Vaccino Covid

BUFFONATE NO VAX ... tutta colpa del vaccino


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Autismo non esisteva?

Non esiste una data precisa per l'origine dell'autismo, poiché è una condizione neurosviluppale che probabilmente esiste da sempre nella storia umana, anche se non sempre è stata riconosciuta o definita come tale. Il termine "autismo" è stato introdotto nel 1911 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, ma si riferiva a un sintomo della schizofrenia, non alla condizione che oggi conosciamo. La moderna concezione dell'autismo è emersa negli anni '40, con i lavori di Leo Kanner (1943) e Hans Asperger (1944), che descrissero casi di bambini con caratteristiche simili a quelle oggi associate al disturbo dello spettro autistico (ASD).

Tuttavia, evidenze storiche e antropologiche suggeriscono che tratti autistici fossero presenti in individui anche in epoche antiche, anche se interpretati diversamente (ad esempio, come eccentricità, genialità o isolamento sociale). La diagnosi formale e la comprensione scientifica dell'autismo si sono sviluppate solo nel XX secolo, con criteri diagnostici più chiari a partire dagli anni '80, grazie al DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).

In sintesi, l'autismo come condizione esiste probabilmente da sempre, ma la sua identificazione e definizione clinica risalgono al XX secolo, con progressi significativi negli ultimi 80 anni.
 
E la celiachia?

La celiachia, come l’autismo, è una condizione che probabilmente esiste da quando gli esseri umani hanno iniziato a consumare cereali contenenti glutine, circa 10.000 anni fa, con l’avvento dell’agricoltura nel Neolitico. Tuttavia, non è stata riconosciuta come malattia distinta fino a tempi relativamente recenti.

La prima descrizione clinica della celiachia risale al I-II secolo d.C., quando il medico greco Areteo di Cappadocia descrisse una condizione chiamata "koiliakos" (dal greco "koilia", intestino), caratterizzata da diarrea cronica e malassorbimento in alcuni pazienti. Tuttavia, la connessione con il glutine non era ancora compresa.

La celiachia, come la intendiamo oggi, è stata identificata formalmente nel XIX secolo. Nel 1888, il pediatra britannico Samuel Gee pubblicò una descrizione dettagliata della malattia, osservando sintomi come diarrea, debolezza e ritardo nella crescita nei bambini, e suggerì che la dieta potesse giocare un ruolo. La svolta decisiva arrivò durante la Seconda Guerra Mondiale, negli anni '40, quando il medico olandese Willem-Karel Dicke notò che i sintomi dei bambini celiaci miglioravano durante la scarsità di grano (e quindi di glutine) nei Paesi Bassi, e peggioravano quando il pane tornava disponibile. Dicke collegò esplicitamente la celiachia al consumo di glutine, ponendo le basi per la diagnosi moderna e la terapia dietetica senza glutine.

In sintesi, la celiachia esiste probabilmente da millenni, ma è stata riconosciuta e compresa come malattia legata al glutine solo a partire dalla metà del XX secolo.
 
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"numeri tarocchi dell'istat" ... 😍😍😍😍😍

chi ha fatto questa affermazione : Malattie o disturbi e loro tassi di incremento:ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività)+819





ChatGPT ha detto:​


Ragionato per 6 secondi
L’affermazione “Malattie o disturbi e loro tassi di incremento: ◾️ ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività) +819%” è stata pubblicata dall’utente “Anna” su X (ex‑Twitter), come parte di un post che elenca vari disturbi e i loro tassi di crescita ipsico.it+5x.com+5x.com+5.
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Ultima modifica:
Ti voglio tanto bene ....😍😍😍😍
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L’affermazione “ADHD +819 %” non proviene da un report scientifico ufficiale o da un’agenzia sanitaria autorevole, ma piuttosto da fonti online non verificate, probabilmente di natura virale o sensazionalistica:


  • È comparsa in post su Instagram e Facebook (es. da “holisticdrbright”), associata a elenchi con percentuali altissime (Autismo +2 094 %, sindrome da fatica cronica +11 027 %, ecc.) instagram.com.
  • In un gruppo Facebook si commentava che quel +819 % “non è l’aumento del disturbo, ma l’aumento della diagnosi appropriata” .

✔️ In sintesi: la percentuale del +819 % NON proviene da una fonte ufficiale o da studi pubblicati in una rivista scientifica. È un dato virale, di origine incerta, basato su contenuti sui social media senza verifica.




Cosa dicono invece i dati attendibili?​


  • Secondo studi pubblicati e fonti come il CDC, la prevalenza di diagnosi di ADHD nei bambini USA è passata dal 6,1 % nel 1997 al 10,2 % nel 2016, un incremento del ~67 % abcnews.go.com+1self.com+1.
  • Anche altri report (es. Regno Unito, Finlandia) mostrano aumenti, ma non nell’ordine delle centinaia di percentuale .
  • Una revisione globale di studi recenti (post-Covid) ha concluso che la prevalenza reale di ADHD è rimasta stabile, mentre sono aumentate notifiche, diagnosi e richiesta di farmaci, specialmente per miglior riconoscimento e riduzione dello stigma ft.com+1pmc.ncbi.nlm.nih.gov+1.
 
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l'ex direttore del CDC Robert redfield ha ammesso che i vaccini contro il covid possono causare risposta proinfiammatoria molto forte e che gli effetti collaterali sono stati deliberatamente sottosimati . è vera tale affermazione

ChatGPT ha detto:​

Non, certe affermazione non corrisponde a quanto dichiarato da Robert Redfield.

cosa ha effettivamente detto Redfield?​

  1. Effetti a lungo termine da approfondire – In un’intervista con Politico del 19 febbraio 2025, Redfield ha raccontato:

    “I have a number of patients that have very serious long‑term consequences from the mRNA vaccines. Let’s get that systematically reviewed by the experts.” YouTube+3GovInfo+3c-span.org+3BUCK+6Politico+6Catholic Review+6
    Qui Redfield chiede di studiare sistematicamente alcuni casi di conseguenze a lungo termine legate ai vaccini mRNA, ma non afferma che questo sia normale o ampiamente sottovalutato.
  2. Critiche alle @vaccine mandates – In una intervista a giugno 2024, ha definito le vaccinazioni obbligatorie “terribile decisione” soprattutto per popolazioni sane, sottolineando che i vaccini proteggevano bene gli anziani ma non impedivano la trasmissione né garantivano lunga durata d’immunità (circa 6 mesi) The Australian. Nessuna menzione però di “forte risposta proinfiammatoria” o dichiarazioni su un sottostima intenzionale degli effetti avversi.
  3. Nessuna ammissione su “risposta proinfiammatoria molto forte” – Non risulta alcuna citazione o intervista in cui Redfield affermi che i vaccini COVID provochino sistematicamente “risposte proinfiammatorie molto forti” né che gli effetti secondari siano stati intenzionalmente minimizzati dalle autorità sanitarie.

✅ Che cosa è vero​

  • Redfield ha:
    • Chiesto ulteriori ricerche sui casi individuali con effetti a lungo termine .
    • Criticato l’obbligo vaccinale per persone giovani o sane, suggerendo un uso più mirato dei vaccini .

❌ Cosa è falso o fuorviante​

  • Non ha affermato che i vaccini causino regolarmente forti reazioni infiammatorie.
  • Non ha dichiarato che ci sia stata una copertura deliberata o sistematica degli effetti avversi.

🧭 Conclusione​

La notizia che Redfield avrebbe ammesso una forte risposta proinfiammatoria e una copertura ad arte delle controindicazioni non è vera. Quelle citate sono distorsioni o esagerazioni di alcune sue critiche o commenti, ma non rappresentano dichiarazioni avvalorabili con prove.

Se vuoi, posso cercare fonti originali o approfondimenti su specifiche interviste o documenti. Fammi sapere!


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Fonti

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