VORREI AVERE LA STESSA CALMA DEL MIO CANCELLO AUTOMATICO

La solita "vocina" però dice qualcosa di diverso.

Non sarebbe il caso che "qualcuno" a capo della magistratura, intervenisse ?

A casa mia o è rosso o è nero.


Il caso Armando Siri potrebbe vivere un colpo di scena.

Mentre le forze di governo si stanno scontrando sulle dimissioni o meno del sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
e con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha detto di voler decidere solo dopo aver incontrato l’esponente della Lega e “averlo guardato negli occhi”,
La Verità pubblica una rivelazione attribuita a uno dei pm romani che seguono l’inchiesta:
l’intercettazione di una telefonata tra Arata padre e figlio che incastrerebbe Siri e proverebbe l’esistenza di una mazzetta da 30mila euro non esiste.
O, meglio, non esiste il virgolettato pubblicato dal Corriere della Sera e da Repubblica, perché nel capo di imputazione nei confronti di Siri
i magistrati scrivono a chiare lettere che il sottosegretario “riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30mial euro da parte di Arata”
in cambio della proposta di “emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto mini eolico”.


Il virgolettato della presunta conversazione tra Paolo Arata, ex deputato nazionale di Forza Italia, e il figlio Francesco
è stata pubblicata da Il Corriere della Sera il 18 aprile come estratto di un’intercettazione emerso dalle carte dei pubblici ministeri impegnati nell’indagine.

“Questa operazione ci è costata 30mila euro”, avrebbe detto Paolo Arata, legato a Vito Nicastri, il “Re dell’eolico” arrestato a Palermo
con l’accusa di aver finanziato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro, al figlio Francesco, l’estate scorsa,
riferendosi ai compensi destinati a Siri per modificare alcuni provvedimenti legislativi.
Una frase che incastrerebbe il sottosegretario visto che, secondo quello che scrivono da via Solferino,
si tratterebbe di una conversazione registrata da “una cimice piazzata dalla Dia” (la Direzione investigativa antimafia, ndr).

Ma secondo la ricostruzione pubblicata da La Verità, dopo questa rivelazione i pm romani,
che insieme a quelli di Palermo hanno ordinato le perquisizioni nelle due città, hanno iniziato a cercare e,
dopo giorni di scartabellamenti non hanno trovato la frase incriminata.

Le intercettazioni sui giornali? Sono false. Quelle frasi non ci sono nel fascicolo”,
confessa un inquirente anonimo al giornale di Belpietro.
 
Riporto poi un articolo "di destra".


Nel mirino delle toghe c'è l'emendamento (mai approvato) che avrebbe dovuto fare "retroagire" l'attivazione
dei finanziamenti
stanziati per alcuni progetti legati alle energie rinnovabili, in modo da permettere
anche a una delle società di Vito Nicastri di ottenere i fondi. L'imprenditore di Alcamo (Trapani) è da un anno agli arresti domiciliari,
ma anche da casa avrebbe continuato, tramite un familiare, a manovrare per fare affari.

Al centro dell'inchiesta ci sarebbe, appunto, una presunta tangente da 30mila euro che Arata aavrebbe appunto consegnato a Siri
in cambio di una norma da inserire nel Def e che avrebbe consentito di ampliare i finanziamenti per il settore del mini eolico
retrodatando la concessione al momento della costituzione di alcune società dell'imprenditore Vito Nicastri, il "re dell'eolico".

Prova cardine di questa mazzetta, a detta di alcuni, si sarebbe appunto un'intercettazione che però,
secondo quanto riportato dalla Verità, non esisterebbe da nessuna parte.

Il virgolettato inventato non è un caso isolato. Negli ultimi tempi gli assalti si ripetono ciclicamente.
Tanto che, parlando con la Verità, uno degli inquirenti fa presente che la sensazione avvertita in procura
è che sia "un modo per spingere" il lavoro della magistratura in un serto senso.

Dietro certi articoli ci sarebbero, dunque, "spinte e contro spinte".
"Ma - avvertono - quello di alcuni giornali non solo è stato uno scatto in avanti, è stato un salto nel burrone".

Il Corriere della Sera, che ha pubblicato la presunta intercettazione, ha confermato invece quanto ha scritto una settimana fa
pubblicando la fotografia degli atti scritti dal pm Mario Palazzi (guarda qui).
"(Siri, ndr) - si legge nello stralcio del provvedimento - riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30mila euro da parte di Paolo Franco Arata".

Ma della trascrizione dell'intercettazione non c'è neanche l'ombra.
 
Ora, mia presunzione, quando inquisisci qualcuno "devi avere" delle prove in mano.
Qualcosa di "concreto" di "reale".

Anche dovesse esistere una intercettazione di questo tipo, dove è la prova che la telefonata
indichi qualcosa di "reale".

Sapete quante telefonate e quante cazzate posso dire al telefono ? E quante se ne dicono.

Dai. Sembra di essere all'asilo. Maestra, mi ha portato via la caramella..........però prima l'ho mangiata.
 
Ancora con questa pagliacciata, montata a dovere dalle opposizioni.

Il prezzo è libero e pertanto ognuno quota come gli pare.
Soluzione ? Non fare la benzina in queste stazioni........prima o poi gli passa.
Da me costa 1,587, ma oggi l'ho trovata a 1,536. Non il diesel...la super.

Li trovo tutti io gli "onesti" ? E chi quel "pirla" che la fa a 2,02 ?

Addirittura in autostrada, in alcune aree di servizio, si toccano punte di oltre 2 euro al litro per la benzina in modalità servito.
Come emerge dall'Osservatorio carburanti del Mise, è quanto accade ad esempio sull'A1 Milano-Napoli
nell'area Lucignano est (Arezzo) con 2,041 euro al litro, a San Zenone est (Milano) con 2,020 al litro,
ad Arno ovest (Firenze) con 2,051 euro al litro e a San Pietro (Napoli) con addirittura 2,071 al litro.

Un vero e proprio salasso per gli automobilisti alla vigilia del ponte del 25 aprile
quando in molti si metteranno nuovamente in viaggio o per una breve vacanza
o comunque per ritornare dalla sosta più lunga cominciata a Pasqua.

Dopo i rincari già segnalati nei giorni scorsi, oggi è toccato a Eni e Italiana Petroli
ritoccare i prezzi raccomandati di benzina e diesel, con rialzi di 1 centesimo alle pompe per entrambi i carburanti.

Al momento, secondo l'elaborazione di Quotidiano energia sui dati comunicati ieri
dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato in modalità self
della benzina è pari a 1,618 euro al litro, con picchi fino a 1,633 euro
mentre il prezzo medio praticato per il diesel è 1,508 euro al litro, con picchi di 1,518 euro al litro.
 
Scriveva Pier Paolo Pasolini che "il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili".
Una frase densa di significato e che vale la pena analizzare con attenzione.

In cosa consiste innanzitutto il "coraggio intellettuale"?
Esaminando separatamente le due parole prima di crearne un concetto unitario vero e proprio,
si può dire con certezza che il coraggio rappresenta la forza di fare qualcosa,
mentre l'intellettualità è la capacità di pensiero conoscitivo che si basa, quindi, sulla conoscenza e l'analisi razionale.


Ecco dunque che il "coraggio intellettuale" prende forma e diventa la capacità e la forza di esprimere il proprio pensiero con onestà e senza preconcetti.
Pasolini riconosceva in questo modo all'intellettuale il merito di esprimersi senza la pretesa di ottenere consensi
e senza pensare ad alcun tipo di ricompensa come accade generalmente quando si pratica l'attività politica.

Un pensiero intellettualmente onesto è un pensiero che non parteggia ma che sostiene un'idea perché ritenuta giusta anche se non comunemente condivisa o accettata.
Si tratta in altri termini di un pensiero che si forma e si perfeziona sulla base di un ragionamento logico non condizionato
e che ha come presupposto imprescindibile l'onestà intellettuale.
Una dote, questa, da cui discendono alcune conseguenze legate a uno dei pochi punti fermi che fanno parte del concetto stesso di verità:
non esiste una verità assoluta ma una verità soggetta a continue rivisitazioni.
Ed è lì che l'onestà del pensiero si riconosce, perché si manifesta proprio attraverso la disponibilità a mettere in discussione se stessi e le convinzioni in precedenza acquisite.

Pasolini, per certi versi, sembra avere ragione nel rimarcare l'esistenza di un contrasto implicito tra l'agire politico (condizionato dal consenso)
e il coraggio intellettuale (libero da condizionamenti). Ma siamo davvero convinti che non ci sia alcun modo per emanciparsi da questo stato delle cose?



Probabilmente la possibilità di colmare questo divario non è un traguardo così difficile da raggiungere, o perlomeno non impossibile.
Dovremmo però spingerci a prendere dimestichezza con un altro tipo di "coraggio": il coraggio politico", ossia il coraggio di chi sa anteporre il bene comune alla strategia del consenso.

Un vero politico dovrebbe distinguersi proprio per questo coraggio, dimostrando di sapersi sottoporre al confronto leale con i propri avversari e costringersi al rigore logico del ragionamento.

Il problema però non è soltanto di natura individuale.
Esistono dinamiche "collettive", purtroppo consolidate, che risultano strumentali, per i gruppi politici, al mantenimento del potere.


Se un parlamentare fosse lasciato libero di agire con onestà intellettuale egli dovrebbe poter riconoscere le "buone idee",
a prescindere da chi le abbia messe in campo e da ogni altro tipo di valutazione.
Ma un simile "coraggio" può essere percepito come un pericolo dal gruppo di appartenenza
giacché il ragionamento logico e non politicamente condizionato potrebbe far emergere limiti e contraddizioni che possono portare alla perdita di consensi.

Un parlamentare libero, in un libero Parlamento, dovrebbe agire in base al libero convincimento.
Il che significa dover accettare anche l'idea che in democrazia il pensiero può prendere forma attraverso il confronto e il dibattito costruttivo tra le diverse posizioni in campo.
Sappiamo bene che tutto questo comporta dei rischi ed è per questo che il mondo politico si è sempre accontentato di "sopravvivere"
piuttosto che accettare la sfida e lasciarsi coinvolgere dalle affascinanti dinamiche della democrazia.

La libertà del politico viene così sacrificata all'esigenza (reale?) di garantire la compattezza del gruppo.
Una compattezza che non si limita alla sola condivisione di valori e di principi ma che diventa un generalizzato appiattimento su un pensiero unico,
frutto di una banale strategia delle statistiche e delle ricompense elettorali. Ed ecco che in un attimo l'onestà, prima, e l'intellettualità, poi,
soccombono e la politica diventa una attività fondata sull'ipocrisia e l'incoerenza che, ovviamente, generano una "repubblica fondata sul paradosso".

Dentro questo "humus" germoglia la patologia del nostro sistema e prospera il malcostume di una classe politica che, per sopravvivere,
si trova costretta a ricorrere al mediocre esercizio della partigianeria fine a se stessa.

Il Parlamento, così, non è più luogo di confronto ma la palude dello scontro permanente dove prevale il principio dell'obbedienza rispetto al beneficio del dubbio.

Se non vogliamo rassegnarci a questo stato delle cose dobbiamo fare uno sforzo affinché la constatazione di Pasolini lasci il passo alla possibilità, non solo teorica,
di una politica incentrata su una modalità "sana" di operare. Una politica che, in primo luogo, sappia restituire centralità al Parlamento
e garantire che l'onestà intellettuale possa diventare la base su cui si fonda la vera democrazia e la vera politica,
ossia quella che non perde mai di vista il suo fine ultimo: aiutare gli uomini a vivere meglio!
 
Fino a 20mila euro in 5 anni.
A tanto ammonta la detrazione per i giovani sposi under35 a basso reddito che decidono di sposarsi in chiesa.

È quanto prevede la proposta di legge che vede come primo firmatario il deputato Domenico Furgiuele (Lega)
assegnata all'esame della Commissione finanze alla Camera (sotto allegata).
Una proposta, sottoscritta da altri 51 deputati, che non mancherà di far discutere per i paletti previsti: ossia il contributo solo per i riti religiosi.

In Italia nel 2016 si sono celebrati 107.873 matrimoni religiosi, di cui 33.250 al nord, 16.598 al centro e 58.025 al sud e nelle isole.

Da questi dati parte la proposta di legge.
Dati che si legge nella relazione al testo assumono un'importanza considerevole se si confrontano con il totale dei matrimoni religiosi in Italia nel 2006,
cioè 162.364, di cui 54.968 al nord, 29.078 al centro e 78.588 al sud e nelle Isole.

"Abbiamo assistito, di fatto, a un crollo dei matrimoni religiosi pari a circa il 34 per cento, che in valore assoluto è pari a 54.491 nozze in meno
nell'arco temporale di un decennio" scrivono i firmatari. I matrimoni religiosi non diminuiscono solo in termini assoluti,
ma anche in base all'età in cui le giovani coppie riescono a sposarsi, con uomini in media di 2,3 anni più vecchi e donne di 2,5 anni.

Cambiamenti significativi nel corso degli anni si sono verificati anche nella scelta della tipologia di matrimonio, religioso o civile.

"Quest'ultimo è scelto da quasi una coppia su due: ad oggi le giovani coppie che prediligono il matrimonio civile rappresentano circa il 46,%".
Le ragioni che allontanano le giovani coppie dall'altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sono molteplici e di natura differente,
si legge ancora nella relazione al testo, ma molto si deve anche al fatto "che il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso".

Da qui, l'idea dell'introduzione del cosiddetto "bonus matrimonio" volto ad agevolare le giovani coppie
che intendono celebrare il matrimonio religioso e che avranno la possibilità, a seguito del suddetto bonus,
di usufruire della detrazione del 20% delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso quali:
ornamenti in chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione,
le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up, nonchè, il servizio del wedding reporter

I soggetti che possono usufruire di tale bonus sono le giovani coppie under 35 anni
che hanno un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2018
non superiore a 23.000 euro e non superiore a 11.500 euro a persona.

Le spese detraibili connesse alla celebrazione del matrimonio religioso sono stabilite nella cifra massima di 20.000 euro
e sono ripartite tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo.

Le spese devono state essere sostenute nel territorio dello Stato italiano per i matrimoni celebrati dal 1° gennaio 2019
e i beneficiari del bonus devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni.
 
Approvato dalla Camera il testo unificato (sotto allegato) di due proposte di legge con cui si vuole
riconoscere lo status di malattia invalidante alla cefalea, da non confondere con un comune e saltuario mal di testa che colpisce quasi tutti nella vita.

Una vera e propria malattia invece, nelle sue diverse forme come l'emicrania cronica, quella parossistica e continua così come la cefalea cronica, quella a grappolo e nevralgiforme.

Nel momento in cui il Senato dovesse dare anche la sua approvazione,
il Ministero della Salute dovrà emettere un decreto, previa intesa con le Regioni e la province autonome di Trento e Bolzano,
con cui individuare nuovi progetti di presa in carico dei soggetti affetti da questa patologie così come criteri e modalità di attuazione di questi progetti da parte degli enti preposti.

Le proposte di legge n. 684 e 1109 a testo unificato presentate tra il giugno e l'agosto 2018 hanno superato il vaglio della Camera.
Ora spetta al Senato votare il testo della proposta.

Ai sensi dell'art. 1 del testo, contenente "Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale",
si vuole riconoscere alla cefalea, purché accertata da almeno un anno da uno specialista presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura di questa patologia,
la qualifica di malattia sociale, se si estrinseca nelle seguenti forme:

  • emicrania cronica e ad alta frequenza;
  • cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
  • cefalea a grappolo cronica;
  • emicrania parossistica cronica;
  • cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione;
  • emicrania continua.


A un decreto del Ministro della salute, che dovrà essere adottato entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge,
previa intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano all'interno della Conferenza permanente Unificata,
il compito di individuare progetti con l'obbiettivo di "sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea"
e di stabilire criteri e modalità di attuazione di detti progetti da parte delle regioni.
 

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