LA CRISI GRECA. IL MINISTRO DELLE FINANZE «L'EUROPA NON CI AIUTA»
Grecia, appello del governo alla Ue:
«Non possiamo più rivolgerci a mercati»
Situazione sempre più delicata: «Servono soldi entro 19 maggio». E S&P boccia il debito portoghese
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Le proteste dei giorni scorsi ad Atene ATENE - La Grecia «non può più» rifinanziare sul mercato il suo debito pubblico. L'allarme è stato lanciato dal ministro delle Finanze, George Papaconstantinou, che ha sottolineato che il deficit di bilancio del 2009, già corretto da Eurostat al 13,6%, potrebbe esser ancora rivisto in peggio, «al 14 per cento del Pil».
DATA LIMITE IL 19 MAGGIO - Entro il 19 maggio, quando andranno a scadenza 9 miliardi di euro di titoli di Stato, servono fondi che Atene «non può più» prendere a prestito sul mercato. In questa situazione la Grecia «non è aiutata dall’Europa», ha aggiunto «dove manca chiarezza» sugli aiuti che sono stati richiesti. Martedì i rendimenti sui titoli di stato greci segnano nuovi massimi, oltre il 9,5 per cento, mentre la Borsa di Atene è arrivata a perdere oltre il 6 per cento.
RECESSIONE PEGGIORA - Intanto, la Banca centrale di Atene paventa che per l'anno in corso la recessione potrà essere maggiore della contrazione del 2% prevista finora: una «riduzione» del prodotto interno lordo «maggiore» di quella calcolata «è molto probabile alle condizioni attuali, caratterizzate da un alto livello di incertezza», ha affermato il governatore della Banca di Grecia, Georges Provopoulos, spiegando che il calo del Pil è avvenuto principalmente «a causa del forte crollo degli investimenti, ma anche dei consumi privati e delle esportazioni».
LA BORSA CROLLA - I listini europei hanno subito sofferto le parole pronunciate dal ministro delle Finanze: la Borsa di Atene perde oltre il 6 per cento dopo l’allarme del governo greco lanciato dal ministro delle Finanze: l'indice generale perde il 6,15% e quello dei titoli più importanti il 6,8%. Peggiora peraltro il quadro generale delle borse europee: i ribassi più forti si registrano a Madrid (-2,7%), Parigi (-1,8%) e Milano (-1,77%). l'indice generale perde il 6,15% e quello dei titoli più importanti il 6,8%. Le preoccupazioni sulla Grecia spingono al rialzo i credit default swap sul debito ellenico, del Portogallo e della Spagna mentre i rendimenti sul debito a due anni di Atene sono saliti sopra il 15%, il livello più alto dal 1998. L'indice Dj Stoxx 600, che sintetizza l'andamento dei più importanti titoli del Vecchio Continente, cede l'1,7%.
PORTOGALLO NEL MIRINO - Nel frattempo, la crisi greca minaccia seriamente di estendersi all'Europa meridionale: Standard and Poor's, una delle principali agenzie di rating, ha declassato il rating del Portogallo per il modo in cui sta gestendo l'elevato debito pubblico e la situazione debole dell'economia. Il rating è stato ora abbassato di due note ed è passato a «A-» da «A+», in pratica quattro note sopra il cosiddetto livello «spazzatura» («junk»). L'outlook sulle prospettive del debito portoghese è negativo.
LA PALLA ALLA GERMANIA - Mercoledì, nel frattempo, si preannuncia come una giornata fondamentale per la cancelliera tedesca Angela Merkel, che sarà impegnata in una serie di vertici sulla Grecia fino al tardo pomeriggio. Secondo quanto scrive l'agenzia stampa Dpa, che cita fonti del governo, la Merkel terrà un primo incontro con alcuni ministri dell'esecutivo, tra i quali i ministri del Cancellierato, Ronald Pofalla (Cdu), degli Esteri, Guido Westerwelle (Fdp) e delle Finanze, Wolfgang Schaeuble (Cdu). Lo stesso ministro delle Finanze, intanto, sta lavorando «in modo febbrile» - secondo la Dpa - a un disegno di legge per sbloccare il piano di aiuti alla Grecia, possibilità avversata. Sempre domani, secondo il calendario degli appuntamenti del governo, Schaeuble incontrerà nel pomeriggio il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, e il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Khan. Dopo questo incontro, è previsto un altro vertice, questa volta tra la Merkel, Strauss-Khan, il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio, Pascal Lamy, e il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick.
Redazione online
27 aprile 2010