menzionati boomer trasferiranno nell’arco dei prossimi 10-20 anni la più grande ricchezza di sempre a figli e nipoti. E questo limiterebbe ancora una volta l’accensione dei prestiti. Il rischio sarebbe, semmai, di consumare i patrimoni faticosamente accumulati in passato, anziché metterli a frutto e approfittarne per migliorare strutturalmente le proprie condizioni di vita.

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