VOGLIO CHE IL TEMPO, MENTRE SCORRE, LASCI SU DI ME IL SUO SEGNO... MA CHE NON SIANO SOLO RUGHE

DANY1969

Forumer storico
:d:
Buona settimana a tutti:)
Oggi giretto in Liguria. Il sentiero del Pellegrino da Varigotti a Noli :)

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Oggi, autunno. E con il freddo riemergono le mummie......e le visioni.


E non appena il Capitano scivolò, la Mummia si risvegliò.
Dite quel che volete, ma l'inatteso rianimarsi del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi
portabandiera, dalla prima pagina del Corriere della Sera di ieri, d'un estemporaneo progetto italiano
capace di garantire la redistribuzione dei migranti a livello europeo puzza lontano un miglio.

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E non solo perché a intervistarlo c'era un abile, quanto smaliziato, ventriloquo dell'Unione Europea come Federico Fubini,
ma soprattutto perché il progetto, sconosciuto fino a ieri, prende forma proprio mentre Matteo Salvini
fa i conti con i contraccolpi dell'inchiesta sui presunti tentativi di finanziamenti russi.
Contraccolpi pesanti che oltre a regalarci, per la prima volta, l'immagine di un Salvini frastornato e disorientato
rischiano d'isolare ulteriormente l'Italia e rendere assai complesse le politiche di contenimento dei migranti.
Ma all'improvviso la sorpresa.

Sul fronte assai turbolento di Bruxelles ecco profilarsi l'iniziativa politica di un euro-burocrate prelevato dalle catacombe dei governi Monti e Letta,
dove s'occupava di politiche europee, e catapultato nell'esecutivo gialloverde al solo scopo di placare le ansie del presidente Mattarella e dell'Unione.

Immobile in quel suo ruolo il «tranquillante» Moavero Milanesi non ha toccato palla per quasi un anno
lasciando che la politica estera del nostro Paese si trasformasse in un incerto palleggio tra il premier Giuseppe Conte, Di Maio e Matteo Salvini.
Poi, non appena quest'ultimo inciampa, l'improvviso risveglio.

Alla vigilia del Consiglio per gli Affari esteri di quest'oggi a Bruxelles Moavero Milanesi annuncia di esser pronto ad esporre
ai suoi omologhi un progetto di redistribuzione, studiato da quasi un anno e capace, a suo dire,
di superare quelle limitazioni del Trattato di Dublino che scaricano sul Paese di primo arrivo, ovvero l'Italia, tutto il peso dei migranti irregolari.

Ma non solo. Lanciato nella visionaria suggestione di un'Europa da cui sembrano scomparsi sia i «niet»
dei Paesi di Visegrad, sia quelli d'una Francia e d'una Germania
restie persino a spartirsi le poche dozzine di migranti traghettati da Capitan Carola, Moavero si spinge più in là.

E arriva a ipotizzare l'apertura di miracolosi «centri controllati» insediati sulle coste italiane,
ma garantiti da Bruxelles dove «il soggiorno di chi sbarca sarebbe di pochi giorni
perché poi le persone andrebbero subito distribuite anche in altri Stati Ue dove si verificherebbe il loro diritto d'asilo».

Come pretenda di realizzare quello che l'Unione ci ha sempre negato Moavero Milanesi non lo spiega.
Una cosa però appare evidente. Il progetto, che il ministro assicura d'aver concordato con Conte e Salvini,
assomiglia molto ad una pinza forgiata d'intesa con Bruxelles.

Una pinza capace di strappare dalle mani di un Salvini impegnato a scrollarsi le accuse di connivenza con i russi
quelle competenze e quelle deleghe sull'immigrazione su cui si basano i successi che hanno trasformato la Lega nel primo partito.
Privato del controllo sull'unica materia in cui può vantare risultati concreti dopo gli stop alla flat tax e alle autonomie regionali
Salvini rischia di trasformarsi in un pugile suonato e disarmato. Un pugile al centro di un ring dove deve far i conti non solo con i magistrati,
le opposizioni e l'Unione Europea, ma anche con i colpi ai fianchi sferratigli dai suoi alleati Cinque Stelle e da ministri «fuori controllo» come Moavero Milanesi.

Una partita praticamente impossibile che minaccia di trasformarsi in un'insuperabile roulette russa.
 
Che schifo.

Da giorni il mantra a Strasburgo è sempre lo stesso: tenere lontani i voti dei leghisti e del Rassemblement National.

Come spiega Repubblica, la situazione per Ursula von der Leyen è davvero complicata.

Al momento i 374 voti per la maggioranza assoluta al Parlamento europeo sono un miraggio.
Gliene servono almeno altri 40. Mica pochi.
La maggior parte dei partiti ha poi elencato una serie di condizioni necessarie per appoggiarla.

Ma per raggiungere il traguardo tutto sembra lecito. Tranne prendere i voti di Id.
Per arrivare al risultato minimo di 374 voti, il ministro della Difesa tedesco è pronto ad accettare
il sostegno dei sovranisti dei polacchi del Pis di Yaroslaw Kaczynski e di Viktor Orbán
ma anche quelli dei populisti, a partire dal Movimento 5 Stelle

. Questa è la prima battaglia che la von der Leyen deve vincere.
In seguito, dopo aver conquistato la poltrona, cercherà di costruire una maggioranza più coesa.

Ad oggi gli scenari più probabili in Europa sembrano essere due: von der Leyen potrebbe essere eletta con l’aiuto di partiti esterni alla maggioranza
oppure si potrebbe rimandare il voto a settembre (opzione che la stessa candidata fino ad ora ha rifiutato).

Nel caso remoto che il Parlamento respinga il nome della 60enne tedesca, il Consiglio europeo avrebbe un mese di tempo per trovare un nuovo candidato.

Per martedì pomeriggio quindi von der Leyen deve tentare l’impresa.

Ci proverà con un discorso costruito nei minimi dettagli e con un programma ad hoc che arriverà a breve sulle scrivanie degli eurodeputati.

Dal clima ai migranti, passando per i conti pubblici e la disoccupazione: cercherà di fare leva sui punti cardine
nella speranza di portare dalla sua parte quanti più voti europeisti, senza chiedere aiuto ai sovranisti di Matteo Salvini e Marine Le Pen.
 
Domande:

1) se c’è stata “trattativa” dove sta scritto che sia andata avanti per davvero?

2) conseguentemente, se anche Savoini ci avesse provato – e nessuno può dirlo – come fa il Pd ad essere certo che il ministro dell’Interno abbia organizzato la trama;

3) Zingaretti è imprudente. Negli affari legati a mafia capitale lui è stato tirato fuori mentre il suo capo di gabinetto – non un passante – è stato condannato;

4) al vertice dell’Eni, a proposito di petrolio, c’è chi è stato nominato da questo governo in continuità con la nomina del governo precedente. Sanno niente di questa storiaccia da quelle parti?

5) chi ha tirato fuori la bombetta antiSalvini è un signore con un sito che si è distinto per aver inventato i troll russi che attaccavano Mattarella all’epoca della formazione del governo. La magistratura ha smentito l’esistenza del complotto;

6) per quanto tempo dobbiamo stare appresso alla bufala?

La domanda numero 7) è invece per Matteo Salvini. Lo hai capito o no da chi sei circondato, che i complici della trappola stanno lì dentro e ti vogliono morto, perché tu raddoppi i voti mentre loro li dimezzano?

E’ prevedibile che il fuoco si alzerà ancora, anche se la pistola fumante non la trova nessuno. Il Pd vuole passare l’estate a parlare di questo e non delle nefandezze che riguardano i suoi uomini in varie parti d’Italia.
 
È stato fermato con le accuse di omicidio stradale plurimo e omissione soccorso l’uomo, un romeno,
che da questa mattina si trovava negli uffici del comando della Polizia Locale di Jesolo
in relazione alle indagini sull’incidente, avvenuto intorno all’una e trenta di questa notte e costato la vita a quattro ventenni.

Al termine dell’interrogatorio il pm di turno del tribunale di Venezia ha disposto per l’uomo, in Italia dal 2012, gli arresti domiciliari.

Gli investigatori per tutta la giornata hanno lavorato proprio all’ipotesi che un altro mezzo potesse essere coinvolta nell’incidente
nel quale l’auto su cui viaggiavano le vittime è uscita di strada, finendo in un canale che costeggia la strada.

L’unica a salvarsi è stata una delle due ragazze presenti in auto.

I segni rinvenuti sulla sua golf, potrebbero essere compatibili, con quelli ritrovati sulla vettura delle vittime.
A indirizzare sull’uomo gli accertamenti è stata soprattutto la telefonata fatta ai carabinieri da una automobilista,
pochi minuti prima della tragedia, che aveva riferito allarmata ai militari che in quel punto una macchina
stava correndo ad altissima velocità, zigzagando da una corsia all’altra.
Anche l’unica giovane sopravvissuta all’incidente ha raccontato ai soccorritori che la loro auto potrebbe essere stata speronata, prima di finire nel canale.
 
Chissà perché la libertà di opinione viene contestata solo se espressa in favore di certe tesi.
Stavolta a finire nel tritacarne della sinistra pronta a mettere alla gogna chiunque esprima pareri dissonanti è stato Enrico Ruggeri.

Un cantautore colto, che non ha mai fatto mistero della sua lontananza dal conformismo progressista
e che non ha esitato ad affrontare nella sua trasmissione su Radio24 Il falco e il gabbiano
temi scomodi come l’omicidio Ramelli e gli stupri di massa in Ciociaria ad opera delle truppe marocchine al seguito dei francesi nel 1944.

Ruggeri ha scritto su Twitter un post garbato, polemico ma evidentemente poco apprezzato da chi sogna di vedere Salvini a testa in giù.

Ha postato un articolo di Antonello Caporale sui fondi sovietici al Pci dal 1970 al 1977
secondo le risultanze della commissione Mitrokhin con il seguente commento: “Io la prima pietra non la scaglierei”.

Tanto è bastato per meritare una valanga di critiche da chi da quell’orecchio proprio non vuole ascoltare
derubricando addirittura a bufala una prassi – quella dei finanziamenti dell’Urss al Pci –
raccontata dagli stessi esponenti dell’allora Pci, come Gianni Cervetti che ci ha scritto un libro, L’oro di Mosca.

Questo il tenore dei commenti contro Enrico Ruggeri:
“Hai avuto un programma con la Cuccarini- La più…..dai leghisti. Questo è il tuo ringraziamento? Scrivi na canzone va”.
“Io te la ficcherei dove non ti batte il sole …scemo”.
“Perché fare queste brutte figure quando potevi semplicemente dire come tutti che quando c’era lui i treni arrivavano in orario?”.
“Quanti salti mortali fanno i “personaggi” per restare a galla Perciò non bisogna demonizzare la merda, almeno è più sincera, gli riesce naturale”.
“Ruggè semplice semplice, canta che ti passa e nel frattempo vattenaffanculo”.

Numerosi i commenti di chi accusa Ruggeri, infine, di scrivere simili tweet per guadagnarsi un posticino in Rai…
In pratica se non sei Roberto Saviano non puoi avere un’opinione libera
e se non sei Emma Marrone puoi essere insultato senza che monti l’indignazione generale…
 
Avanti così giudice.....e sempre donna. Mah. Non è che con quella stupidata della parità
mandano avanti di tutto e di più ?

Un benzinaio è stato aggredito nel piazzale del suo distributore di benzina a Cologna spiaggia, frazione di Roseto (Teramo), sabato mattina intorno alle 11.

Dopo la corsa in ospedale l’uomo è andato in coma.

La vittima si chiama Gianfranco Pigliacampo, gestisce il distributore Ip ed è molto noto nella zona.

L’uomo ha preso un pugno in faccia, ha perso l’equilibrio ed è caduto, battendo violentemente la testa.

L’aggressore, G.D.G., un 38enne di origine rom, è fuggito dopo la lite per poi consegnarsi ai carabinieri qualche ora dopo, accompagnato dal suo avvocato.

Il rom è stato scarcerato poche ore dopo dal magistrato della Procura di Teramo, Laura Colica.

Il nomade ha spiegato di avere aggredito il benzinaio per vendetta. L’ipotesi di reato è di tentato omicidio.
 
Avanti cosi non si puo’ andare! Indipendentemente dal colore politico, urge una vera riforma della giustizia,
certezza della pena, e la prigione per chi delinque! Altrimenti presto i cittadini si faranno giustizia da soli!
 
In altri paesi sarebbe finita in galera. E' ora di finirla con questo buonismo.

A volte la tentazione rende l’uomo ladro.
In questo caso, a compiere un furto è stata una donna che,
notati un orologio di grande valore e un costoso bracciale posti su un vassoio
di quelli che si usano per depositare gli oggetti durante i controlli in aeroporto,
non ha resistito e con grande destrezza ha prelevato i “tesori” senza attirare l’attenzione degli altri presenti.


L’azione è avvenuta nello scalo di Caselle dove la ladra ha approfittato della disattenzione di una passeggera
che si trovava davanti a lei ai controlli prima dell'imbarco.

Con un rapido gesto, la viaggiatrice ha sottratto un orologio Rolex Datejust in acciaio, oro e brillanti da 8mila euro
e un bracciale di Tiffany da mille euro. Poi con una certa calma si è sistemata le scarpe e si allontanata come se nulla fosse.

Monica Pirovano, amministratrice delegata della Cogne Acciai Speciali ed ex presidente di Confindustria Valle d’Aosta
pensava di averla fatta franca ma non aveva calcolato le telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso la scena.

La particolare passeggera è stata fermata e denunciata dalla Polaria per furto aggravato.
 
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