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[FONT=arial,elvetica] Wall Street non basta l'ok al piano Paulson. Indici schiacciati sui minimi [/FONT]
[FONT=arial,helvetica]La partenza è stata delle migliori ma non si può certo dire altrettanto per la conclusione della sessione odierna a Wall Street, caduta ancora una volta sotto il peso delle vendite. Dopo un avvio sotto i migliori auspici, gli indici non solo non sono riusciti a confermare le loro buone intenzioni, ma hanno subito un affondo nel finale, costretti a chiudere gli scambi sui minimi intraday.
Almeno in un primo momento non sembrano aver pesato sugli investitori le cattive notizie arrivate dal versante macro e in particolare dal mondo del lavoro. A settembre il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 6,1%, sui massimi degli ultimi cinque anni, mentre i nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo hanno registrato una perdita di 159mila unità, la peggiore da marzo 2003. Nonostante ciò gli acquisti hanno avuto la meglio sin dalle prime battute, con rialzi nell'ordine di circa due punti percentuali sin dalla prima mezz'ora di scambi. L'intonazione positiva è stata rafforzata dalla positiva indicazione sull'indice ISM servizi che è calato meno del previsto, mantenendosi poco al di sopra della soglia dei 50 punti.
Ma a dare sostegno al mercato è stata anche l'operazione annunciata da Wachovia (AWO - notizie) che ha ricevuto un'offerta di acquisto da Wells Fargo, tramite uno scambio azionario del valore di oltre 15 miliardi di dollari. Gli indici però hanno trovato la forza per spingersi in avanti soprattutto in attesa dell'approvazione del piano di salvataggio. Il provvedimento ha ottenuto il via libera dalla Camera, con 263 voti favorevoli e 171 contrari, ma questo non è bastato a convincere il mercato. L'idea è che ci voglia diverso tempo perché si possano toccare con mano i primi effetti positivi del piano Paulson, e così l'attenzione degli operatori è stata nuovamente catalizzata dall'allarme recessione, alimentato ancor più dalle indicazioni odierne sul mercato del lavoro.
Neanche l'attesa per un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed è riuscita ad aiutare i listini che nelle ultime due ore di contrattazioni hanno invertito bruscamente la rotta, scivolando tutti in rosso. Al suono della campanella il Dow Jones (notizie) e l'S&P500 si sono presentati con una flessione dell'1,5% e dell'1,35%, mentre il Nadaq Composite è stato fotografato sui minimi a 1.947,39 punti, con un calo dell'1,48%, dopo aver toccato un massimo a 2.046 punti.
Tra i titoli del Dow Jones, in controtendenza i farmaceutici con Merck e Pfizer (NYSE: PFE - notizie) in ascesa del 2,19% e dell'1,12%, ma ha chiuso in positivo anche Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) , in rialzo dello 0,57%, diversamente da Chevron (NYSE: CVX - notizie) che ha ceduto lo 0,23%.
Ancora un recupero per Intel (NASDAQ: INTC - notizie) che è salito dello 0,67% e in progresso di quasi mezzo punto Boeing (NYSE: BA - notizie) dopo che il colosso aerospaziale ha reso noto oggi di aver consegnato 84 aerei nel terzo trimestre, portando il saldo dei primi nove mesi del 2008 a 325.
Ad affossare il listino ci hanno pensato i finanziari che, dopo aver guidato l'ascesa del mercato per buona parte della seduta, sono ricaduti nella rete dei ribassisti. American Express (NYSE: AXP - notizie) è calata di quasi il 5%, mentre Bank of America (NYSE: IKJ - notizie) è arretra del 5,2%, preceduta da JP Morgan che ha chiuso in flessione di quasi l'8%. Protagonista in negativo della seduta è stato Citigroup (NYSE: C - notizie) che ha lasciato sul parterre il 18,44% dopo l'annuncio della fusione tra Wachovia e Wells Fargo. Il gruppo, in trattative con Wachovia, è pronto ad agire per vie legali, ricordando che l'esclusiva con Wachovia scade lunedì prossimo e segnalando al contempo che una rottura dell'accordo avrebbe provocato gravi conseguenze per entrambe le società.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) , sale indisturbata Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) che ha guadagnato quasi il 3% e riescono a chiudere poco sopra la parità Microsoft (NASDAQ: MSFT - notizie) e Cisco Systems (NASDAQ: CSCO - notizie) . In rosso di quasi un punto Google (NASDAQ: GOOG - notizie) , mentre Adobe Systems (NASDAQ: ADBE - notizie) ha accusato un ribasso di oltre il 4%, pagando pegno per la bocciatura di Ubs (Virt-X: UBSN.VX - notizie) che ha modificato il giudizio sul titolo da “neutral” a “sell”. La banca elvetica ha tagliato il rating anche di Symantec (NASDAQ: SYMC - notizie) che ha reagito con un calo di quasi il 5%.
Sull'ottovolante Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) che dopo un affondo iniziale è arrivato a guadagnare oltre due punti, dopo la smentita dei rumors relativi ad un attacco cardiaco che avrebbe colpito il fondatore Steve Jobs. Il titolo però è ricaduto nel finale, andandosene al week-end con un rosso di circa tre punti.
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[FONT=arial,helvetica]La partenza è stata delle migliori ma non si può certo dire altrettanto per la conclusione della sessione odierna a Wall Street, caduta ancora una volta sotto il peso delle vendite. Dopo un avvio sotto i migliori auspici, gli indici non solo non sono riusciti a confermare le loro buone intenzioni, ma hanno subito un affondo nel finale, costretti a chiudere gli scambi sui minimi intraday.
Almeno in un primo momento non sembrano aver pesato sugli investitori le cattive notizie arrivate dal versante macro e in particolare dal mondo del lavoro. A settembre il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 6,1%, sui massimi degli ultimi cinque anni, mentre i nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo hanno registrato una perdita di 159mila unità, la peggiore da marzo 2003. Nonostante ciò gli acquisti hanno avuto la meglio sin dalle prime battute, con rialzi nell'ordine di circa due punti percentuali sin dalla prima mezz'ora di scambi. L'intonazione positiva è stata rafforzata dalla positiva indicazione sull'indice ISM servizi che è calato meno del previsto, mantenendosi poco al di sopra della soglia dei 50 punti.
Ma a dare sostegno al mercato è stata anche l'operazione annunciata da Wachovia (AWO - notizie) che ha ricevuto un'offerta di acquisto da Wells Fargo, tramite uno scambio azionario del valore di oltre 15 miliardi di dollari. Gli indici però hanno trovato la forza per spingersi in avanti soprattutto in attesa dell'approvazione del piano di salvataggio. Il provvedimento ha ottenuto il via libera dalla Camera, con 263 voti favorevoli e 171 contrari, ma questo non è bastato a convincere il mercato. L'idea è che ci voglia diverso tempo perché si possano toccare con mano i primi effetti positivi del piano Paulson, e così l'attenzione degli operatori è stata nuovamente catalizzata dall'allarme recessione, alimentato ancor più dalle indicazioni odierne sul mercato del lavoro.
Neanche l'attesa per un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed è riuscita ad aiutare i listini che nelle ultime due ore di contrattazioni hanno invertito bruscamente la rotta, scivolando tutti in rosso. Al suono della campanella il Dow Jones (notizie) e l'S&P500 si sono presentati con una flessione dell'1,5% e dell'1,35%, mentre il Nadaq Composite è stato fotografato sui minimi a 1.947,39 punti, con un calo dell'1,48%, dopo aver toccato un massimo a 2.046 punti.
Tra i titoli del Dow Jones, in controtendenza i farmaceutici con Merck e Pfizer (NYSE: PFE - notizie) in ascesa del 2,19% e dell'1,12%, ma ha chiuso in positivo anche Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) , in rialzo dello 0,57%, diversamente da Chevron (NYSE: CVX - notizie) che ha ceduto lo 0,23%.
Ancora un recupero per Intel (NASDAQ: INTC - notizie) che è salito dello 0,67% e in progresso di quasi mezzo punto Boeing (NYSE: BA - notizie) dopo che il colosso aerospaziale ha reso noto oggi di aver consegnato 84 aerei nel terzo trimestre, portando il saldo dei primi nove mesi del 2008 a 325.
Ad affossare il listino ci hanno pensato i finanziari che, dopo aver guidato l'ascesa del mercato per buona parte della seduta, sono ricaduti nella rete dei ribassisti. American Express (NYSE: AXP - notizie) è calata di quasi il 5%, mentre Bank of America (NYSE: IKJ - notizie) è arretra del 5,2%, preceduta da JP Morgan che ha chiuso in flessione di quasi l'8%. Protagonista in negativo della seduta è stato Citigroup (NYSE: C - notizie) che ha lasciato sul parterre il 18,44% dopo l'annuncio della fusione tra Wachovia e Wells Fargo. Il gruppo, in trattative con Wachovia, è pronto ad agire per vie legali, ricordando che l'esclusiva con Wachovia scade lunedì prossimo e segnalando al contempo che una rottura dell'accordo avrebbe provocato gravi conseguenze per entrambe le società.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) , sale indisturbata Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) che ha guadagnato quasi il 3% e riescono a chiudere poco sopra la parità Microsoft (NASDAQ: MSFT - notizie) e Cisco Systems (NASDAQ: CSCO - notizie) . In rosso di quasi un punto Google (NASDAQ: GOOG - notizie) , mentre Adobe Systems (NASDAQ: ADBE - notizie) ha accusato un ribasso di oltre il 4%, pagando pegno per la bocciatura di Ubs (Virt-X: UBSN.VX - notizie) che ha modificato il giudizio sul titolo da “neutral” a “sell”. La banca elvetica ha tagliato il rating anche di Symantec (NASDAQ: SYMC - notizie) che ha reagito con un calo di quasi il 5%.
Sull'ottovolante Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) che dopo un affondo iniziale è arrivato a guadagnare oltre due punti, dopo la smentita dei rumors relativi ad un attacco cardiaco che avrebbe colpito il fondatore Steve Jobs. Il titolo però è ricaduto nel finale, andandosene al week-end con un rosso di circa tre punti.
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