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CDP IN TELECOM PER FRENARE L’OFFENSIVA DI BOLLORE’ SU MEDIASET: LA SOLUZIONE ANALIZZATA NEI PIANI ALTI DEL GOVERNO – IL BRETONE NON PUO’ CONTROLLARE SIA LE TELECOMUNICAZIONI SIA LE TV – IN TAL MODO SI BLOCCHEREBBE LA CESSIONE DELLA SOCIETA’ GUIDATA DA CATTANEO AI FRANCESI DI ORANGE

cassa depositi in telecom per frenare l’offensiva di bollore’ su mediaset - mossa del governo
Chi comanda in Telecom controlla il traffico di dati e comunicazioni in Italia, compresi quelli più sensibili. Le contromisure tuttavia sembrano inefficaci. Qualcuno nel governo ricorda che l' Italia andò incontro a una procedura d' infrazione europea e fu costretta a stabilire un limite di cinque Mux (Multiplexer, centri di trasmissione) per ogni operatore: 5 alla Rai, 5 a Mediaset e 5 a Telecom. Con l' aggregazione Telecom-Mediaset un singolo operatore avrebbe 10 Mux da solo, quindi il governo potrebbe intervenire invocando il superamento del limite europeo.
 
CDP IN TELECOM PER FRENARE L’OFFENSIVA DI BOLLORE’ SU MEDIASET: LA SOLUZIONE ANALIZZATA NEI PIANI ALTI DEL GOVERNO – IL BRETONE NON PUO’ CONTROLLARE SIA LE TELECOMUNICAZIONI SIA LE TV – IN TAL MODO SI BLOCCHEREBBE LA CESSIONE DELLA SOCIETA’ GUIDATA DA CATTANEO AI FRANCESI DI ORANGE

cassa depositi in telecom per frenare l’offensiva di bollore’ su mediaset - mossa del governo
non è su Mediaset che in queste ore si sta concentrando l' attenzione del governo, bensì su Telecom, la casamatta di Bolloré. Da ambienti finanziari vicini all' industriale bretone trapela infatti la notizia di un' accelerazione nei piani per la vendita di Telecom,


Cassa Depositi e Prestiti. Che potrebbe entrare nel capitale di Telecom per pareggiare la quota di Vivendi, con un costo stimato in 2,5 miliardi di euro.

nel governo spiegano che la mossa su Telecom sarebbe un colpo studiato solo per costringere i francesi a trattare, per discutere ad armi pari con Bolloré, senza subire passivamente la sua furia. Inserendo nel negoziato la prossima partita, quella ancora più strategica, di Generali, per difendere il leone di Trieste dalle mire di Axa. E per sedersi al tavolo con Bolloré è necessario mettere una pistola sul tavolo, minacciandolo di bloccare la vendita a Orange.
 
Mediaset, Vivendi cerca ancora l’intesa


Secondo round in Consob sul caso Mediaset, questa volta a Roma. In udienza c’era il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, che - uscendo - ha ribadito come l’ingresso nel capitale del Biscione sia funzionale a raggiungere un accordo. «Lo ho sempre detto - ha sottolineato l’ambasciatore di Bolloré - e ancora voglio raggiungerlo: adesso che siamo i secondi azionisti ci sono molte più ragioni per cui un accordo dovremmo trovarlo». De Puyfontaine ha aggiunto di voler «rimanere positivo sulla possibilità di costruire un gruppo di media paneuropeo», cosa che «sarebbe una grande notizia per ogni italiano e per ogni francese».

Con i suoi modi, sempre comunque garbati, de Puyfontaine ha anche ringraziato la Consob per aver dato la possibilità di fare chiarezza sul comportamento tenuto nella vicenda dalla media company transalpina. «Le azioni messe in campo da Vivendi sono sempre state ispirate alla massima trasparenza e attuate nel pieno rispetto della normativa».

Il numero 1 operativo della media company transalpina ha assicurato la disponibilità «alla piena collaborazione e a fornire tutti i chiarimenti in uno spirito di massima trasparenza». Nessuna risposta, invece, sulla possibilità di un’Opa su Mediaset. «Giovedì - si è limitato a dire - abbiamo comunicato la quota: non ho commenti da fare su questo argomento». Vivendi è già salito, col 29,94%, a un passo dalla soglia del 30% che, se superata con ulteriori acquisti, farebbe scattare l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica totalitaria.

Il giorno prima la Consob, nella sede milanese, aveva ascoltato il cfo di Mediaset, Marco Giordani, che ha parlato anche per conto della Fininvest, riepilogando le tappe della vicenda che ha visto prima alleati e poi “nemici” i francesi di Vivendi.
Dopo almeno un paio di mesi di trattative l’8 aprile scorso Vivendi e Mediaset avevano infatti firmato un contratto che prevedeva il passaggio della pay-tv Premium sotto le insegne francesi, nel quadro di un’alleanza dal respiro internazionale tra i due gruppi che sarebbe stata sancita da uno scambio reciproco del 3,5%, con l’innesto nei rispettivi board di un rappresentante dell’altra società.
A fine luglio però Mediaset era costretta a rendere pubblica (per la normativa vigente) una lettera recapitata da Parigi dove si proponeva una soluzione alternativa al contratto firmato che per il Biscione era invece valido e vincolante. In particolare si proponeva l’ingresso di Vivendi in Mediaset tramite un’obbligazione convertibile a step successivi fino a raggiungere una quota del 15%, con conseguente diluizione di Fininvest sotto il 30%, mentre su Premium ci sarebbe stata, una sorta di condominio con i francesi al 20%.
Dalla parte del ricevente la proposta era suonata come un segnale d’allarme, suscitando il sospetto che le vere mire fossero rivolte a Mediaset e che invece il negoziato su Premium fosse stato solo un cavallo di Troia. Fatto sta che da lì è partito un contenzioso, tuttora irrisolto, con annessa richiesta danni per una cifra nell’ordine di 1,5 miliardi.
Fininvest e Mediaset hanno poi accusato i francesi di aver fatto calare ad arte le quotazioni con la “disdetta” al contratto sulla pay-tv per creare le condizioni favorevoli alla scalata. E alla Consob, che già stata monitorando la situazione, si è appellata, con un esposto, anche la holding della famiglia Berlusconi.
Mediaset, Vivendi cerca ancora l’intesa

Su Le Figaro questa settimana è apparsa una ricostruzione della vicenda che aggiunge altri dettagli. In particolare, sostiene il quotidiano transalpino, Vincent Bolloré - presidente e azionista di riferimento di Vivendi, di cui è in sostanza il dominus - avrebbe deciso l’attacco dopo la richiesta Mediaset di sequestro giudiziario del 3,5% di Vivendi che era il corrispettivo concordato nel contratto di aprile. A fine novembre, dunque, Bolloré avrebbe incaricato Bnp-Paribas di rilevare il primo 3% e quindi Natixis, anch’essa francese, per rastrellare quello che mancava a raggiungere il 20%, operazione completata nel giro di pochi giorni. Prima dell’annuncio, Tarak Ben Ammar - secondo il quotidiano - avrebbe “avvisato” la famiglia Berlusconi, ma PierSilvio, che gestisce Mediaset, aveva pensato a un bluff. I fatti, finora, gli hanno dato torto.

A rastrellamento finito, le quotazioni di Mediaset in Borsa si sono calmate intorno ai 4 euro (+0,25% ieri a 4,01 euro). Le scommesse speculative si sono spostate invece su Telecom, salita del 4,45% a 0,8575 euro, ipotizzando che possa prima o poi essere coinvolta nella partita. In particolare, il quotidiano «La Stampa», citando fonti ministeriali, ha lanciato l’ipotesi che Cdp possa intervenire nel capitale di Telecom per fare da contrappeso ai francesi.

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Mediaset, Vivendi cerca ancora l’intesa


Con i suoi modi, sempre comunque garbati, de Puyfontaine ha anche ringraziato la Consob per aver dato la possibilità di fare chiarezza sul comportamento tenuto nella vicenda dalla media company transalpina. «Le azioni messe in campo da Vivendi sono sempre state ispirate alla massima trasparenza e attuate nel pieno rispetto della normativa».

a me smbra veramente strano che in così breve tempo
Vivendipossa riuscire a rastrellare il 29% di Mediaset

sarebbe molto facile invece che il rastrellamento sia cominciato da SIM amiche che avevano ricevuto il mandato di acquistare....per conto di Vivendi
e non credo che vi sia il rispetto della normativa

Stiamo a vedere.....
Anche perchè Bollorè vuole vendere Telecom... o ad Orange o alla CDP
 
https://www.investireoggi.it/finanz...-governo-studia-ingresso-cdp-frenare-vivendi/
Pubblicato il 23 dicembre 2016, ore 10:08. Ultimo aggiornamento 23 dicembre 2016 , ore 10:10
Lo Stato sarebbe pronto a intervenire su Telecom Italia tramite Cdp per frenare la scalata di Vevendi a Mediaset

a me sembra invece che la faciliterà

della serie la CDP ricatta Vivendi per acquisire il pacchetto di controllo di telecom italia [ altro Marameo per i piccoli azionisti] ... con i soldi incassati Vivendi potrà facilmente scalare Mediaset


e infine
com'è che nessuno mette in evidenza che è quasi impossibile accumulare quasi il 29% di mediaset in così poco tempo senza che molti pacchetti siano stati acquisiti precedentemente in alcune SIM amiche?
 
Mediaset, focus sempre su mosse Vivendi. Verso Opa?
Pubblicato il 27 dicembre 2016, ore 11:09. Ultimo aggiornamento 27 dicembre 2016 , ore 11:09
Vivendi è salita al 28,8% di Mediaset e potrebbe lanciare un’Opa ostile. Resta da sciogliere il nodo Telecom Italia


https://www.investireoggi.it/finanza-borsa/mediaset-focus-sempre-mosse-vivendi-verso-opa/


“in caso di Opa di Vivendi, sarebbe l`Agcom stessa a chiedere l`intervento di Consob per bloccarla, in quanto Vivendi con il 24,5% ha già il controllo di fatto di Telecom Italia.
 
Mediaset, non piango se la famiglia Berlusconi perde il controllo
29 dicembre 2016 - 06:08 di Giampaolo Galli
Non tutte le scalate societarie sono buone ma non si possono impedire ex ante lasciando che lo Stato decida caso per caso: o si ha il 51% o si è scalabili - La sinistra auspica la concorrenza nel mercato dei beni come in quello dei capitali e del controllo societario e lascia alla destra più retrograda la difesa delle vecchie aziende spesso poco efficienti, controllate da poteri eterni e inamovibili

Mediaset, non piango se la famiglia Berlusconi perde il controllo
 

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