Catullo ha scritto:
Singolare poi che il feeling tra Chiesa e partiti avvenga proprio con quelli schieramenti politici che hanno fatto del menefreghismo sociale il proprio cavallo di battaglia ma che mandano alle parrocchie opuscoletti per sponsorizzare i propri interventi a favore dei privilegi della Chiesa.
Opuscoletti che qualche parroco illuminato(ma quanti?) ha prontamente respinto, sdegnato, al mittente.
A tal proposito mi permetto di postare questo articolo:
Politica e parrocchia: e ti rispedisco indietro l’opuscolo
di Stefano Caredda/ 08/03/2006
Forza Italia invia ai 25mila parroci italiani le prove della sua azione di governo “alla luce della dottrina sociale della Chiesa”. S’alzano le polemiche, qualcuno si secca e risponde cantandone quattro. Fuochi d'artificio all'orizzonte.
Non c’entra il papa, stavolta, e neppure c’entrano le udienze che ritiene di dover concedere a parlamentari ed europarlamentari, beninteso “legittimamente” (avverbio made in Romano Prodi, destinatari i suoi anticlericali compagni di coalizione… lotta intestina questa che è solo agli inizi). Non c’entra il papa, dunque, o meglio c’entra, ma solo perché qualcuno ha deciso di farcelo entrare. Qualcuno che quando parla ai telegiornali lo fa sempre dal suo studio, col tono soave di chi comunica verità, con alle spalle, immancabile, proprio il ritratto del pontefice. Per fortuna non un “sei per tre”, ma un istituzionale quadro con tanto di preziosa cornice. E per le gigantografie, forse, c’è tempo: prima ci vuole il miracolo più grande, vincere le elezioni.
I FRUTTI DELL'ALBERO: DI TUTTO DI PIU' - Il personaggio in questione, qualcuno lo avrà intuito, è il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, che con i parlamentari Fabio Garagnani e Antonio Palmieri ha pensato bene di rendere edotti tutti i ministri di Dio che il governo ha lavorato tanto, ma proprio tanto, e che lo ha fatto “alla luce della dottrina sociale della Chiesa”. Atmosfere da paradiso terrestre, da giardino dell’Eden, fin dal titolo scelto, “I frutti e l’albero”: dieci pagine e nessun tentatore, dieci pagine e un solo grande realizzatore: il governo.
Dall'abolizione dell'Ici al boicottaggio del referendum sulla fecondazione assistita, la pubblicazione evidenzia (tenta di evidenziare) quanto sia stata alta in questi cinque anni di governo la considerazione per i temi tanto cari a papa Ratzinger: il primato della persona innanzitutto, e poi l'attenzione verso le aggregazioni sociali, la famiglia, la sussidiarietà, la pace, i più deboli e i poveri. “Nel corso della legislatura appena terminata si sono ispirati direttamente a questi principi numerose leggi e provvedimenti del governo”, scrive Bondi che non si accontenta di elencare (come fa il presidente del Consiglio appena si trova di fronte una telecamera) ma sale anche in cattedra: “Come lei sa - scrive facendo uso di una sana captatio benevolentiae – “fu Paolo VI a definire la politica come il massimo esercizio di carità. Noi abbiamo cercato di fare nostra questa verità, rendendola una risorsa concreta per l'intera popolazione, come vuole la dottrina sociale della Chiesa. È questo il nostro modo di impegnarci per testimoniare la nostra fede”. Amen.
La lista delle cose buone e giuste continua con il tentativo di inserire il riferimento alle radici cristiane dell'Europa nella costituzione UE, e poi ancora con la pari dignità per l'ora di religione, la difesa dell'identità cristiana nella scuola, la legge per gli oratori e quella per gli insegnanti di religione, la riforma del fisco con “meno tasse e maggiori deduzioni per i familiari a carico”, la legge Biagi sul lavoro, il bonus bebè, i fondi degli asili nido, i mutui per le giovani coppie, la bocciatura della proposta di legge sul divorzio veloce. Basta così? Ma nemmeno per sogno. C’è la riforma delle pensioni, il riconoscimento del ruolo delle scuole paritarie, la regolarizzazione dei lavoratori immigrati, la lotta contro la pedofilia e la porno tax, la legge sull'affido condiviso, le tutele per i lavoratori a termine, la defiscalizzazione delle donazioni alle onlus, il 5 per mille per il terzo settore, la promozione del servizio civile.
Chiusura col botto sul referendum riguardante la legge 40/2004: “La quasi totalità degli esponenti di Forza Italia ha preso posizione a favore del mantenimento della legge attraverso la scelta del non voto, e anche il presidente Berlusconi non è andato a votare”. Dichiarazioni sulle quali – almeno su queste – occorre fare la tara e ricordare che in tempo di referendum con una nota ufficiale l’atteggiamento del partito del presidente del Consiglio fu così illustrato: “Coerentemente con la posizione tenuta nel corso dei lavori parlamentari per l'approvazione della legge, Forza Italia non dà indicazioni di voto ufficiali ma si affida alla libertà di ciascuno”.
DON ALDO ANTONELLI - Insomma, il libretto è arrivato sul tavolo dei parroci d’Italia. Qualcuno lo ha letto attentamente, qualcuno lo ha distrattamente messo da parte, qualcuno neppure se ne è accorto. Qualcuno lo ha gettato nel cestino, qualcuno l’ha lasciato sul tavolo, e qualcuno l’ha rispedito al mittente, spiegandone il motivo. Lo ha fatto don Aldo Antonelli, parroco di un piccolo comune della Marsica, vicino Avezzano (L’Aquila), accompagnandolo con una lettera resa nota nei giorni dall’agenzia Misna.
“Sono abituato a dare alle parole il loro peso per cui per chiamarla “onorevole” dovrei coartare la mia coscienza” scrive il parroco a Sandro Bondi, neppure nominato. “Si tenga pure, signor B., la sua presunzione di coerenza con la dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo una nostra dignità, noi sacerdoti, e non siamo usi a svendere per un piatto di fagioli il nostro patrimonio religioso, culturale, sociale ed umanistico…”.
DON SIMONE DI VITO - Non si tira indietro neppure don Simone di Vito, parroco di S. Albina V.M. a Scauri (LT), che restituisce tutto al mittente scrivendo:
“Sono indignato: non riesco proprio a sopportare che Lei (Bondi, ndr) usi "la Dottrina sociale della Chiesa" e il papa pur di far apprezzare in positivo i cinque anni del governo Berlusconi! Ci vuole proprio una bella faccia "tosta" a non tener conto dell’intelligenza critica del clero italiano. (…) Mi ritengo offeso nella capacità di discernere positivo e negativo di un Governo. (…) Le consiglio con cortesia – continua il sacerdote - di verificare, non con spirito di parte, i "frutti" che ha dato "l’albero" in merito alla politica sociale, alle problematiche relative agli immigrati, al problema del lavoro, della giustizia, delle politiche giovanili, della solidarietà…” e “mi vedo costretto in coscienza a non darle ascolto e a rinviarLe il plico”. La chiusura è gelida: “Buon lavoro, alla ricerca di altre strade per trovare consenso per scelte opinabili e discutibili, senza tirare in ballo i valori eterni del Vangelo, lasciando al discernimento di chi, con intelligenza critica, sa leggere, scrutare e valutare sia l’albero che i frutti dello stesso, che sono, non solo davanti agli occhi di tutti, ma, soprattutto, sulla pelle dei più!".
CAFFARRA: IN CHIESA NIENTE POLITICA - Tempi duri, comunque, quelli della campagna elettorale. E allora, in tema di chiesa e stato, di elezioni e di parrocchie, uno sguardo alle parole pronunciate dall’arcivescovo di Bologna, il futuro cardinale Carlo Caffarra e riportate dal quotidiano “Avvenire”: "Dobbiamo rimanere completamente fuori dal dibattito e dall'impegno politico pre-elettorale, rimanendo assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico" (…) "E' proibito dare in uso locali di proprietà della parrocchia a rappresentanti di qualsiasi partito o raggruppamento politico, anche per incontri/dibattiti in cui siano parimenti rappresentate tutte le parti politiche. Così come è proibito dare in uso locali di proprietà della parrocchia a persone aventi incarichi istituzionali, ma che ne facessero richiesta per sostenere la campagna elettorale di una precisa parte politica". (…) "Dobbiamo vigilare affinché all'interno dei locali annessi alle parrocchie non si facciano volantinaggio, affissione di manifesti o comunque altre forme di propaganda elettorale, né si utilizzino a questo scopo i bollettini parrocchiali". (…) "Ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente deve discernere quali beni umani fondamentali sono in questione, e giudicare quale parte politica dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione. L'aiuto che noi sacerdoti dobbiamo dare consiste nell'illuminare il fedele perché individui quei beni umani fondamentali che oggi meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi". (…) "Il sacerdote deve astenersi completamente dall'indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei beni umani in questione. Questa indicazione sarebbe in realtà un'indicazione per chi votare".
Fosse stata questa la posizione ufficiale in occasione del referendum......
Comunque c'è una Chiesa che mi piace......