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VENEZUELA
Julian Assange lancia un consiglio a Maduro: adotta la Costituzione dell’Arabia Saudita così che sarai gradito agli USA
Da RedazioneAgo 02, 201713 Commenti
Proteste violente in Venezuela
Julian Assange, il fondatore di Wiki Leaks, ha proposto al discusso Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, di prendere esempio dall’Arabia Saudita, uno dei più importanti alleati degli USA sulla scena internazionale.
Assange ha commentto in maniera ironica l’attuale situazione esistente in Venezuela ed i pesanti tentativi di interferenza manifestati dagli Stati Uniti nelle questioni interne del paese sudamericano.
“Non capisco perchè il presidente del Venezuela, Maduro, non si sia ancora affrettato ad adottare per il suo paese il modello di Costituzione dell’Arabia Saudita, in modo che il governo degli USA possa compiacersi con lui”, ha segnalato Assange in allusione alle leggi draconiane vigenti nel paese arabo messe in questione da numerosi difensori sui dirittti umani.
Certamente Nicolas Maduro non è un personaggio gradevole ed ha le sue grosse responsabilità per la disastrosa situazione economica in cui si trova il Venezuela in questo periodo. Tuttavia il fatto che il Governo di Caracas abbia ricevuto un prestito per 5 miliardi di dollari dalla Cina (attraverso la China Development Bank), in compenso di contratti per forniture petrolifere a Pechino, oltre a importanti rapporti di collaborazione tenuti con il gigante asiatico, relegando in secondo piano la tradizionale dipendenza dall’ingombrante vicino del Nord America, ha spinto Washington ad accelerare le sue operazioni di sobillazione nel paese sudamericano per forzare una insurrezione diretta a rovesciare il Governo di Caracas. Gli USA vogliono riprendere il controllo del paese e delle sue importanti risorse petrolifere e minerarie, visto che in Venezuela sono presenti enormi giacimenti di greggio ancora non sfruttati che sono considerati fra le più importanti riserve esistenti nel mondo.
La tecnica degli USA è quella ben nota e collaudata, adottata per le “rivoluzioni colorate” dall’Ucraina, alla Libia, alla Siria, e prevede l’intervento di squadracce di agitatori, infiltrate ed addestrate da agenti della CIA, per colpire le forze di polizia, i sostenitori del Governo, per seminare caos, distruzione, attentati incendiari contro sedi istituzionali e panico nella popolazione. Il tutto deve avvenire con la complicità del sistema mediatico che mette in risalto la brutalità della polizia, la repressione delle manifestazioni, omettendo di descrivere i crimini degli agitatori prezzolati che in Venezuela, oltre ad uccidere poliziotti e membri della Guardia Nacional, hanno bruciato vivi alcuni manifestanti progovernativi.
Manifestanti “pacifici” in Venezuela
Il Presidente Trump ha emanato sanzioni contro gli esponenti del Governo ed ha accusato di truffa e instaurazione della dittatura il referendum collocato da Maduro per la nuova costituente, nonostante che a questo abbiano partecipato il 41,53% della popolazione. Ulteriori sanzioni varate contro il Venezuela rischiano di aggravare la situazione sociale del paese e causare altre sofferenze alla popolazione che si trova già in forte difficoltà per la mancancanza di generi di prima necessità, medicianali ed alimenti basici e per l’altissimo tasso di inflazione.
Dalla Colombia, paese quinta colonna del dominio USA in quello che viene considerato da Washington il “cortile di casa”, partono squdre di mercenari e paramilitari con il compito di seminare caos e violenza nel paese, mescolati a delinquenti comuni che approfittano della situazione per rapinare e saccheggiare le poche imprese ancora rimaste nel paese. Il piano delle operazioni USA in Venezuela sembra certo che sia diretto dal Comando Sud ubicato in Florida che ha denominato il piano “Venezuela Freedom 2” e prevede l’utilizzo dell’opposizione di destra nel paese (in particolare il Partito “Primero Justicia) composta da elementi per lo più screditati e direttamente agli ordini di Washington. Vedi: “El plan de EEUU para intervenir en Venezuela”
Esistono numerose prove di questo piano che, come sempre, viene diretto dalla CIA e dal Pentagono al fine di ottenere il rovesciamento del Governo ed il ritorno del paese latino sotto l’orbita di influenza e di dominio neocoloniale degli Stati Uniti.
Non sarà però un compito facile perchè una buona parte della popolazione, nonostante le difficoltà contingenti, ha maturato una forte coscenza nazionale ed ha compreso l’inganno e quale sia la vera regia delle operazioni di destabilizzazione del paese. Le misure prese dagli USA rischiano di creare l’effetto opposto di risuscitare il nazionalismo e la difesa della sovranità nel paese, quella che il vecchio presidente Ugo Chavez, nonostante tutte le sue contraddizioni, era riuscito ad ottenere affrancando il Venezuela dalla dipendenza dagli USA.
Una sfida che avrà comunque un costo di sangue e di miseria che il popolo venezuelano, dopo tutti i sacrifici già sofferti, certamente non merita.
Luciano Lago
Julian Assange lancia un consiglio a Maduro: adotta la Costituzione dell’Arabia Saudita così che sarai gradito agli USA
Da RedazioneAgo 02, 201713 Commenti
Proteste violente in Venezuela
Julian Assange, il fondatore di Wiki Leaks, ha proposto al discusso Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, di prendere esempio dall’Arabia Saudita, uno dei più importanti alleati degli USA sulla scena internazionale.
Assange ha commentto in maniera ironica l’attuale situazione esistente in Venezuela ed i pesanti tentativi di interferenza manifestati dagli Stati Uniti nelle questioni interne del paese sudamericano.
“Non capisco perchè il presidente del Venezuela, Maduro, non si sia ancora affrettato ad adottare per il suo paese il modello di Costituzione dell’Arabia Saudita, in modo che il governo degli USA possa compiacersi con lui”, ha segnalato Assange in allusione alle leggi draconiane vigenti nel paese arabo messe in questione da numerosi difensori sui dirittti umani.
Certamente Nicolas Maduro non è un personaggio gradevole ed ha le sue grosse responsabilità per la disastrosa situazione economica in cui si trova il Venezuela in questo periodo. Tuttavia il fatto che il Governo di Caracas abbia ricevuto un prestito per 5 miliardi di dollari dalla Cina (attraverso la China Development Bank), in compenso di contratti per forniture petrolifere a Pechino, oltre a importanti rapporti di collaborazione tenuti con il gigante asiatico, relegando in secondo piano la tradizionale dipendenza dall’ingombrante vicino del Nord America, ha spinto Washington ad accelerare le sue operazioni di sobillazione nel paese sudamericano per forzare una insurrezione diretta a rovesciare il Governo di Caracas. Gli USA vogliono riprendere il controllo del paese e delle sue importanti risorse petrolifere e minerarie, visto che in Venezuela sono presenti enormi giacimenti di greggio ancora non sfruttati che sono considerati fra le più importanti riserve esistenti nel mondo.
La tecnica degli USA è quella ben nota e collaudata, adottata per le “rivoluzioni colorate” dall’Ucraina, alla Libia, alla Siria, e prevede l’intervento di squadracce di agitatori, infiltrate ed addestrate da agenti della CIA, per colpire le forze di polizia, i sostenitori del Governo, per seminare caos, distruzione, attentati incendiari contro sedi istituzionali e panico nella popolazione. Il tutto deve avvenire con la complicità del sistema mediatico che mette in risalto la brutalità della polizia, la repressione delle manifestazioni, omettendo di descrivere i crimini degli agitatori prezzolati che in Venezuela, oltre ad uccidere poliziotti e membri della Guardia Nacional, hanno bruciato vivi alcuni manifestanti progovernativi.
Manifestanti “pacifici” in Venezuela
Il Presidente Trump ha emanato sanzioni contro gli esponenti del Governo ed ha accusato di truffa e instaurazione della dittatura il referendum collocato da Maduro per la nuova costituente, nonostante che a questo abbiano partecipato il 41,53% della popolazione. Ulteriori sanzioni varate contro il Venezuela rischiano di aggravare la situazione sociale del paese e causare altre sofferenze alla popolazione che si trova già in forte difficoltà per la mancancanza di generi di prima necessità, medicianali ed alimenti basici e per l’altissimo tasso di inflazione.
Dalla Colombia, paese quinta colonna del dominio USA in quello che viene considerato da Washington il “cortile di casa”, partono squdre di mercenari e paramilitari con il compito di seminare caos e violenza nel paese, mescolati a delinquenti comuni che approfittano della situazione per rapinare e saccheggiare le poche imprese ancora rimaste nel paese. Il piano delle operazioni USA in Venezuela sembra certo che sia diretto dal Comando Sud ubicato in Florida che ha denominato il piano “Venezuela Freedom 2” e prevede l’utilizzo dell’opposizione di destra nel paese (in particolare il Partito “Primero Justicia) composta da elementi per lo più screditati e direttamente agli ordini di Washington. Vedi: “El plan de EEUU para intervenir en Venezuela”
Esistono numerose prove di questo piano che, come sempre, viene diretto dalla CIA e dal Pentagono al fine di ottenere il rovesciamento del Governo ed il ritorno del paese latino sotto l’orbita di influenza e di dominio neocoloniale degli Stati Uniti.
Non sarà però un compito facile perchè una buona parte della popolazione, nonostante le difficoltà contingenti, ha maturato una forte coscenza nazionale ed ha compreso l’inganno e quale sia la vera regia delle operazioni di destabilizzazione del paese. Le misure prese dagli USA rischiano di creare l’effetto opposto di risuscitare il nazionalismo e la difesa della sovranità nel paese, quella che il vecchio presidente Ugo Chavez, nonostante tutte le sue contraddizioni, era riuscito ad ottenere affrancando il Venezuela dalla dipendenza dagli USA.
Una sfida che avrà comunque un costo di sangue e di miseria che il popolo venezuelano, dopo tutti i sacrifici già sofferti, certamente non merita.
Luciano Lago